Il quartiere EUR a Roma: cosa vedere.

Il quartiere Eur è uno di quei luoghi che di solito noi romani viviamo distrattamente.

Siamo nel quadrante sud ovest della città, dove troviamo un’alta concentrazione di uffici. Trafficato e caotico dal lunedì al venerdì, si trasforma in meta di shopping, eventi e passeggiate nel week end.

È un luogo dai grandi spazi, dall’impianto urbanistico geometrico, dagli edifici colossali.

Spesso quando si parla del quartiere EUR si fa riferimento alla pittura metafisica di De Chirico, perché i colonnati e gli ampi viali del pittore sembrano riproporsi qui. Bisbigliandoci di atmosfere malinconiche di solitudine.

Decisamente diverso dalla Roma puntellata di memorie storiche antiche e barocche del centro.

Dettaglio del Palazzo della Civiltà Italiana | ©Fabio Magno

Eppure anche qui c’è tanta storia, ma ha una veste “moderna” e lineamenti geometrici che neanche il dopoguerra è riuscito a mascherare.

Il quartiere EUR – La storia

L’EUR (acronimo di Esposizione Universale di Roma) nasce alla fine degli anni ’30 quando Giuseppe Bottai, governatore di Roma, propose a Mussolini di candidare la città all’Esposizione Universale del 1942. Il nome originario del progetto era E42.

La cupola della Basilica dei Santi Pietro e Paolo | ©Francesca Boccini

In questo modo il regime avrebbe potuto dimostrare al mondo il genio della grande civiltà italica.  

Il 1942 sarebbe stato anche il ventesimo anniversario della marcia su Roma.

Il progetto avrebbe celebrato l’avvenimento con una mostra innovativa allestita in moderni edifici, invece che nei soliti padiglioni temporanei delle esposizioni precedenti.

Dopo la Roma degli imperatori e quella dei papi, la nuova città avrebbe mostrato al mondo la grandiosità e la modernità del regime fascista.

La scritta sul Palazzo degli Uffici | ©Francesca Boccini

Mussolini dà l’avvio ai lavori il 28 aprile del 1937 con la posa della prima pietra e la piantumazione del primo pino domestico nell’area scelta, in prossimità delle Tre Fontane. In quello stesso anno si costruiscono gli alloggi degli operai.

Ma prima dello sconquasso della II Guerra Mondiale, pochi edifici sono terminati.

Nel 1944, le truppe tedesche, che avanzavano dal mare, occupano la zona e, dopo il 2 giugno, gli Alleati.

La fine della guerra lascia il quartiere incompiuto e devastato.

Finché i lavori riprendono nel 1951, rispettando solo alcuni aspetti il progetto originario, come il laghetto artificiale e gli spazi verdi.

Nel nuovo quartiere troveranno sede enti, ministeri ed uffici della neonata Repubblica.

L’occasione per dare al quartiere una nuova vita sarà anche la candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del ’60.

Nei decenni successivi, il quartiere EUR si arricchisce di nuove strutture. Il Palazzo dello Sport, la Piscina delle Rose ed il Velodromo (abbattuto nel 2008 tra molte polemiche) per le Olimpiadi. Il grattacielo dell’Eni e quello (oggi) dell’Unicredit negli anni Sessanta. Fino ad arrivare al Roma Convention Center inaugurato nel 2016.

Il quartiere EUR – Il progetto E42

L’Ente Autonomo Esposizione Universale di Roma presieduto dal senatore Cini nomina Marcello Piacentini coordinatore tecnico del progetto E42. Architetto di regime, già aveva ricoperto lo stesso ruolo per la realizzazione della Città Universitaria di Roma (ovvero La Sapienza).

Tipico viale dell’EUR | ©Fabio Magno

Il dibattito italiano tra tradizionalisti e modernisti si era già consumato a cavallo tra anni ‘20 e ’30. Aveva assunto una connotazione politica e si era scontrato col crocianesimo imperante. Le vere istanze del Razionalismo di Gropius e Le Corbusier vengono sminuite, anzi considerate ostacolo al godimento dell’opera.

Il gruppo che elabora il progetto con PiacentiniPiccinato, Rossi, Vietti e Pagano – è giovane, ma l’E42 è frutto di compromesso ed i singoli concorsi per gli edifici non consentono grandi libertà espressive.

