Camogli: alla scoperta della città dei mille bianchi velieri.

Camogli è la quintessenza del borgo marinaro.

Conosciuta anche come la “città dei mille bianchi velieri”, nasce come borgo di pescatori per trasformarsi nel tempo in una delle forze marinare d’Europa.

Eppure è un piccolo centro, schiacciato tra le alture ed il mare. Ma è proprio la sua posizione ad assicurarle un clima mite praticamente tutto l’anno. E una lunga coda d’estate.

Se il meteo lo permette, a Camogli è possibile regalarsi una giornata di mare fino a settembre inoltrato, se non fino ai primi di ottobre.

È uno dei periodi migliori per trascorrere una giornata da queste parti. Scoprire la cittadina gironzolando tra i caróggi e i suoi palazzi variopinti. Godersi qualche ora di mare sulla spiaggia di ciottoli.

Inoltre, intorno al secondo week end di settembre, ogni anno ospita il Festival della Comunicazione. Le sue principali piazze e le terrazze sul mare per 4 giorni diventano punto di incontro e scambio culturale e non solo. Al festival partecipano personaggi autorevoli provenienti da tanti ambiti diversi per esplorare ogni anno un tema diverso. Il programma è sempre molto ricco e la partecipazione è gratuita e aperta a tutti.  

Camogli è anche un ottimo punto di partenza per diverse escursioni. Dal porticciolo parte il battello per San Fruttuoso, un angolo di mondo di straordinaria bellezza (qui trovi la nostra visita all’abbazia).

Oppure è possibile avventurarsi nel Parco Regionale di Portofino.

A noi è piaciuto tantissimo il percorso verso Punta Chiappa. L’abbiamo fatto a settembre e ci siamo goduti un fantastico bagno finale, prima di tornare indietro (qui trovi l’articolo).

Via della Repubblica | ©Fabio Magno

Mentre un’altra volta abbiamo percorso uno dei sentieri che attraversa il parco e che collega Camogli a Portofino (se sei curioso, puoi leggere qui l’articolo).

Ma perché la chiamano la “città dei mille bianchi velieri”?

Camogli – Un po’ di storia

Il primo insediamento è stato individuato grazie al ritrovamento di alcune ceramiche datate al XII secolo a.C. e di tre capanne risalenti tra XIV e XII a.C. Era in località Castellaro, lungo il Rio Gentile, e stiamo parlando di preistoria.

Solo nel V secolo d.C. la popolazione è scesa dalle alture, andando a costituire un primo centro abitato nella zona dell’attuale porticciolo.

Alle spalle de l’Isola | ©Fabio Magno

È intorno all’anno Mille che Vila Camuli compare nei documenti dei Vescovi di Milano come parte dei domini.

Che significa Camogli? L’etimologia di Camogli è ancora argomento di discussione.

Per tradizione infatti si racconta spesso che il suo significato sia casa delle mogli (da =casa e mogê=mogli). Essendo un borgo di pescatori e marinai, gli uomini erano spesso assenti perché in mare.

Ma secondo gli studiosi deriverebbe da un misto di greco e ligure che indica la terra in basso (cam=terra e gi=basso) in riferimento allo spostamento del centro abitato sul mare.

Il borgo marinaro nei secoli subisce saccheggi e assalti da terra e dal mare per mano di barbari e saraceni finché nel XVI secolo non si unisce alla Repubblica di Genova, che le assicura lavori di fortificazione e la sua protezione.

È sotto la dominazione napoleonica, prima, e l’annessione al Regno di Sardegna poi che Camogli vive una grande fase di espansione.

Una folta schiera di camogliesi diventano armatori, ricevendo commesse da tutta Europa. Nel 1856 la sua flotta conta più di 700 velieri. Per intenderci uno dei principali porti d’Europa, Amburgo, ne aveva 560.

