Siamo stati ad Assisi seguendo un percorso che ci ha portato nei luoghi principali della vita di San Francesco. Perché poi in fondo Assisi è questo: quel luogo normale dove si è manifestato un uomo straordinario.
Assisi è uno scrigno di tesori artistici straordinari, un borgo medievale conservato in maniera eccezionale. Non a caso tutta la città (oltreché la Basilica papale ed altri luoghi di culto) è inserita, dal 2000, nella lista del Patrimonio Unesco.
Ma è anche in primo luogo uno stato dell’anima.
La città ha una storia antica che affonda le sue radici nella civiltà umbra del periodo villanoviano (IX-VIII secolo a.C.).
Trascorsi romani, invasioni barbariche, autonomia comunale e lotte fra guelfi e ghibellini, una serie infinita di signori dominanti: i trascorsi storici sono importanti, come sempre.
Ma il dato fondamentale, la sensazione più forte è quel senso di pace che ho percepito come mai altrove. Un senso di comunione con tutto: le persone, l’ambiente, la storia.
Questa volta non abbiamo preparato noi l’itinerario, ma ci siamo fatti condurre per mano da amici che da 40 anni vengono qui.
E sono loro che ci hanno mostrato Assisi attraverso i luoghi della vita di uno dei personaggi più rivoluzionari della storia, almeno di quella cristiana.
Anche se sono convinta che il suo messaggio di amore fraternità e pace abbia un carattere universale.
Assisi – Itinerario
Una premessa è fondamentale. Questo nostro itinerario in Assisi può essere fatto in un giorno con l’utilizzo dell’auto. L’ideale sarebbe un week end, ricorrendo qua e là agli autobus.
Santa Maria degli Angeli
Il nostro percorso inizia ai piedi di Assisi in questa sfarzosa basilica barocca che custodisce un piccolo tesoro.
Santa Maria degli Angeli è eretta tra il 1569 ed il 1679 per volontà di papa Pio V, su progetto dell’architetto Galeazzo Alessi ben diverso da quello che vediamo oggi.
A seguito del terremoto del 1832, dopo il quale rimasero in piedi solo cupola e abside, la basilica subisce un profondo restauro a cura dell’architetto Luigi Poletti che la riconsegna ai fedeli nel 1840. Mentre Cesari Bazzani elabora una facciata completamente nuova, inaugurata soltanto nel 1930.
Porziuncola
Il tesoro custodito all’interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli è la Porziuncola.
Nei primi anni della sua conversione, Francesco veniva spesso in questa piccola pieve di campagna che si trovava vicino ai due lazzaretti di Assisi.
Era stata edificata nel IV secolo e poi passata ai monaci benedettini, ma versava in condizioni critiche.
È la terza chiesa che ristruttura con le sue mani e nella quale, comprendendo appieno il significato della sua vocazione, nel 1209, fonda l’Ordine dei Frati Minori.
L’edificio di piccole dimensioni (4 metri x 7) presenta una pianta ad aula unica con abside, in parte ricoperta dalla splendida pala d’altare d’ispirazione senese di Prete Ilario da Viterbo raffigurante Le Storie del Perdono.
Dopo aver avuto un’apparizione, mentre pregava tra queste pareti, Francesco ottiene da papa Onorio III la concessione dell’Indulgenza plenaria per “chiunque verrà a questa chiesa confessato e contrito, sia assolto da tutti i suoi peccati, da colpa e da pena, in cielo e in terra, dal dì del battesimo infino al dì e all’ora ch’entrerà nella detta chiesa”.
Chiunque si sia avvicinato alla Riconciliazione e varchi le porte della Porziuncola riceve l’indulgenza plenaria e perpetua ogni giorno dell’anno. Nei giorni della Festa del Perdono ovvero tra il 1° e il 2 agosto questa è estesa alle chiese parrocchiali e francescane di tutto il mondo.
A sottolineare la santità del luogo, sulla porta esterna la scritta in latino “Questa è la porta della vita eterna”.
Cappella del Transito ed il Roseto
Alle spalle della Porziuncola, la Cappella del Transito.
Era in origine l’infermeria del primitivo convento ed il luogo dove Francesco trascorre gli ultimi giorni della sua vita e si spegne la sera del 3 ottobre 1226.
Uscendo dalla basilica, seguiamo il percorso verso il Roseto.
Ma prima incontriamo una nicchia con una statua del santo. Tra le sue mani, un mazzo di fiori che custodisce il nido di alcune tortorelle.
Nel Roseto, secondo la biografia francescana, Francesco in una notte di dubbio e tentazione si rotola tra i rovi.
Miracolosamente le piante spinose si trasformano in rose senza spine: la Rosa Canina Assisiensis, una varietà che cresce esclusivamente in questo angolo verde del complesso.
