Bolsena. Alla scoperta del borgo sul lago.

Siamo andati alla scoperta di Bolsena. Ci siamo lasciati condurre, attraverso i suoi bei vicoli, in cima al borgo da dove domina il lago vulcanico più grande d’Europa.

È veramente un piccolo gioiello!

A un paio di ore da Roma e poco più di 30 km da Viterbo (leggi qui la nostra visita alla città dei Papi) si può staccare veramente la spina e lasciarsi coccolare dalla bellezza di questo luogo. A Bolsena si respira un’atmosfera calma, rilassata e accogliente che seduce da subito.

È come un diamante dalle mille sfaccettature. Una passeggiata a Bolsena può significare immergersi nella natura, ma anche nella storia, nella fede, nell’artigianato e nei piaceri della tavola.

Bolsena – Un po’ di storia

Acqua piovana e di sorgente ha riempito la caldera, generatasi a seguito dell’intensa attività vulcanica del sistema vulsino (ne abbiamo già parlato a proposito di Civita, qui trovi la nostra passeggiata nella Città che muore). È nato così il lago di Bolsena.

Le sue sponde sono abitate fin dalla preistoria. Lo confermano resti di insediamenti dell’età del bronzo e della civiltà villanoviana.

Lago di Bolsena | ©Fabio Magno

Gli Etruschi si stabiliscono lungo le rive del lago di Bolsena. Basti pensare che dall’altra parte del lago si trovava l’antica Bisentium, oggi sito archeologico a pochi km da Capodimonte.

Nel borgo di Bolsena, giungono dopo il 264 a.C. quando una delle più importanti città etrusche viene distrutta dai Romani. È Velza, l’odierna Orvieto, latinizzata in Volsinii. Qui vengono confinati i cittadini superstiti che fonderanno una nuova città e gli daranno il nome di quella d’origine.

Tutto il territorio subisce la dominazione romana, così anche Bolsena. Ciò le porterà, però, un periodo di sviluppo grazie alla realizzazione della via Cassia, una delle principali strade dell’epoca.

Il periodo florido si protrae fino agli inizi del 300, durante l’impero di Costantino. Seguirà un periodo di decadenza aggravato dalle invasioni e distruzione di Goti e Longobardi.

Bolsena deve la sua rinascita nell’Alto Medioevo ad un’altra strada: la via Francigena. Il tracciato con cui i pellegrini provenienti da nord raggiungevano Roma (il suo percorso iniziava a Canterbury e proseguiva da Roma fino in Puglia dove ci si poteva imbarcare per la Terra Santa).

A lungo il borgo è conteso fra la Chiesa e i Monaldeschi della Cervara. La nobile famiglia la domina nel XIV e XV secolo a fasi alterne, ma alla fine Bolsena entra a far parte del Patrimonio di San Pietro per essere amministrata da illustri personaggi della Curia.

Uno di questi è Giovanni de’ Medici, futuro papa Leone X.

Lo stemma di Giovanni de’ Medici | ©Fabio Magno

Eventi straordinari della storia di Bolsena

Due eventi straordinari caratterizzano la storia di questo placido borgo affacciato sulle sponde del lago.

Uno dei tanti volti di Bolsena è caratterizzato da una forte devozione ed è legato alla figura di Santa Cristina, patrona della città. I supplizi a cui la costrinse il padre pur di farle rinnegare la fede cristiana furono tanti e tali che, al solo leggerne, mi si è stretto il cuore.

Secondo la tradizione è sepolta in una grotta, qui a Bolsena, che già dal IV secolo era meta di pellegrinaggio e preghiera.

Proprio sull’altare eretto nella grotta sul suo sepolcro avviene, nel 1263, il miracolo eucaristico.

È uno dei momenti fondamentali nella storia della Chiesa. Tanto da essere raffigurato da Raffaello nelle Stanze Vaticane.

La Messa di Bolsena di Raffaello | Wikipedia

La tradizione racconta che il sacerdote boemo, Pietro da Praga, in viaggio sulla Francigena, fa tappa a Bolsena, di ritorno da Roma. Si era recato a pregare sulla tomba di San Pietro per placare i dubbi che affliggevano la sua fede. Non credeva, infatti, che nell’ostia e nel vino transitasse realmente il corpo ed il sangue di Cristo.