Ne scaturisce uno stile accademico improntato al classicismo con una forte vocazione monumentalistica e pochissime concessioni razionaliste. Gli edifici, realizzati in cemento armato, dovevano presentare un rivestimento in marmo e travertino. Questo avrebbe accentuato il legame tra la Nuova Roma e quella Imperiale.

L’EUR è comunque ancora oggi indicato come modello di sviluppo urbanistico. Il complesso architettonico è inscritto all’interno di un pentagono e l’impianto viario riprende il tipico modello romano a vie ortogonali. In questo modo i principali edifici sorgono agli estremi dei viali – come fondali scenografici – e si guardano fra loro.

L’E42 era tagliato simmetricamente in due dalla Via Imperiale che avrebbe collegato la Vecchia Roma al mare. Oggi è la via Cristoforo Colombo.

In maniera sfacciatamente scenografica, nel punto in cui oggi sorge il Palazzo dello Sport, era previsto un avveniristico arco in alluminio dalle dimensioni colossali (con una luce di 330 mt.), che avrebbe richiamato la magnificenza degli archi di trionfo romani.

Il punto scelto per l’arco mai realizzato | ©Fabio Magno

L’Arco dell’Acqua e della Luce, progettato da Libera, rimane sulla carta.

Mentre i grandi spazi verdi ed il laghetto artificiale sono realizzati nel dopoguerra. 

Quartiere EUR – Cosa vedere

Sia che si arrivi all’EUR in metro (ci sono tre fermate della linea B – Magliana, Palasport, Fermi) che in auto il consiglio è quello di iniziare il giro dalla Basilica dei Santi Pietro e Paolo.

La Basilica dei Santi Pietro e Paolo

È il punto più alto del quartiere e da qui si comprende immediatamente la struttura geometrica dell’impianto urbanistico.

Basilica dei Santi Pietro e Paolo | ©Fabio Magno

La chiesa è costruita in asse con l’Archivio di Stato che, nel progetto originario, avrebbe accolto la mostra delle corporazioni e dell’autarchia. Di grande impatto scenico la monumentale scalinata che la collega a viale Europa, coronata dalle due grandi statue dei Santi.

Innalzata su un preesistente oratorio dell’Arciconfraternita dei Pellegrini, la basilica occupa uno degli angoli del pentagono in cui è inscritto il quartiere, sullo stesso lato del Palazzo della Civiltà del Lavoro.

Particolare della Basilica | ©Fabio Magno

La vicinanza dei due edifici intendeva simboleggiare la vicinanza tra stato e chiesa, sancita con i Patti Lateranensi del 1929.

La Basilica guarda il Colosseo quadrato | ©Fabio Magno

Il progetto firmato da Arnaldo Foschini è del 1938 e la costruzione dei lavori inizia l’anno successivo.

Presenta un’insolita, per l’epoca, pianta a croce greca sormontata da una cupola di 31 metri di diametro ricoperta in ardesia. Si dice che nel progetto originale fosse prevista una cupola dorata che, però, mal si accordava con il resto del complesso architettonico tanto da ripiegare su quest’altra soluzione.

Sia il cantiere che l’area furono oggetto di bombardamenti e scontri tra tedeschi ed italiani nel 1943.

Per questo motivo l’apertura della chiesa al culto avvenne solo nel 1955 e, dieci anni dopo, papa Paolo IV ne sollevò il titolo a basilica minore.

Interno della Basilica | ©Fabio Magno

Scendendo lungo viale dei Santi Pietro e Paolo, imboccando via dell’Astronomia e girando a sinistra su via Pasteur si raggiunge l’edificio più iconico del complesso architettonico dell’EUR: il Palazzo della Civiltà Italiana.

Il Palazzo della Civiltà Italiana

Più noto come palazzo della Civiltà del Lavoro o, ai romani, come Colosseo Quadrato, è ormai elevato a uno dei simboli del quartiere, ma anche di Roma, avendone modificato lo skyline. È infatti visibile da più punti della città.

Palazzo della Civiltà Italiana | ©Fabio Magno

Progettato da Guerrini, Lapadula e Romano, incarna in toto gli elementi principali dello stile architettonico dell’EUR. Le dimensioni colossali, la forma geometrica, l’elemento classico dell’arco – ripetuto 216 volte –  creano uno stretto legame stilistico con il Colosseo.

Archi | ©Fabio Magno

Avrebbe dovuto accogliere la mostra delle più illustri personalità della storia italiana da Augusto a Mussolini.

I lavori iniziarono nel 1938 e la sua inaugurazione – a lavori ancora in corso –  avvenne nel 1940, quando ancora non era finito.