La Cappella delle Rose
Il corridoio prosegue, conducendoci alla Cappella delle Rose.
Chiamata anche Carcere di san Francesco, in quanto sorta sulla capanna dove abita il santo, dobbiamo la sua trasformazione in cappella a san Bonaventura da Bagnoregio (1260 ca.) ed il suo ampliamento a san Bernardino da Siena (1440 ca.).
L’aula, suddivisa in due ambienti, è decorata da affreschi cinquecenteschi di Tiberio d’Assisi. Nel primo ambiente tornano le cinque scene di Ilario da Viterbo, raffigurate nella Porziuncola.
Mentre nel secondo sono raffigurati Francesco con i suoi primi 12 compagni insieme ad alcuni santi francescani: santa Chiara, san Bonaventura e san Bernardino.
Nella grotticina al di sotto della cappella, si conservano i resti lignei del pulpito dal quale Francesco annuncia l’indulgenza plenaria per la Porziuncola ed una statua del santo in preghiera a rammentare il carcere (dal latino carcer) ovvero il luogo appartato e solitario ove si ritirava in preghiera.
Museo
Consigliamo una sosta al Museo della Porziuncola, prima di lasciare il complesso di Santa Maria degli Angeli.
Istituito negli anni ‘20 del Novecento per volontà di alcuni frati che volevano mettere in salvo alcune opere “dimenticate”.
E ci sono alcuni pezzi straordinari.
Primo su tutti il Crocifisso di Giunta Pisano (1236): uno dei primissimi esempi in Italia di Cristo patiens ovvero Cristo raffigurato nel momento della morte. Fino ad allora Cristo era raffigurato in posizione trionfante.
Stupenda anche la statua della Madonna del Latte (XV secolo), un’iconografia che pone l’accento sulla nobiltà divina e, al tempo stesso, umana dei personaggi. Il Concilio di Trento sancisce l’immagine della Madonna del Latte (insieme ad altre iconografie) fuorviante per il fedele sicché molte raffigurazioni artistiche saranno rimosse o modificate nei decenni a seguire.
La statua, in origine, era nel tabernacolo della facciata della Porziuncola.
Da non perdere anche la sublime dossale in terracotta invetriata di Andrea Della Robbia (1475 ca.).
Al secondo piano del museo visitiamo il Conventino medievale: quel che resta dell’antico convento dove sono state ripristinate la cucina comune e le celle dei 17 frati che vissero alla Porziuncola.
Assisi – La Strada Mattonata
Il nostro itinerario procede verso la Chiesa di san Damiano, che si trova lungo la strada per salire ad Assisi.
L’abbiamo percorsa in auto, ma vogliamo segnalare la Strada Mattonata che in molti decidono di percorrere a piedi.
È il primario itinerario francescano dal momento che collega i due luoghi principali di devozione francescana: la Basilica di Santa Maria degli Angeli e quella di San Francesco.
3 km che corrono lungo un antico tracciato di epoca romana, utilizzato nel Medioevo per raggiungere la Porziuncola.
Un piccolo pellegrinaggio e al tempo stesso un percorso per godere la bellezza del paesaggio in cui è immersa Assisi.
La prima parte, da Santa Maria degli Angeli, è pianeggiante e costeggia la strada carrabile, l’ultima parte – in salita – è totalmente immersa nel verde.
Una curiosità: percorrendo la Strada Mattonata si possono notare i nome delle decine di migliaia di benefattori che hanno contribuito negli anni passati alla ricostruzione di Assisi dopo il terremoto del 1997.
Santuario di san Damiano
Lungo la strada che sale ad Assisi, ci fermiamo in san Damiano. Oltre ad essere una delle prime chiese che san Francesco restaura, è uno dei luoghi principali della vicenda francescana.
Racconta Tommaso da Celano che, nel 1205, Francesco si fosse fermato a pregare in questa piccola chiesa di campagna.
Qui il Crocifisso gli avrebbe detto – per tre volte – “Va e ripara la mia chiesa che, come vedi, è tutta in rovina”.
Dopo l’iniziale meraviglia, Francesco avrebbe pensato che la voce divina si riferisse alla piccola chiesa, rovinata dallo scorrere del tempo. Al che si sarebbe recato a Foligno e avrebbe venduto il cavallo e tutte le stoffe che aveva con sé ed avrebbe consegnato il sacchetto pieno del ricavato al sacerdote.
Spaventato dalla reazione di Pietro, il padre di Francesco, avrebbe rifiutato con insistenza il ricavato della vendita, finché Francesco non lo avrebbe lasciato sul davanzale di una finestra della piccola chiesa.