La mattina, con il cuore ancora colmo di incertezza, celebra la messa sull’altare nel sepolcro di Santa Cristina.

Rocca Monaldeschi della Cervara dal basso | ©Francesca Boccini

Al momento dell’eucarestia, l’ostia inizia a sanguinare. Confuso, conclude la celebrazione, nascondendo l’ostia. Ma portandola via, il sangue segna il pavimento ed il corporale che indossa.

Lascia di corsa Bolsena alla volta di Orvieto, dove si trova papa Urbano IV per raccontargli e mostrargli quanto accaduto. Il papa invia il vescovo di Orvieto sul lago per verificare i fatti. Il responso è positivo.

Per sancire e ricordare l’evento miracoloso, il papa istituisce l’11 agosto del 1264 il Corpus Domini, una delle festività principali del calendario liturgico.

Per questo Bolsena è anche detta la Città del Miracolo Eucaristico e la festività del Corpus Domini è particolarmente sentita e celebrata con una spettacolare Infiorata.

Quando si arriva a Bolsena | ©Fabio Magno

Percorso

Bolsena ha due poli attrattivi. Il borgo dentro le mura dominato dalla bella Rocca dei Monaldeschi della Cervara da una parte. E il borgo fuori le mura, dove la protagonista è la Collegiata di Santa Cristina. 

Piazza Matteotti

Abbiamo iniziato la nostra passeggiata da piazza Matteotti. Già qui si respira la cura e la bellezza che ci accompagnerà lungo il percorso.

Sulla piazza si affaccia la chiesa di San Francesco. Oggi sede di attività culturali, al suo interno si possono ancora ammirare alcuni affreschi del XV secolo e due lapidi dei Monaldeschi.

La chiesa in origine era intitolata a Santa Maria. Nel Duecento era il punto di raccordo tra la vita dentro e fuori le mura. La chiesa era stata realizzata insieme al primo nucleo del convento, poi ampliato dai Conventuali di San Francesco. Oggi l’ex convento ospita il Comune ed il polo bibliotecario di Bolsena.

Nel 1578 viene realizzata la piazza e la nuova porta d’accesso alle mura su progetto di Ippolito Scalza. Poi man mano nei secoli a seguire sono innalzati gli edifici che abbracciano quasi completamente la piazza.

Entriamo all’interno del borgo attraverso la porta e percorriamo via Cavour. Lo sguardo non ha tregua e viaggia da destra a sinistra per cogliere piccoli particolari e scorci deliziosi. Facciamo mille deviazioni per i vicoli che si dipanano dalla via principale. È una meraviglia.

Certo il meteo, tanto per cambiare, non ci assiste con una giornata serena e assolata.

Ma se Bolsena è una meraviglia col cielo bigio, immagino in una giornata di bel tempo!

Piazza San Rocco

Arriviamo in piazza san Rocco, dove la protagonista è senza dubbio la bella fontana rinascimentale voluta dal cardinale Giovanni de’ Medici.

È detta anche fontana di San Rocco perché, secondo la tradizione, il Santo vi si dissetò e lavò durante una sosta a Bolsena. Miracolosamente una piaga che aveva, guarì.

Per ricordare l’evento, ogni anno, il 16 agosto, l’acqua della fontana viene benedetta durante la messa.

Ora ci iniziamo ad addentrare nel cuore del borgo, salendo verso la Rocca Monaldeschi della Cervara.

Una curiosa usanza

Già lungo via Cavour avevo notato dei curiosi vasi a forma di testa, appesi qua e là. Salendo nel fortilizio si moltiplicano e spuntano ovunque.

Sono rapita dalla loro varietà e incuriosita dal loro significato. Praticamente ho un book quasi completo!

Appesi o a terra, raffigurano teste femminili e maschili, satiri e sfingi.

Sono opera di Giuseppe Utano per la bottega La Medusa. Utano è uno scultore e ceramista originario di Messina, ma ormai residente da anni a Bolsena. Sicuramente, in questa sua produzione, c’è una una certa ispirazione alle teste di Moro siciliane.

