Eremo di Sant’Erasmo: una terrazza sul Monte Circeo.

L’Eremo di Sant’Erasmo è un piccolo angolo di paradiso immerso nel verde dei Monti Lepini con un affaccio straordinario sulla costa fino al Monte Circeo.

È una meta che non rientra nei soliti circuiti turistici, ma è il fuoriporta ideale per chi è in cerca di natura, relax e buon cibo.

Siamo in provincia di Latina, ad un centinaio di km da Roma. Da queste parti si viene per lo più per godersi il mare della splendida spiaggia di Sabaudia o per visitare l’affascinante Giardino di Ninfa o la bellissima Abbazia di Fossanova.

Invece noi ti vogliamo portare nell’entroterra, dove il passato si fonde con il mito delle vicende dell’Eneide. Dove i pellegrini si incrociavano sulla via Francigena del Sud. Chi proseguiva da Roma diretto verso i porti per la Terrasanta e chi camminava alla volta della Città Eterna.

Siamo in una terra di antiche famiglie e potenti comunità monastiche, di agricoltori e pastori. Dove le bonifiche pontine hanno ridato all’uomo nuovo spazio per produrre.

L’Eremo di Sant’Erasmo si trova nel piccolo comune di Roccagorga, una trentina di km da Latina.

Roccagorga

La prima volta ci ha portato qui il cuore.

Siamo venuti, infatti, per il matrimonio di due cari amici.

Il piccolo borgo, fondato nell’VIII secolo, è arroccato su uno sperone del Monte Nero a quasi 300 metri s.l.m.

Ci ha accolto nella sua incantevole piazza VI gennaio.

È un piccolo gioiello barocco.

Una piazza di forma ellittica con il palazzo baronale da una parte e la chiesa dei Santi Erasmo e Leonardo dall’altra.

Una scenografia studiata ad arte e realizzata in un momento di forte rinnovamento urbanistico voluto dai signori che governavano Roccagorga nel Settecento, i Ginetti di Velletri.

Siamo tornati per festeggiare l’inizio di una nuova avventura quando il nostro amico Elio ha deciso di aprire il suo ristorante, ospitato all’interno dell’Eremo di Sant’Erasmo.

Continuiamo a tornarci, meno spesso di quel che vorremmo, per ritrovarci, farci coccolare e godere della bellezza di questo angolo dei Monti Lepini.

Il sentiero | ©Fabio Magno

Il complesso

Sant’Erasmo è il santo patrono di Roccagorga ed ogni anno, la domenica che precede il 2 giugno, la comunità rocchigiana sale quassù per celebrare il Santo, portando il suo busto in processione.

Il complesso | ©Fabio Magno

Il complesso risale all’XI-XII secolo, quando alcuni monaci scelsero una vita isolata dedita alla preghiera e al lavoro della terra.

L’Eremo si trovava sulla via montana che collegava l’Abbazia di Fossanova a quella di Valvisciolo.

Ancora oggi mantiene intatto il suo fascino. L’ex-convento è in pietra e, come detto, ospita oggi il ristorante. La chiesetta presenta la facciata intonacata, ma il resto della struttura è rimasto in pietra come alle origini.

Fino al 1770 la chiesa di Roccagorga si curava del piccolo tempio dedicato a Sant’Erasmo. Poi, a salvaguardarne la sopravvivenza, è subentrata la devozione e l’affetto che i rocchigiani hanno per questo luogo.

Una signora una volta a settimana viene su dal borgo, a piedi, e si occupa di pulire, sistemare e curare. Anche tutti i fiori che addolciscono il volto sobrio del luogo.

All’interno, sull’altare, un affresco con Sant’Erasmo in abiti vescovili, una sua statua e tanti ex-voto.

La devozione per il Santo degli abitanti di Roccagorga si è dimostrata in due eventi.

La cura dei rocchigiani | ©Fabio Magno

Nel 1798 le truppe francesi saccheggiarono il borgo di tutto l’oro e l’argento, compreso il busto del Santo che ogni anno viene portato in processione. Le donne rocchigiane raccolsero il denaro necessario per riscattarlo dai soldati. E non deve essere stato un sacrificio da poco per la semplice popolazione.

Abbeveratoio con vista | ©Francesca Boccini

Nella memoria collettiva questo fatto deve essere stato tramandato. Durante la II guerra mondiale, infatti, i rocchigiani – in maniera previdente – nascosero il prezioso busto nella sagrestia della chiesetta all’Eremo. Salvandolo così dalle razzie delle truppe naziste.