Nel 1225 Francesco compone qui il Cantico delle Creature considerato il primo testo poetico della letteratura italiana.
Anche la vita di santa Chiara è profondamente legata a questo luogo. Qui infatti si rifugia tra 1211 e 1212, fondando l’Ordine delle Clarisse e vivendoci fino alla sua morte nel 1253.
La chiesa
Dall’esterno possiamo notare l’antica chiesa inglobata nella successiva in stile romanico.
Ci colpisce la porta sospesa, al di sopra del rosone. Da qui Chiara, inferma e sorretta dalle consorelle, avrebbe messo in fuga i saraceni che tentavano l’assalto al monastero e alla città intera, mostrando l’ostensorio.
Accediamo alla chiesa attraverso la Cappella di san Girolamo dove si trova il Crocifisso ligneo di Frate Innocenzo da Palermo (1637). Ha una particolarità: il volto sembra cambiare espressione a seconda del punto da cui lo si guarda.
La chiesa è ad aula unica coperta da una volta a botte. Dell’antica decorazione restano alcuni stralci e l’abside affrescata con Madonna in trono con Bambino tra i santi Rufino e Damiano (XIV secolo).
Sull’arco campeggia una copia del Crocifisso di san Damiano, quello che parlò a Francesco, il cui originale è oggi custodito nella Basilica di santa Chiara.
Il percorso ci conduce al piano superiore nell’oratorio.
Attraversiamo un primo ambiente con una piccola abside, completamente affrescato con Scene di vita della santa (XIV secolo), in cui risiedeva santa Chiara inferma.
Giungiamo infine nel dormitorio, dove risalta il punto in cui Chiara muore nel 1253.
Attraversiamo il chiostro romanico, amorevolmente curato e fiorito, dove ammiriamo gli affreschi dell’Annunciazione e San Francesco riceve le stimmate, opera di Eusebio perugino (1507).
Il nostro itinerario riprende alla volta di un luogo sublime.
Assisi – Eremo delle Carceri
L’eremo si trova a 800 mt. sul livello del mare, tra i boschi del monte Subasio.
Siamo 4 km fuori dalla porta dei Cappuccini di Assisi, molti decidono di percorrere la distanza a piedi, non solo per motivi devozionali.
Questo luogo infatti è completamente immerso nella natura e da qui si dipartono diversi itinerari CAI nel Parco Regionale del Monte Subasio.
Qui, dove si forma una stretta gola, Francesco ed i suoi primi compagni si ritiravano per periodi di preghiera e riflessione immersi nel silenzio, in comunione con la natura.
A quell’epoca vi era un piccolo oratorio benedettino in cui si ritrovavano per la preghiera comune, mentre il resto del tempo si ritiravano nelle grotte, utilizzate come celle.
Dal 1300 alcuni frati iniziano ad abitarvi stabilmente in strutture di fortuna.
La costruzione dell’eremo è dell’inizio del XV secolo per volontà di san Bernardino da Siena.
Il santuario è un complesso armonicamente inserito nel contesto naturale e rispecchia gli ideali francescani di umiltà e povertà.
Il complesso
Vi accediamo attraversando il Chiostrino dei Frati in cui si trova il Pozzo di san Francesco, nel punto in cui, secondo la tradizione, il santo fece miracolosamente sgorgare l’acqua.
Da questo punto si gode anche una meravigliosa vista sul fosso delle Carceri e la campagna sullo sfondo.
Entriamo nella parte più antica dell’Eremo varcando la soglia della piccola chiesa.
Seguendo il percorso con alcuni passaggi decisamente angusti, si incontra il piccolo coro e ci si ritrova nell’antico oratorio dove Francesco si riuniva con i suoi primi compagni.
Quindi raggiungiamo la grotta dove il santo dormiva sulla nuda pietra per uscire dal lato opposto del complesso.
Da qui ci immergiamo nel bosco di lecci secolari, tra cui si trova il celebre albero della predica agli uccelli.
Per chi volesse, è possibile avventurarsi nei percorsi che raggiungono le grotte di alcuni dei primi compagni di Francesco. I percorsi possono risultare a volte impegnativi, ma sono ben segnalati.
Siamo nel Parco letterario del Cantico delle Creature e ad arricchire la bellissima atmosfera della luce, dei colori e dei suoni del bosco, anche un’opera scultorea.
Si tratta di Sora Luna e le Stelle di Fiorenzo Bacci. L’artista del real-dinamismo, all’interno del suo lavoro, ha dedicato una serie – Camminare il Cantico – al testo poetico di Francesco.
Alla nostra sinistra Leone e Ginepro, il primo – l’erudito – traccia l’Orsa Maggiore e quella Minore ed individua la Stella Polare, mentre l’altro, privo della preparazione del primo, avvista comunque la stessa stella e la indica ammirato.