Panorama | ©Francesca Boccini

Questa usanza potrebbe derivare dalla testa di Medusa che, per le popolazioni legate anticamente all’acqua, ha il significato di protezione.

Non a caso, le teste sono collocate vicino alle porte delle case, ma ne abbiamo trovate anche accanto ad una delle porte di accesso al borgo e del castello.

Infatti il nome di Medusa in greco antico aveva anche il significato di guardiana e protettrice. Senza dimenticare che la più temibile delle tre Gorgoni, figlie di divinità marine, aveva il potere di trasformare in pietra chiunque ne incrociasse lo sguardo.

Seguire il percorso alla scoperta di questi meravigliosi oggetti di artigianato, piccole opere d’arte, è anche un modo per distrarsi dalla fatica della salita.

In cima si è ripagati con una spettacolare vista sul lago.

Rocca Monaldeschi della Cervara

Il castello ha origini nel 1100 ca. quando papa Adriano IV decide di fortificare alcuni centri lungo la Cassia, afflitti dalle invasioni barbariche. Prende poi il nome dalla potente famiglia che governa il territorio fra XIV e XV secolo. A loro dobbiamo l’aspetto attuale grazie alla costruzione delle torri e delle mura perimetrali.

Rocca Monaldeschi della Cervara | ©Fabio Magno

Se si è appassionati di castelli, non si può restare indifferenti. È un bell’esempio di fortilizio che ha conservato perfettamente il suo volto medievale.

Museo Territoriale del lago di Bolsena

All’interno ospita, dal 1991, il Museo Territoriale del Lago di Bolsena.

Il museo è suddiviso in 3 parti. Una sezione che, attraverso plastici e pannelli, spiega la formazione del territorio e del lago ed i primi insediamenti umani.

Una seconda racconta il periodo etrusco e romano di Bolsena attraverso alcuni manufatti rinvenuti nel vicino sito archeologico di Poggio Moscini.

Da lì proviene il cosiddetto Trono delle Pantere in terracotta.

È stato rinvenuto nella Casa delle Pitture, frammentato in moltissimi pezzi. Era una seduta utilizzata nei rituali in onore del dio Bacco.

Nel 186 a.C. il Senato di Roma decise di vietare questi riti al di fuori dei templi dedicati al dio, perché stavano minando la moralità del popolo.

Per questo venne ridotto in pezzi. Con quelli rinvenuti è stato ricomposto.

È un reperto singolare, non ricordo di averne mai visti di simili.

Il percorso museale si conclude con l’acquario, inaugurato nel 2011. Premesso che gli animali ci piace vederli in libertà, questa sezione non ci è sembrata un “da non perdere”. Vasche estremamente piccole e una certa incuria nella loro manutenzione ci hanno lasciato decisamente perplessi.

Ci ha ripagato invece la passeggiata sui camminamenti e la vista eccezionale che si gode dall’alto della Rocca.

Da qui si può ammirare tutto il lago nella sua estensione e le due isole – Martana e Bisentina.

La vista dalla Rocca | ©Fabio Magno

Private e ricche di storie e leggende accendono la mia curiosità: prima o poi riuscirò a visitarle!

Abbiamo percorso i vicoli del quartiere del Castello per tornare a piazza Matteotti. Lungo la via si vedono bene le mura fortificate ed i bastioni.

Da qui abbiamo imboccato via Roma per raggiungere l’altro polo di Bolsena.

La Collegiata di Santa Cristina

È un complesso articolato che comprende la grotta di Santa Cristina sulla quale, già prima dell’VIII secolo, era stata costruita una chiesa, in modo che l’altare coincidesse con il sepolcro della Santa. È su questo altare che, nel 1264, si compie il miracolo eucaristico di cui abbiamo raccontato sopra.

Collegiata di Santa Cristina | ©Fabio Magno

La Basilica è posteriore. La bella facciata rinascimentale è stata realizzata tra il 1493 ed il 1497 da Benedetto e Francesco Buglioni su commissione del cardinale Giovanni de’ Medici.

Si dice che abbiano riadattato uno dei progetti presentati nel 1490 per la Basilica di Santa Maria del Fiore a Firenze.

Uno degli eventi più suggestivi che si svolgono ogni anno – Covid permettendo –  a Bolsena sono senza dubbio i Misteri di Santa Cristina.