Il numero dei suoi velieri che solcano i mari è talmente imponente che nel 1853 il camogliese Nicolò Schiaffino fonda la prima compagnia di assicurazione marittima al mondo: la Mutua Assicurazione Marittima Camogliese.

Passeggiata a Camogli

Il modo più comodo per raggiungere Camogli è il treno.

Scendendo alla stazione si è già in città ed è possibile raggiungere il borgo in pochi minuti. L’odore di mare ci giunge subito, forte ed avvolgente.

A Camogli si sale e si scende. Attraverso le tante scale che accorciano il percorso o attraverso i bei viali – come via della Repubblica – su cui si affacciano i palazzi dalle facciate affrescate, testimoni del glorioso passato della città.

Giunti nella piazza intitolata a Ido Battistone – maestro d’ascia e creatore del simbolo di Camogli, ü Dragun (qui ti spieghiamo cos’è) – si scende verso il porto.

ü Dragun in porto | ©Francesca Boccini

Che atmosfera di altri tempi!

Sembra di essere in un quadro, con le facciate colorate che fanno da cornice allo specchio d’acqua riparato dal molo costellato di barche. Quelle con reti ceste e verricelli, con cui ancora oggi si esce a pesca, sono piccole pennellate poetiche.

Consigliamo di farsi quattro passi fino al faro per goderselo a pieno. Anche perché percorrere i vicoli che circondano il porticciolo, passando sotto piccole volte e archi in pietra, è decisamente suggestivo.

Lungo via del Molo anche il romantico angolo “Cuori & Nodi d’Amore” dedicato agli innamorati che ogni anno a San Valentino appendono alla rete in fibra di cocco un cuore con i propri nomi.

L’angolo romantico dei Nodi & Cuori d’Amore | ©Fabio Magno

L’Isola

Tra il porticciolo e la passeggiata si innalza un gruppo eterogeneo di edifici. La chiamano l’Isola ed è uno degli angoli più affascinanti di Camogli.  

Si tratta di un vero e proprio isolotto che protegge la naturale insenatura in cui nasce il primo nucleo abitato. Collegato per secoli alla terraferma da una passerella di legno, è stato unito alla linea di costa dopo la metà del Cinquecento.  

Grazie alla sua posizione, fu utilizzato per costruirvi nel XII secolo Castel Dragone (detto anche della Dragonara) per proteggere il borgo dalle incursioni dei saraceni.

Castel Dragone | ©Fabio Magno

Per vedere com’era l’Isola basta salire alla Basilica di Santa Maria Assunta.

Sul sagrato, decorato da un bellissimo rissêu (il tipico mosaico ligure realizzato con sassi arrotondati), troviamo una raffigurazione dell’Isola nel 1518 su maioliche di ceramica. È opera dell’artista Alessia Ratti (2006).

L’Isola com’era nel 1518 | ©Fabio Magno

La basilica nasce anch’essa nel XII secolo. Ma all’inizio era una semplice cappella intitolata alla Vergine. Dava conforto ai soldati di stanza al forte, ma anche alla popolazione che, nei momenti di assalto, si rifugiava all’interno delle mura fortificate.   

Ricostruita nel Cinquecento e rimaneggiata più volte nei secoli, nel 1845 subisce l’intervento più radicale con l’ampliamento della pianta alle dimensioni attuali. Papa Giovanni Paolo II nel 1988 le concede il titolo di basilica minore.

Al candore della facciata fa da contraltare un interno, superbamente adorno di stucchi oro e marmi illuminato da un’infinità di lampadari in cristallo. Il contrasto lascia a bocca aperta.

Interno della Basilica | ©Fabio Magno

È bello salire fin su, all’ingresso del castello, e godersi l’affaccio sul quel mare, una volta continuamente scandagliato dagli occhi delle sentinelle.

Consigliamo di addentrarsi negli stretti vicoli tra i palazzi, di percorrerli con curiosità alla ricerca dei dettagli che li rendono unici. Uno di questi termina sulla scogliera.