Francesco, invece, alla nostra destra è raffigurato sdraiato, in posizione decisamente rilassata, a godersi lo splendore del firmamento immerso nella bellezza di Madre Natura.
Sul percorso d’uscita, passiamo davanti alla Cappella di Santa Maria, dove riposa Barnaba da Siena, passato alla storia per aver fondato il Monte di Pietà.
Assisi – Anfiteatro romano
Anche se ci sarebbe da approfondire l’aspetto della storia romana di Assisi, che fu un centro decisamente importante tanto da ricevere il titolo di municipium nell’89 a.C., rientrando in città ci concediamo una passeggiata veloce intorno all’Anfiteatro.
Siamo nel quartiere di Porta Perlici, dove sorgeva l’Anfiteatro della prima metà del I secolo d.C.
Della struttura originaria oggi resta un arco in cunei di travertino all’interno di una proprietà privata, ma ben visibile dalla strada.
Quello che ci colpisce invece è l’andamento delle costruzioni di epoca medievale che segue l’impianto ellittico della struttura romana.
Cattedrale di san Rufino
La chiesa principale di Assisi è intitolata a san Rufino che, nel III secolo d.C., inizia a diffondere in questa zona il cristianesimo.
La costruzione di un primo edificio risale all’VIII secolo, pare sui resti di un tempio romano dedicato alla Bona Mater. Comunque al suo interno, nella navata sinistra, appena entrati ammiriamo un’antica cisterna romana.
Una prima maestosa cattedrale sostituisce la parva (povera) basilica intorno alla metà dell’anno Mille.
Mentre la cattedrale come la vediamo oggi è frutto dei lavori di rifacimento avviati nel 1140 da Giovanni da Gubbio.
La sua facciata è uno degli esempi più belli di romanico umbro.
La facciata
Negli elementi architettonici della facciata si ripete continuamente il numero 3.
Tre sono i portali, i rosoni, gli ordini in cui è ripartita.
La fascia inferiore della facciata, quella che più colpisce il visitatore, risale al XII secolo.
Vale la pena soffermarsi ad ammirare i portali riccamente decorati e le lunette che li sormontano.
Nella lunetta centrale troviamo nel clipeo – la decorazione rotonda – Cristo in trono tra la Madonna che allatta a sinistra e san Rufino.
Il portale è riccamente decorato da 3 ghiere scolpite a motivi geometrici, girali d’acanto, colonnine sovrapposte, figure allegoriche e animali mostruosi.
Ai lati del portale due leoni accosciati. Mentre uno ghermisce una preda, l’altro sta divorando un uomo.
Vogliamo ricordare che le sculture, nelle chiese medievali, avevano una funzione didattica e di monito per il fedele.
I portali laterali riportano nelle lunette, rispettivamente, a destra Due pavoni che si abbeverano ad una fonte e, a sinistra, Due leoni ai lati di un vaso.
Ogni portale è sormontato da un rosone, quello centrale, più grande, è sorretto da 3 telamoni.
Interno
Abbiamo già accennato alla cisterna romana che si trova entrando sulla sinistra. Testimonianza dell’Assisi di epoca romana, fa da fondamenta alla torre campanaria di epoca medievale.
Proseguendo lungo questa navata, incontriamo la Cappella del Santissimo Crocifisso in cui si conserva un Crocifisso ligneo del 1561.
È il protagonista di un rito paraliturgico molto sentito della Settimana Santa a cui prende parte tutta la città: la Scavigliazione.
La statua è dotata di una particolare cerniera che ne consente il ripiegamento delle braccia.
Il Giovedì Santo, al termine delle funzioni, il Cristo è deposto dalla croce, adagiato su un palanchino ed esposto alla venerazione dei fedeli. In seguito è portato in processione alla tomba di san Francesco dove è raggiunto da una statua della Vergine Dolorosa. Insieme risalgono verso la cattedrale accompagnati da un gran seguito di folla.
Nella navata destra si trova il fonte battesimale dove, secondo la tradizione, sono stati battezzati Francesco, Chiara e l’Imperatore Federico II di Svevia.
Vicoli di Assisi
Percorriamo i vicoli di Assisi in silenzio, come se fossimo ancora in uno dei luoghi sacri che abbiamo visitato. Ma forse ci viene naturale, mentre ci guardiamo intorno e cerchiamo di immaginarci com’era la vita secoli fa, in un tardo Medioevo, come ci suggerisce l’architettura che ci circonda.
Solo incrociare una scolaresca ci distrae da quest’atmosfera un po’ sospesa nel tempo.