Nella grotta di Santa Cristina | ©Francesca Boccini

La festa della Santa ricorre il 24 luglio.

La notte precedente, la sua statua viene portata in processione attraverso 5 piazze del borgo.

In ognuna di esse, su palchi approntati per l’occasione, i bolsenesi danno vita ad una muta ed immobile rievocazione dei momenti più drammatici della sua passione, fino al rientro della statua in Basilica all’alba.

I Misteri di Santa Cristina sono una manifestazione di devozione ed affetto popolare verso la patrona dalle origini antiche.

Se ne trova traccia per la prima volta in documenti del XVI secolo, ma probabilmente già si svolgevano da molto prima.

Torniamo in piazza Matteotti per attraversare la via Cassia e raggiungere il lungo lago.

Verso il lago

Lo facciamo percorrendo viale Colesanti, la strada realizzata tra 1867 e 1871 per collegare la piazza con il lago ed il porticciolo.

È un viale scenografico dove villette inizio Novecento si nascondono fra quelle più recenti. Spettacolari i platani secolari che ci fanno ombra lungo il cammino e le enormi ortensie che qui paiono aver trovato il loro habitat naturale.

Tanto che ogni anno a Bolsena l’evento che dà il benvenuto all’estate è la Festa delle Ortensie. Quest’anno si svolge il 18, 19 e 20 giugno.

Sul lungo lago si respira un’atmosfera da vacanza. Sono tanti i turisti che scelgono Bolsena per trascorrere le vacanze, attratti non solo dalla bellezza del posto, dall’accoglienza e calore delle persone. Anche da tante alternative di ospitalità: dal tradizionale hotel all’agriturismo o al campeggio, ognuno riesce a trovare la soluzione preferita.   

il borgo di Bolsena dal porticciolo | ©Fabio Magno

Bolsena – I sapori nei dintorni

La salita fino al castello e poi ritorno al lago presi col giusto spirito sono agevoli. Comunque passeggiare mette appetito e si sa.

Abbiamo così deciso di fermarci al ristorante Il Toscano. Si trova sulla via Cassia, nel tratto che attraversa Bolsena. Posticino ben tenuto. Buona la cucina. Qui è possibile variare dai piatti di pesce, non solo di lago, a quelli di contaminazione toscana.

Se vuoi provare uno dei piatti tipici di Bolsena: il coregone arrosto alle erbe aromatiche!


Bolsena – Info utili

Ecco quanto ti serve per programmare la tua passeggiata a Bolsena. Desideri saperne più? Commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa qui sotto e ottieni il percorso.

  • I parcheggi sono per lo più a pagamento, se ne trovano in più punti al di fuori del borgo.
  • Museo Territoriale del lago di Bolsena. Gli orari di apertura possono variare a seconda della stagione. Da 1/05 al 15/07 aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19. Dal 16/07 al 9/09 tutti i giorni dalle 10 alle 10. Biglietto € 5. Il Museo fa parte del Sistema Musei del Lago di Bolsena: richiedendo gratuitamente la Musei Card nel primo museo visitato, è possibile accedere agli altri con biglietto ridotto.
  • Basilica di Santa Cristina. Aperto tutti i giorni. Visite dalle 9:30 alle 12:20 e dalle 15:30 alle 17:30.
  • Catacomba di Santa Cristina. Aperto tutti i giorni. Orario estivo: dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18. Orario invernale: dalle 10 alle 12 e dalle 15:30 alle 17. Biglietto: intero € 5, ridotto (bambini e ragazzi fino a 15 anni) € 3.

Ti è piaciuta la nostra visita a Bolsena?

Ecco le nostre tips local in giro in città, o per un Fuori Porta da provare!

Cerchi altre idee per altri luoghi da visitare?

Raccontaci la tua: commenta qui o contattaci sul nostro profilo Instagram o la pagina Facebook!

Usa #LoveLiveLocalIta #Localtrotters

♥️

Donazione

Se ti va, offrici un caffè!

Related posts

San Valentino: 5 idee per una giornata insieme.

Assisi: una giornata sulle orme di san Francesco

Presepe vivente 2023: i 10 da vedere nella Tuscia

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice. Leggi