Famosa nel mondo per il suo Sacro Bosco (detto anche Parco dei Mostri, qui trovi il nostro articolo dedicato), la cittadina di Bomarzo custodisce nel suo territorio testimonianze della sua storia ancora avvolta nel mistero. Non si sa, infatti, con certezza a chi si debba la sua fondazione. Sicuramente quest’area è stata a lungo sotto dominio etrusco e romano.
Bomarzo farà parte dell’Impero Romano fino alla sua caduta, per poi subire più volte le invasioni di popoli barbari.
Non è un caso infatti che Bomarzo, insieme ad Amelia, Orte e Bieda faccia parte dei territori che il re longobardo Liutpadro donerà a papa Zaccaria nel 741, andando a costituire il nucleo originario del Patrimonio di Pietro (insieme a Sutri già donata nel 728).
Così Bomarzo, diocesi già dal VI secolo, vive un periodo di governo dei vescovi fino all’XI secolo, quando verrà soppressa. Resterà comunque nei territori dello Stato Pontificio fino al 1866, governata da diverse famiglie gentilizie.
Quella che ha lasciato la sua impronta più forte è sicuramente la famiglia Orsini, feudataria di Bomarzo fino al 1646.
È proprio sotto gli Orsini che il borgo vive, nel Cinquecento, un periodo di vivacità culturale ed artistica di cui il Duomo, il Palazzo ed il Sacro Bosco sono vive testimonianze ancora oggi.
Bomarzo – Il borgo
L’antico abitato è arroccato su un’altura, vigilato dall’imponente castello, mentre una parte prosegue al fuori assecondando l’orografia del terreno. Si vede chiaramente dalla strada d’accesso alla parte fortificata, una volta lasciatosi alle spalle la statua di Sant’Anselmo e varcata una prima porta.
Questa parte della passeggiata è, come da prassi, tutta in salita, almeno fino al varco nelle mura e all’arrivo all’ingresso di palazzo Orsini.
Gironzolando per i vicoli sembra di essere tornati indietro nel tempo.
Alcuni scorci del borgo ©Francesca Boccini
Palazzo Orsini
Nel 1519 Giovanni Corrado Orsini incarica a Baldassare Peruzzi di erigere un nuovo edificio – al tempo stesso residenza e fortezza – sui resti del preesistente castello medievale.
Alla sua morte i lavori sono presi in mano dal figlio Pierfrancesco II – più conosciuto come Vicino – al cui intervento si deve la loggia e l’appartamento della Galleria che sarebbe diventato la sua dimora e della moglie Giulia Farnese (da non confondere con l’omonima Giulia La Bella). Oggi vi ha sede il Municipio.
Nell’avvicendarsi di famiglie nobili che Bomarzo vive dal Seicento fino all’unità d’Italia (verrà annessa nel 1866), agli Orsini succederanno i Lante della Rovere fino al 1837 ed infine i Borghese.
Palazzo Orsini ©Francesca Boccini
A Ippolito Lante della Rovere si deve la modifica del primo piano del palazzo con la realizzazione del salone. Mentre risale al 1660-61 la sua decorazione ad affresco con Allegoria della Guerra e della Pace, opera di Lorenzo Berrettini, nipote di Pietro da Cortona.
Il Duomo
Poco più in là rispetto a palazzo Orsini si apre un’adorabile piazzetta su cui si affaccia, dall’alto della scalinata doppia, il Duomo intitolato a Santa Maria Assunta.
Le origini della chiesa si fanno risalire all’epoca longobarda, tra VII e IX secolo, come testimoniato da alcuni elementi decorativi superstiti.
La chiesa all’esterno presenta classiche linee rinascimentali ispirate all’architettura del Brunelleschi. Sicuramente il rifacimento in chiave cinquecentesca rientra negli interventi voluti dagli Orsini, come dimostrano le statue degli orsi.
Gli orsi in facciata @Fabio Magno
Anche l’interno presenta una scansione architettonica di stampo rinascimentale.
È suddivisa in tre navate scandite da pilastri in peperino locale che corrono verso l’altare, sotto il quale sono custodite le spoglie del santo patrono di Bomarzo: Sant’Anselmo. Fino al 1647 le reliquie erano conservate sotto l’altare di San Sebastiano, nella navata destra.
La parte più riccamente decorata del Duomo è quella dell’altare maggiore, sul quale campeggia una pala raffigurante il Santo Patrono che regge in mano Bomarzo e la rivolge verso la Vergine. Le pareti del presbiterio sono affrescate, a sinistra, con scene della Vita di Maria del XVI secolo e, a destra, Sant’Anselmo ed il miracolo delle ghiande del XVII secolo (ve ne parliamo qui).
Sul soffitto lo stemma Orsini appare accanto agli stemmi dei quattro Evangelisti e sull’arco di trionfo l’Incoronazione della Vergine del XVIII secolo affiancata dalle statue dei Santi Pietro e Paolo.
Affreschi nel presbiterio ©Fabio Magno
Quando si esce dalla chiesa è da notare la possente torre campanaria in blocchi di peperino. Eretta su una preesistente struttura di epoca etrusca reca, inglobata nelle mura, una lapide romana.
La torre campanaria e la lapide romana | ©Fabio Magno
Il pozzo alla base della scalinata del Duomo pare sia stato fatto costruire da Giulia Farnese come voto per la liberazione di Vicino Orsini, fatto prigioniero durante gli scontri fra le truppe di Carlo V e i principi protestanti e liberato nel 1547.