Assisi è una cittadina curata ed è una giornata di bassa affluenza turistica. Anche al di fuori degli spazi sacri, continuiamo a respirare un’atmosfera calma. Ci dimentichiamo quel tram tram caotico che ci ingurgita tutti i giorni.
Casa natale di san Francesco
La Chiesa Nuova era stata eretta sul luogo in cui, secondo la tradizione, era la casa natale di Francesco.
Tanto che, al suo interno , nei pressi del primo pilastro a sinistra pare che Pietro avesse incatenato il figlio per un mese dopo che aveva venduto le stoffe ed il cavallo per restaurare la Chiesa di san Damiano. La presenza di una statua in legno del santo indica il punto. L’avrebbe poi liberato la madre, dopo aver capito che il figlio non era pazzo.
Per lungo tempo si erano cercati documenti che arrestassero dove fosse venuto alla luce il santo, mentre la tradizione popolare collocava questo luogo in più punti della città.
Finché, nel 1974, tal Cesare Cenci tira fuori dagli archivi di Assisi un documento datato 24 giugno 1309 in cui si menziona la casa natale del santo.
Ci affacciamo a La Pletaola nel vicolo alle spalle della piazza della Chiesa Nuova, oggi intitolato a Pietro di Bernardone
Varcato l’arco di accesso, ci accoglie una citazione di Dante che scrive di san Francesco “nacque al mondo un sole” (Par. XI).
La scala che scende di fronte a noi ci conduce nel luogo in cui, secondo la tradizione, donna Pica avrebbe dato alla luce il santo e che un nipote di Francesco – Piccardo – trasforma nell’Oratorio di san Francesco piccolino già nel 1250.
La scala che si dirama alla nostra destra, invece, conduce all’originale porta d’ingresso della casa di Pietro da Bernardone, oggi sospesa nel vuoto.
Assisi – Basilica di santa Chiara
Dalla Chiesa Nuova raggiungiamo la Basilica di Santa Chiara.
Aspetto da tutto il giorno di vedere l’originale del Crocifisso di san Damiano.
La prima cosa da segnalare è che la Basilica sorge sulla piazza omonima da cui si gode uno spettacolare panorama dei dintorni di Assisi.
La costruzione della basilica è avviata nel 1257, a soli 4 anni dalla morte (e 2 dalla canonizzazione) di Chiara, nei pressi della chiesa di san Giorgio, dove riposavano le sue spoglie e quelle del poverello di Assisi.
All’esterno la basilica presenta una semplice facciata a capanna con unico portale sormontato da un grande rosone ed un oculo e possenti contrafforti laterali.
Interno
All’interno svela a pieno il suo stile gotico soprattutto nell’abside poligonale dove ancora sopravvive la decorazione ad affresco che ricopre la volta a crociera con gli archi acuti costolonati.
L’altare è circondato da 12 colonnine poligonali con capitelli gotici, opera di maestranze umbre della fine del XII secolo ed è chiuso da una cancellata in parte originale in parte restaurata.
Sull’altare campeggia un Crocifisso ligneo, ma non è quello che agogniamo di vedere.
Si tratta di un Cristo patiens, dello stesso tipo di quello di Giunta Pisano che abbiamo ammirato nel museo della Porziuncola.
Opera del Maestro di Santa Chiara, risale alla fine del XII secolo e richiama, ma addolcendolo un po’, lo stile ieratico e bizantino che lo stesso artista esprime nelle due tavole alle spalle dell’altare. Madonna in trono con Bambino (1265) sulla destra e Santa Chiara e otto storie della sua vita (1293) sulla sinistra.
Ci vuole uno sguardo attento per distinguere gli affreschi delle vele nella volta sopra l’altare. Ma raffigurano uno straordinario universo agiografico al femminile.
In ogni vela è raffigurata una coppia di sante, ognuna incorniciata in edicola marmorea affiancata da angeli festanti.
Il Maestro Espressionista di santa Chiara raffigura la santa accanto alla Madonna con Bambino, santa Cecilia con santa Lucia, santa Agnese con in braccio l’agnello e sant’Agnese – sorella di Chiara, santa Caterina d’Alessandria insieme a santa Margherita.
Completano la decorazione, resti di affreschi parietali della stesse epoca, ma di scuola romana o fiorentina.
Crocifisso di san Damiano
Sul lato destro della navata troviamo il punto per accedere all’Oratorio del Crocifisso.
Finalmente siamo al cospetto del Crocifisso ligneo che tanta parte ha nella vicenda di san Francesco. Si tratta di un’icona databile al 1100 ca. di autore ignoto, ma di fattura siriana.
Rispetto a quello che compare sull’altare maggiore, questo appartiene al genere del Cristo triumphans e narra vicende ispirate dal Vangelo di Giovanni.