Dettagli | ©Fabio Magno

Nelle arcate al piano terra si trovano 28 statue, allegorie delle virtù del popolo italiano. Le stesse sono condensate nella grande scritta che corona il palazzo.

Completano l’apparato decorativo plastico quattro statue equestri agli angoli del perimetro. Si tratta dei Dioscuri – Castore e Polluce – opera di Publio Morbiducci ed Alberto Felci. Altro richiamo all’Antica Roma.

Dal 2016 è il quartier generale della casa romana di moda Fendi. Non è facile, oggi, visitarlo. Una delle recenti occasioni sono state le Giornate FAI d’Autunno.

Proseguendo lungo il viale della Civiltà del Lavoro si giunge davanti al palazzo degli Uffici.

Il Palazzo degli Uffici

È il primo edificio ad essere completato nel 1939 perché doveva accogliere gli uffici dell’Ente Esposizione universale di Roma, costituito nel 1936. Ha mantenuto la sua funzione nel tempo ed oggi ospita gli uffici dell’EUR s.p.a. la partecipata che gestisce l’intero patrimonio dell’area.

Palazzo degli Uffici | ©Francesca Boccini

Progettato da Minnucci, è composto di due edifici perpendicolari tra loro. Il primo a pianta quadrata con cortile interno, sede degli uffici, collegato al secondo a pianta rettangolare.

Questo oggi è il Salone delle Fontane, uno spazio eventi di 2.000 mq. dove speriamo di tornare presto a godere di alcune delle manifestazioni più interessanti organizzate in città.

Salone delle Fontane | ©Francesca Boccini

In origine questa struttura era adibita a biglietteria per l’Esposizione Universale del ’42.

Ad accogliere il pubblico internazionale proveniente da ogni dove, il “Genio del Fascismo” di Italo Griselli: una statua bronzea di giovane raffigurato col braccio destro alzato.

La statua – sopravvissuta alla disfatta del regime – nel dopoguerra è diventata il “Genio dello Sport” grazie all’aggiunta di guantoni da pugile.

Il Genio dello Sport | ©Francesca Boccini

Viale della Civiltà del Lavoro è uno dei principali assi viari del quartiere. Ad un estremo il palazzo omonimo che guarda, sul lato opposto, il Palazzo dei Congressi.

Bisogna attraversare l’incrocio con via Cristoforo Colombo per raggiungerlo.

Il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi

Forse l’edificio più interessante dal punto di vista architettonico.

Nasce nel 1938 su progetto di Adalberto Libera, ma è portato a termine solo nella prima metà degli anni ’50.

Palazzo dei Congressi | ©Fabio Magno

Si tratta di una rivisitazione del classico impianto basilicale. Ad accogliere il pubblico, infatti, Libera progetta un nartece – uno spazio tipico nelle basiliche paleocristiane che precedeva la facciata – con 14 pilastri.

Il corpo di fabbrica è a pianta quadrata con un’altezza di 40 metri, sormontato da una volta a crociera. All’interno tutti gli elementi come scale e ballatoi sono costruiti addossati alle pareti perimetrali così da ottenere un spazio libero al centro dell’edificio.  

Si diceva che l’enorme volume creato dalla struttura potesse contenere il Pantheon.

Palazzo dei Congressi | ©Fabio Magno

Ed è in virtù di questo che durante i Giochi Olimpici del 1960, il palazzo ospita le competizioni di scherma.

Sulla terrazza che guarda verso i Castelli Romani, Libera progetta un teatro all’aperto, ancora oggi grande punto attrattivo dell’edificio.

Alle spalle di Palazzo dei Congressi c’è via dell’Arte lungo la quale si trovano il Museo della Civiltà Romana e l’Archivio Centrale dello Stato. Prima però è il caso di soffermarci un attimo a piazza Guglielmo Marconi.

Piazza Guglielmo Marconi

Noi romani la chiamiamo semplicemente l’Obelisco. Una piazza di dimensioni importanti dove le carreggiate sempre trafficate della via Cristoforo Colombo circondano la stele intitolata al padre della radio.

Piazza Guglielmo Marconi | ©Francesca Boccini

La Piazza Imperiale è il cuore del progetto E42. Sia perché è il punto centrale del pentagono in cui è inscritto l’EUR, sia perché è circondato da 4 edifici che dovevano accogliere altrettante mostre dell’Esposizione Universale.