L’Eremo visto dal sentiero | ©Francesca Boccini

Eremo di Sant’Erasmo e i Monti Lepini

L’eremo è il punto di partenza per un percorso ad anello per camminatori esperti che giunge al Monte Semprevisa (1536 m.), la cima più alta dei Monti Lepini.

Noi, che invece non siamo grandi trekker, abbiamo optato per un sentiero semplice.

Il sentiero | ©Francesca Boccini

Una camminata di un’oretta tra andata e ritorno che porta al cosiddetto “balcone”.

Un punto panoramico da cui si gode una vista eccezionale: tutta la pianura fino alla costa e al Monte Circeo.

Nelle giornate più limpide è possibile scorgere anche le Isole Ponziane.

I Monti Lepini sono una scoperta. La roccia chiara fa da sfondo al verde delle diverse specie di alberi e ai puntini colorati dei ciclamini selvatici e di altri fiori del sottobosco.

La loro posizione a metà strada fra la costa e gli Appennini fa sì che su questo versante, verso il mare, abbiano trovato posto querce e lecci accanto a pini.

Giunti alla terrazza ci godiamo la vista spettacolare sotto al volo di alcuni gheppi che ci fanno anche da colonna sonora.

Il balcone | ©Fabio Magno

È una terra dall’aspetto aspro e rude, soggetta ai fenomeni carsici. L’acqua si immerge attraverso le fessure della roccia calcarea nelle profondità, per ricomparire in sorgenti lungo le pendici. Ma lascia le cime aride.

Anche all’Eremo si trova una sorgente. L’acqua è fresca e pura, disponibile per tutti.

Alimenta anche un fontanile poco sotto, dove facciamo un incontro tenero ed emozionante, per chiunque venga dalla città.

Incontri | ©Fabio Magno

Le capre sono l’animale simbolo di questo territorio e incontriamo un gregge che, lungo la discesa a valle, si ferma ad abbeverarsi. Le mamme si occupano dei cuccioli che le assillano per una poppata, due maschi si prendono a cornate, i più ghiotti si inerpicano su alcuni arbusti per brucare.

Sono scene che riempiono gli occhi di meraviglia, anche se non si è più bambini!


Eremo di Sant’Erasmo – I sapori nei dintorni

Ora che siamo tornati all’Eremo, abbiamo la giusta fame per goderci le prelibatezze dello chef!

Quando ha dato vita al progetto del ristorante Eremo di Sant’Erasmo, Elio vi ha trasferito tutta la sua conoscenza culinaria e l’amore per il suo territorio. Ne nasce una cucina genuina, con spunti innovativi accanto alle ricette della tradizione locale, piatti creati sulle disponibilità stagionali e con prodotti del territorio.

Nell’antipasto del viandante oltre a formaggi e salumi locali, trovano posto alcuni assaggi di cucina tradizionale rocchigiana come la zuppa di pane e la polenta con il sugo di lumache.

Tra i primi regna la pasta fatta a mano e tra i secondi la carne alla brace, anche se non manca lo spezzatino di bufala. Ai dolci non ci siamo arrivati, ma i broccoletti stufati di Elio sono pura poesia!

Pietro ed il resto dello staff ci accolgono con una cortesia e una gentilezza unica, seguendoci con grande professionalità per tutto il pranzo.

Anche sulla cantina Elio ha dato spazio a etichette del territorio, come la Cantina Cincinnato. Il loro Ercole, un Nero Buono – vitigno autoctono delle colline di Cori – ha accompagnato degnamente il nostro pranzo.

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Eremo di Sant’Erasmo – Info utili

Ecco quanto ti serve per programmare la tua passeggiata all’Eremo di Sant’Erasmo. Desideri saperne più? Commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa qui sotto e ottieni il percorso.

  • L’Eremo si trova a circa 5 km dal Roccagorga. La strada è asfaltata, ma presenta un paio di tratti con pendenze notevoli. Comodo parcheggio gratuito.
  • Il ristorante Eremo di Sant’Erasmo. Aperto dal giovedì al sabato a pranzo e a cena, domenica solo a pranzo. Prenotazione consigliata: +393338838057
  • A Roccagorga c’è l’EtnoMuseo dei Monti Lepini. Alla scoperta della cultura e dell’identità locale del borgo e del territorio circostante. Aperto: dal martedì alla domenica. Orario estivo: dalle 16 alle 20 (mart.-ven.); sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20. Biglietto: intero € 2,50, ridotto € 1,50.

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