Bomarzo – Il Sacro Bosco
Il progetto di una vita per Vicino Orsini che ne affidò la realizzazione – pare – all’architetto Pirro Ligorio nel 1547. Il mistero che avvolge il Sacro Bosco è anche dovuto al fatto che alla morte di Vicino, nel 1585, venne abbandonato, cadendo nel dimenticatoio. Fino a quando Giancarlo e Tina Severi Bettini acquistano il fondo nel 1954 ed avviano il recupero e restauro delle statue e del giardino.
L’eco dell’esistenza di un Parco dei Mostri aveva però già iniziato a risvegliarsi già da qualche tempo. Se andate a scartabellare potrete trovare un video dell’Istituto Luce che mostra Salvador Dalì in visita nel 1948.
Di questo giardino ricco di storia bellezza e mistero vi parliamo in quest’altro articolo apposito perché vale la pena entrare nel dettaglio del suo – possibile – significato.
Bomarzo – Sant’Anselmo
Sant’Anselmo è il Santo Protettore di Bomarzo. All’interno del borgo si trova una chiesetta a lui dedicata, semplice ma incantevole.
Vescovo di Bomarzo nel VI secolo, di lui la tradizione orale ha tramandato diversi racconti.
Gli anni del suo vescovado combaciano con le incursioni degli Ostrogoti di Totila. Già una prima volta, quando i barbari stavano avvicinandosi alla città, era intervenuto per scongiurare il re di risparmiare la città.
Ma gli Ostrogoti tornarono ad assediare Bomarzo. Nuovamente Anselmo incontrò Totila ed il suo esercito. Questa volta, però, dopo aver segnato una croce del terreno, si narra che, il cielo si oscurò ed iniziarono a piovere ghiande di piombo che sparpagliarono i nemici.
Il 24 aprile si festeggia il Santo Patrono e dev’essere proprio uno dei momenti ideali per vedere il borgo nel pieno della sua vivacità. Il 25, infatti, le cinque contrade di Bomarzo (Dentro, Porgo, Poggio, Croci e Madonna del Piano) si disputano il Palio di Sant’Anselmo che affonda le sue origini nel XVII secolo.
Bomarzo – la Piramide Etrusca
I verdi dintorni di Bomarzo sono disseminati di testimonianze di un suo passato ancora non perfettamente decifrato. Tra questi, la Piramide Etrusca è senza dubbio la più sorprendente ed affascinante.
Ci hanno detto che ci sono almeno due strade per raggiungere la piramide, noi abbiamo usato quella che passa per la “tomba di Musetto”, un cavallo che morì durante il Palio di Sant’Anselmo del 2001.
Sentiero per la Piramide Etrusca e lapide di Musetto | ©Fabio Magno
Lasciata l’auto abbiamo proseguito lungo il sentiero fino ad un primo bivio dove affiorano le reminiscenze di un’antica strada etrusca. Imboccato il sentiero a destra siamo giunti ad un secondo bivio. Proseguendo sempre sulla destra abbiamo incontrato la tomba di Musetto.
Da qui l’itinerario si fa un po’ impervio, ma continuando a seguire i segni rossi su tronchi e massi si prosegue con una certa sicurezza.
Panorama lungo il sentiero | ©Fabio Magno
Seguendo il sentiero, di punto in bianco, si apre una piccola radura e la Piramide Etrusca è là.
Sono secoli che questo enorme masso di peperino, scolpito dalle mani dell’uomo, si trova qui in mezzo al bosco.
I più anziani del posto la chiamano il Sasso del Predicatore.
La Piramide Etrusca | ©Fabio Magno
È stata scoperta nel 1911. Dal 2008 se ne occupa Salvatore Fosci, come avevano fatto prima di lui il padre ed il nonno. La mantiene accessibile dalla vegetazione e ne diffonde la conoscenza al pubblico.
In quest’area ci sono altri numerosi reperti arcaici tra cui l’affascinante borgo rupestre di Santa Cecilia che attesta la presenza dell’uomo in questa zona almeno dal 1000 a.C..
Alcuni particolari ©Fabio Magno
La Piramide fino ad oggi non è stata indagata in maniera metodica. Ma è stato ampiamente riconosciuto il suo uso come altare votivo e, probabilmente, sacrificale, ed è stata attribuita agli etruschi.
L’unica certezza, comunque, è che seduti sulla sua cima si respira un’aria profondamente mistica.
I sapori nei dintorni
Anche in questo nostro giro, abbiamo provato alcuni posticini molto buoni. Ve ne parliamo qui.
Bomarzo – Info utili
Ecco quanto ti serve per programmare la tua visita. Se desideri saperne più, commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso.
Palazzo Orsini: aperto da marzo a dicembre, sabato domenica e festivi. Orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 17 (ora solare). Dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 18 (ora legale). Biglietto € 2.
Sacro Bosco: aperto tutto l’anno, dal lunedì alla domenica. Orari: da Novembre a Febbraio dalle 9 alle 17; da Marzo ad Settembre dalle 9 alle 19, Ottobre dalle 9 alle 18. Biglietto intero € 11, bambini (da 4 a 13 anni) € 8, gratuito per disabili non autosufficienti, gruppi (min. 30 persone) € 9.
Visita il sabato e i giorni festivi previa prenotazione on line o telefonica almeno un giorno prima.
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