L’Obelisco di Marconi è opera dello scultore Arturo Dazzi: una piramide tronca alta 45 metri in cemento armato rivestita da 92 pannelli di marmo di Carrara scolpiti ad altorilievo.

Il progetto prende vita nel 1939 con l’intento di celebrare la più grande invenzione di Guglielmo Marconi. Dazzi ne porta a compimento i primi due registri, ma la guerra interrompe il progredire dei lavori.

All’inizio degli anni ’50 si fa largo l’ipotesi di abbattere i due registri esistenti. Ma dopo il ’53, in vista delle Olimpiadi del ’60, Dazzi ottiene nuovi finanziamenti per portare a termine l’opera (1959).

Certo è che i vent’anni trascorsi tra l’inizio e la fine dei lavori hanno segnato delle forti differenze stilistiche nell’altorilievo dove sono raffigurati cortei e momenti celebrativi della vita del celebre inventore. I primi due livelli, infatti, presentano linee più levigate e forme più arrotondate rispetto alle successive che appaiono quasi sbozzate nel marmo. 

Guardando la stele, spalle al laghetto dell’EUR, sul lato destro la piazza è abbracciata dal MuCiv – Museo delle Civiltà. Istituito nel 2016, raccoglie le collezioni di diversi musei:

  • Luigi Pigorini, museo preistorico etnografico
  • Lamberto Loria, museo delle arti e tradizioni popolari
  • Alessandra Vaccaro, museo dell’alto Medioevo
  • Giuseppe Tucci, museo d’arte orientale
  • Ilaria Alpi (ex Museo Coloniale), museo italo africano.

La Nuvola

Visto che siamo in zona, facciamo un’ulteriore deviazione lungo via Cristoforo Colombo, per l’ultimo nato nel quartiere: il chiacchieratissimo Nuovo Centro Congressi, più noto come La Nuvola, inaugurato nel 2016.

La Nuvola | ©Fabio Magno

Il progetto dell’architetto Massimiliano Fuksas si porta dietro infinite polemiche sui tempi ed i costi di realizzazione. Ma è innegabile che traghetti l’EUR nella più attuale contemporaneità.

Particolare interno | ©Francesca Boccini

Si tratta di una struttura a base rettangolare in acciaio e vetro, una teca che ricollega idealmente l’edificio alle forme “storiche e geometriche” del quartiere. Al suo interno, una struttura calandrata che sembra sospesa e che, con le sue forme richiama appunto una nuvola. Dentro vi trova posto un auditorium da 1.800 persone.

Tornando su viale dell’Arte, arriviamo all’Archivio Centrale dello Stato.

L’Archivio Centrale dello Stato

Nel 1938 De Renzi e Pollini – vincitori ex-aequo del concorso – lavorarono insieme alla realizzazione dell’imponente edificio che avrebbe ospitato la mostra del corporativismo e dell’autarchia.

Ispirato al concetto di agorà, presenta tre corpi di fabbrica predisposti intorno al piazzale quadrato (oggi piazzale degli Archivi).

Archivio Centrale dello Stato | ©Fabio Magno

I lavori, iniziati nel 1939, si interrompono a causa del conflitto, per riprendere nel secondo dopoguerra. Nel 1953, il palazzo sarà scelto come sede dell’Archivio Centrale dello Stato.

Oggi è una realtà viva che conserva circa 160 km lineari di documenti statali oltre a quelli di enti pubblici e privati, 250 archivi personali di figure della politica e della cultura. Al suo interno anche una biblioteca con un patrimonio di oltre 200.000 unità.

I suoi ambienti si sono arricchiti, negli ultimi anni, di opere d’arte donate da diversi artisti.

Fra queste, quella più sorprendente è sicuramente “Al passo della Costituzione con il Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto. L’opera, realizzata in occasione del 70° anniversario della Costituzione Italiana, è inaugurata il 21 dicembre 2018.

Il Terzo Paradiso è la terza fase dell’umanità e si realizza nella fusione fra il primo ed il secondo paradiso: connessione equilibrata tra l’artificio e la natura.

Ecco quindi che il simbolo del Terzo Paradiso è la riformulazione del segno matematico dell’infinito, dove i due cerchi esterni rappresentano tutte le diversità e le antinomie, mentre l’anello centrale è il punto di congiunzione dei due estremi.

Il Terzo Paradiso è un progetto che si esplica attraverso le attività di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto che mira a produrre un cambiamento responsabile nella società.