Il Cristo è raffigurato con le braccia aperte, nel segno trionfante della rinascita.
Completamente circondato da conchiglie, simbolo di eternità, è affiancato a sinistra dalla Vergine e da Giovanni Evangelista con ai piedi (più piccolo) Longino. A destra troviamo la Maddalena, Maria madre di Giacomo ed il centurione che, con il gesto della mano, proclama la Trinità, riconoscendo la divinità del Cristo. Ai loro piedi, il giudeo.
Cripta
Scendendo, si accede alla cripta dove sono conservati i resti mortali di Chiara e alcune reliquie.
La sua costruzione è recente e risale alla seconda metà del XIX secolo, quando a seguito del ritrovamento delle spoglie di Francesco, si sentì la necessità di dare anche a lei una sepoltura degna.
L’aspetto attuale, neogotico, risale a ulteriori lavori di sistemazione del 1934.
Ci immergiamo nuovamente nel tessuto urbano di Assisi per una tappa “laica” ma non troppo in piazza del Comune.
Assisi – Piazza del Comune
Siamo nel cuore della vita civile della città. Lo era nel Medioevo e lo è ancora oggi, soprattutto nei giorni di Calendimaggio.
Di cosa si tratta? Calendimaggio è una festa che si svolge per 4 giorni consecutivi, dal mercoledì al sabato dopo il 1° maggio. Una festa per celebrare la primavera, che affonda le sue radici lontano nel tempo.
Si rievoca l’antica suddivisione di Assisi nella Nobilissima Parte de Sopra e nella Magnifica Parte di Sotto. Le due si contendono il palio a suon di esibizioni musicali e rappresentazioni teatrali che inscenano la vita quotidiana nell’Assisi medievale.
Sulla facciata della trecentesca Torre del Popolo, il Capitano del Popolo Angelo di Latero da Perugia stabilisce, nel 1469, che alla base della torre vi fosse murata una lapide con le forme e le misure comunali dei laterizi prodotti in Assisi e 3 aste con la lunghezza della canna, del passetto e del palmo per la misurazione delle stoffe.
Rimaniamo a bocca aperta davanti alla chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Abbiamo quasi l’impressione di trovarci nel centro di Roma.
Accanto alla Torre del Capitano infatti campeggia il fronte di un vero e proprio tempio romano. Si tratta della Chiesa di santa Maria sopra Minerva, ma durante la sua costruzione è stato conservato il fronte di un tempio romano del 30 a.C.
Probabilmente si trattava di un tempio dedicato ad Ercole di cui si sono perfettamente conservate le sei colonne scanalate con capitelli corinzi, la trabeazione ed il timpano soprastanti.
Basilica di san Francesco di Assisi
Giungiamo in fondo a questo nostro emozionante – posso dirlo?- pellegrinare ad uno di quei posti che tutti noi dovremmo vedere almeno una volta nella vita (ma quanti sono questi posti??? Una vita forse non basta!).
Potrei scrivere fiumi di parole sulla Basilica, Inferiore e Superiore. Mesi… Anni di studio e fiumi d’inchiostro non basterebbero per trasmettere quello che racchiudono.
In termini religiosi, qui sta un fulcro della cristianità. Qui si viene a conversare con il poverello che, forse, ha salvato la Chiesa.
Quell’umile e straordinaria figura che tanta parte ha avuto, ed ha, nel ricondurre l’uomo all’essenza del messaggio evangelico.
Nella cripta della Basilica Inferiore si respira un senso di comunione, di appartenenza ad un messaggio universale.
Poi c’è l’aspetto puramente artistico. Perché qui si è fatta la storia della pittura occidentale. E come ricordo bene di aver letto su una delle bibbie della storia dell’arte, Giotto ha fatto una rivoluzione che dopo di lui avrebbe fatto solo Picasso.
Storia
A due soli anni dalla sua morte, papa Gregorio IX proclama Francesco santo. È il 1228.
Il giorno successivo viene posta la prima pietra della nuova basilica nel punto indicato dal santo, sul Collis Inferni dove prima venivano sepolti i condannati.
Fin dal primo istante è chiaro che la nuova basilica sarebbe stata qualcosa di straordinario.
Sia perché avrebbe ospitato la tomba di uno dei personaggi più importanti della Chiesa, sia perché le opere che avrebbe accolto avrebbero dovuto essere una Bibbia Pauperum ovvero una storia evangelica comprensibile a chiunque, analfabeti in primis.
I lavori di costruzione terminano nel 1253 con la consacrazione ufficiale di papa Innocenzo IV il 25 maggio.
In termini architettonici, è una delle massime espressioni del Gotico in Italia.