Da qui si possono ammirare le mura del castello che sembrano fondersi con lo scoglio su cui è aggrappato indefessamente da secoli alla difesa di Camogli. Ma da qui si gode anche uno splendido tramonto sul Golfo Paradiso.

Tramonto suggestivo sul Golfo Paradiso | ©Fabio Magno

Via Giuseppe Garibaldi, la passeggiata a mare

Torniamo indietro e da piazza Colombo proseguiamo verso l’immagine di Camogli più conosciuta nel mondo: la passeggiata a mare con le sue facciate colorate che si susseguono lungo tutta la via, interrotte solo dalle scale che portano al mare.

Se Camogli per tradizione è la casa delle mogli, si racconta che i colori diversi degli edifici e i marcapiano evidenti che li dividono orizzontalmente, servissero agli uomini di mare per riconoscere la propria casa.

Altre voci raccontano che le mogli avessero l’abitudine di appendere tappeti e drappi fuori dalle finestre, quando il ritorno dei mariti era imminente, per agevolarli a riconoscere l’abitazione in cui dovevano tornare.

Percorriamo tutta la passeggiata che, in fondo, ci riporta dentro l’abitato. Ci fermiamo in largo Simonetti dove ci soffermiamo davanti a quella che sembra un’enorme padella appesa al muro.

La grande padella della Sagra del Pesce | ©Fabio Magno

In effetti è proprio una padella! Ma di dimensioni giganti con un diametro di 3,8 metri, un manico lungo 6 metri, il peso di 2,8 tonnellate e una capacità di 2.000 litri.

È la padella utilizzata alla Sagra del Pesce che dal 1952 accompagna la festa del patrono protettore di pescatori e naviganti, San Fortunato, la seconda domenica di maggio.

Giungiamo in fondo al nostro percorso con una piccola chicca per addentrarsi nella memoria storica del borgo.

A via Gio Bono Ferrari c’è il Museo Marinaro dove sono custoditi cimeli, documenti, quadri, fotografie e modelli donati dalle famiglie camogliesi. Preziose testimonianze del passato di Camogli e della potenza marinara che è stata.   


Camogli – I sapori nei dintorni

Voglia di un pezzo di focaccia da mangiare camminando o da portarsi in spiaggia?

Alla focacceria e pasticceria Revello si trova la classica fugàssa in tutte le sue varianti, ma anche la focaccia di Recco col formaggio.

Da provare la torta di riso, che a me ricorda sempre quella che preparava mia nonna. Infine meritano un assaggio i Camogliesi, le balette alcoliche. La versione originale è quella al rhum…Da volare via!

Dicono che Revello sia il migliore, ma un’ottima alternativa è il panificio In Sciö Canto. Farinata e focaccia ottime!

L’aperitivo da La Cage Aux Les Folles o nel delizioso portico di Fata Morgana con la birra Maltus Faber, microbirrificio di Genova.

Per un pasto seduti ci sentiamo di consigliare ancora una volta Lo Spuntino sulla passeggiata a mare che, senza troppi fronzoli, propone piatti della tradizione ligure e a base di pesce, acquistato dalla Cooperativa dei Pescatori di Camogli.


Camogli – Info utili

Ecco quanto ti serve per programmare la tua visita a Camogli. Se desideri saperne più, commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso.

  • Parcheggio. Se giungi in auto a Camogli, ci sono diverse aree per parcheggiare, quasi tutte a pagamento. Qui trovi quali sono e le relative tariffe.
  • Basilica di Santa Maria Assunta. Aperto: tutti i giorni. Orario: dalle ore 8:30 alle 12 e dalle 15 alle 19.
  • Museo Marinaro. Aperto: dal martedì alla domenica. Orario: dalle 9 alle 12. L’accesso è consentito a 4 persone per volta, è richiesta la prenotazione almeno un giorno prima online o allo 0185 729049. Biglietto: ingresso gratuito.

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