In questo contesto particolare, l’istallazione congiunge due ali dell’Archivio Centrale e crea un ponte – fisico e simbolico – fra la memoria cartacea e quella digitale.

Al passo della Costituzione con il Terzo Paradiso | ©Fabio Magno

Il Laghetto dell’EUR

Eccoci giungere in fondo alla nostra passeggiata, arrivando al laghetto artificiale.

Il Laghetto | ©Francesca Boccini

Nel dopoguerra, l’architetto paesaggista de Vico riprende il progetto elaborato nel ’37 con Piacentini. Questa volta con la collaborazione dell’ingegnere Claudio Biuso, che si occupa degli aspetti strutturali ed idraulici.

Il punto più scenografico: il piccolo colle di fronte all’Obelisco, che avrebbe dovuto ospitare l’Arco di Libera, è oggi abitato dal Palazzo dello Sport di Nervi. Una delle strutture costruite per i Giochi Olimpici di Roma’60.

Palazzo dello Sport su Giardino delle Cascate | ©Fabio Magno

Un’altra è la Piscina delle Rose – ancora oggi attiva – che troviamo passeggiando lungo il lago.

Mentre nel fine settimana gran parte del quartiere si svuota, assumendo quella malinconica atmosfera a tratti metafisica, questa parte si anima.

La vista dal Giardino delle Cascate | ©Fabio Magno

Con i suoi ampi prati verdi è un luogo molto amato da grandi e piccini: c’è chi corre, chi fa picnic, chi passeggia.

Ultimamente è tornato allo splendore originale un punto del lago per anni inaccessibile. È il Giardino delle Cascate che rende molto suggestivo il lato del parco sotto il Palazzo dello Sport di Luigi Nervi.

Il lago è circondato da una bella passeggiata che diventa affascinante tra la fine di marzo ed aprile. Intitolata infatti Passeggiata del Giappone, è corollata di parte dei 2500 alberi di ciliegio donati a Roma nel 1959 dal primo ministro nipponico in visita di stato in Italia, come simbolo di unione e fratellanza fra i due popoli.

Lungo la Passeggiata del Giappone | ©Fabio Magno

La fioritura dei ciliegi – Hanami – è uno spettacolo meraviglioso. Nella cultura giapponese è l’usanza di contemplare e godere della bellezza della fioritura. Un modo per entrare in sintonia con la natura e tornare a ritmi meno caotici.

Fioritura dei ciliegi | ©Francesca Boccini

È emblematico che ciò accada in un quartiere come l’EUR dove il tempo è scandito sempre dai ritmi lavorativi, intensi e frenetici.


Il quartiere EUR – I Sapori nei dintorni

Continuiamo a raccontarvi dei posti in cui siamo stati sperando siano un momento d’evasione ed ispirazione. Il Lazio è – al momento – zona arancione e quindi non c’è possibilità di godersi una pausa gastronomica. Aggiorneremo con alcuni posticini buoni nel quartiere EUR, appena la situazione consentirà.


Il quartiere EUR – Info Utili

Ecco quanto ti serve per programmare la tua visita al quartiere EUR a Roma. Se desideri saperne più, commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso.

Essendo un quartiere, puoi scegliere il momento che preferisci per la tua visita.

Feriale, festivo, di giorno o di sera.

È possibile raggiungere l’EUR in auto, ma la maggior parte dei parcheggi sono a pagamento, tranne la domenica e festivi ed alcune aree (ad esempio nei pressi della Basilica dei SS. Pietro e Paolo).

L’EUR è collegato molto bene con i mezzi pubblici: si trova sulla linea B della metro con ben 3 fermate.

Basilica dei Santi Pietro e Paolo: aperta tutti i giorni, dal lunedì alla domenica. Orario: dalle 6:30 alle 12 e dalle 16 alle 19. Domenica dalle 7:30 alle 13 e dalle 16 alle 20.

Museo delle Civiltà – MuCiv: aperto il martedì ed il giovedì. Orario: dalle 8 alle 19. Biglietto: intero € 10, agevolato € 2 (per i cittadini dell’’UE di età compresa tra i 18 e i 25 anni), abbonamento annuale € 22.

Museo della Civiltà Romana: il museo è chiuso al pubblico fino al termine dei lavori di riqualificazione. Contiene una vasta collezione di riproduzioni, plastici e testimonianze della cultura materiale dell’Antica Roma.

Roma Convention Center – La Nuvola: prima dell’emergenza venivano organizzate visite guidate, al momento sospese. Restiamo in attesa di aggiornamenti.

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