Anche se nella Basilica Inferiore romanico e gotico ancora convivono strettamente, mentre in quella Superiore il nuovo stile architettonico si afferma prepotentemente.
Basilica Inferiore
La Basilica Inferiore presenta una pianta a croce egizia con navata unica, lungo la quale si aprono tre cappelle per lato.
Al di sotto, c’è la cripta dove è sepolto Francesco insieme ad alcuni dei primi compagni.
Scendendo nella cripta notiamo la lapide di Jacopa de’ Sette Soli. È una figura molto importante nella vita del santo, tanto da trovare riposo accanto a lui.
Si tratta di una nobildonna romana, andata giovane in sposa ad un Frangipane e, rimasta vedova, diventa ricca e potente, perché i Frangipane avevano enormi proprietà a Roma e nel Lazio.
Francesco e Jacopa si conoscono nel 1210 quando il santo è in visita a Roma per cercare di conferire con papa Innocenzo III e sottoporgli la Regola del suo Ordine. Lei lo aiuta a trovare ospitalità ed intercede per fargli incontrare il pontefice.
La frequentazione con Jacopa ispira Francesco che poco tempo dopo fonda “Fratelli e Sorelle della Penitenza”, un ordine laico i cui aderenti continuano a vivere una vita secolare, seguendo il Vangelo. Passato alla storia come Terz’Ordine francescano. Jacopa è la prima ad aderirvi.
Si narra poi che Francesco, nei suoi ultimi giorni di vita, la mandasse a chiamare. Ma lei, che ne aveva avuto visione in sogno, era già ad Assisi e portava con sé i mustaccioli di cui il santo era ghiotto.
Affreschi
L’interno della basilica è completamente affrescato.
Tra la fine del Duecento e i primi del Trecento vi lavorano alcuni dei nomi illustri della pittura del periodo come Simone Martini e Pietro Lorenzetti; Jacopo Torriti e Filippo Rusuti.
Cimabue è impegnato sia nella Basilica Inferiore che nella Superiore (dove però oggi gli affreschi risultano irrimediabilmente compromessi). E poi c’è Giotto.
La nostra attenzione si concentra nella zona del presbiterio e del transetto.
Sulla volta sopra l’altare troviamo le Allegorie Francescane con san Francesco in gloria e le personificazioni dei voti francescani di obbedienza, povertà e castità (1334 ca.)
Nel lato destro del transetto sono affrescate Storie dell’Infanzia di Cristo attribuite a Giotto e la sua bottega In quello sinistro Storie della Passione di Pietro Lorenzetti.
Tra gli splendidi affreschi ci soffermiamo sulla Deposizione (1310-19) di Lorenzetti che apre una porta alla pittura rinascimentale con la corporea figura di spalle avvolta in un manto rosso che bacia i piedi del Cristo deposto.
Forse risulta influenzata dalla Crocifissione di Giotto (1308-10) dove già compare la figura di spalle sulla sinistra avvolta da un manto giallo.
Non perdete la Madonna dei Tramonti di Pietro Lorenzetti (1310 ca.), chiamata così perché all’ora del tramonto, la luce che penetra nella basilica la illumina.
Raffigura la Vergine col Bambino al centro, san Francesco alla loro sinistra e san Giovanni Battista a destra.
Si racconta che, seguendo la gestualità dei personaggi, sarebbe raffigurato il momento in cui il Figlio chiede alla Madre chi preferisse tra i due e la risposta è esplicata dal gesto della Vergine che indica il poverello.
Infine sempre nel lato destro del transetto ammiriamo la Maestà di Cimabue (1285-88) in cui compare uno dei rari ritratti di Francesco.
Basilica Superiore
Anche la Basilica Superiore presenta una navata unica, ma con elementi gotici più evidenti.
La struttura è più slanciata, luminosa, ariosa.
Le grandi vetrate duecentesche sono attribuite a Maestri vetrai del Nord Europa.
La decorazione segue un preciso programma iconografico con Storie dell’Antico, del Nuovo Testamento e degli Atti degli Apostoli con una corrispondenza con le Storie di san Francesco tratte dalla biografia redatta da san Bonaventura.
Vi lavorano Cimabue e Giotto, il cosiddetto Maestro Oltremontano ed un maestro romano non meglio identificato.
Gli affreschi del transetto (1288-92) attribuiti a Cimabue sono, oggi, irrimediabilmente rovinati.
Nella navata Giotto e la sua bottega raffigurano le Storie della Vita di san Francesco.
La visuale d’insieme dal fondo della navata è uno degli spettacoli più belli che ci siano.
Ci soffermiamo su due riquadri in particolare.
Uno è quello il Sogno di Innocenzo III. Nel 1210 Francesco si presenta a Roma: vuole che il papa approvi la Regola francescana.
Ma Innocenzo III, ricevuto questo poverello vestito di cenci, lo allontana. Durante la notte, però, sogna che quello stesso uomo avrà un ruolo fondamentale nel risollevare la Chiesa che stava crollando sotto il peso delle lotte con l’Impero, le Crociate contro gli Infedeli e gli Eretici.
Nell’affresco, Giotto ritrae il papa che sogna Francesco sorreggere la Basilica di San Giovanni in Laterano. Il giorno successivo, Innocenzo III riceve Francesco e concede la sua approvazione alla Regola.
L’altro riquadro che ha una potenza magnetica e ci tiene incollati per diverso tempo è uno dei più famosi: La Predica agli Uccelli.
Il messaggio di Francesco ha ancora oggi un valore rivoluzionario.
Insegna la via della semplicità, dell’essenzialità, della pace e dell’amore fraterno. Ma, forse più che in passato, risalta oggi il suo insegnamento di amore e comunione con nostra sorella Madre Terra.
Piazza della Basilica di Assisi
Usciamo dalla Basilica e ci ritroviamo nella piazza antistante dominata da un enorme prato verde dove campeggia una statua in bronzo.
Si tratta del Pellegrino di Pace di Norberto Proietti che raffigura Francesco, giovane cavaliere, nella battaglia contro la vicina nemica Perugia. La figura appare gravata dal peso della sconfitta, ma forse ancor di più da quello della guerra.
Sul lato destro della piazza, nel muro di cinta, si apre l’ingresso al Bosco di san Francesco gestito dal FAI.
Al suo interno una delle installazioni del Terzo Paradiso di Pistoletto (ne abbiamo incontrate altre, a Roma: nella nostra passeggiata all’Eur e al Galoppatoio di Villa Borghese nel contesto della mostra temporanea Back to Nature 2021).
Questa volta l’artista ha utilizzato 121 ulivi, disposti su un doppio filare da percorrere immergendosi nel verde della campagna umbra.
Ed Assisi all’improvviso ci regala un quadro carico di emozione. Il sole filtra i suoi ultimi raggi di luce, inonda la campagna intorno mentre il suono delle campane interrompe prepotentemente ogni discorso. Devi goderti lo spettacolo e riflettere.
Una nota a margine riguarda il Santuario del Sacro Tugurio di Rivotorto. Abbiamo fatto una brevissima sosta, sulla strada per tornare a Roma.
Come in Santa Maria degli Angeli, anche qui l’edificio religioso è stato costruito intorno ad uno dei luoghi della vita di Francesco.
Chiamato tugurio per la sua semplicità ed essenzialità, qui il santo riunisce i suoi primi seguaci, prima che i Benedettini affidassero loro la Porziuncola.
Assisi – I sapori nei dintorni
Saremo onesti. Ad Assisi abbiamo pranzato a casa dei nostri amici.
Ma chi meglio di loro che conoscono la città a menadito per farci consigliare il posticino giusto?
Cucina tipica con prodotti e materie prime locali, pasta e dolci fatti in casa ed alcuni piatti della tradizione assisiate tramandati di generazione in generazione. La trattoria da Erminio!
Assisi – Info utili
Ecco quanto ti serve per programmare la tua passeggiata ad Assisi. Desideri saperne di più? Commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso.
- Ci sono diversi parcheggi a pagamento ad Assisi. Ma è anche possibile raggiungerla in treno con arrivo nella stazione FS a Santa Maria degli Angeli e raggiungere piazzale Matteotti con la linea C del bus urbano (biglietto € 1,30). Qui gli orari.
- Basilica di santa Maria degli Angeli. Aperto tutti i giorni. Orario. Dalle 7:30 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 19. 8, 26, 31 dicembre e 6, 7 gennaio orario continuato. Ingresso gratuito.
- Museo della Basilica di santa Maria degli Angeli. Aperto tutti i giorni tranne il mercoledì. Orario. Dalle 9 alle 13 e dalle 14:30 alle 17. Per aperture straordinarie consultare qui. Biglietto. Intero € 3, ridotto € 2,50 (gruppi superiori a 15 persone, visitatori 11-18 anni e over-65 anni, visitatori muniti di biglietto di altro museo della Rete Museale Ecclesiastica Umbra, soci AMEI), ridotto € 1,50 (scolaresche). Gratuito bambini fino a 10 anni, accompagnatori e disabili, religiosi.
- Santuario di san Damiano. Aperto tutti i giorni. Orario. Dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 16:30 (ora legale 18). Ingresso gratuito.
- Eremo delle Carceri. Aperto tutti i giorni. Orario. Feriale dalle 6:30 alle 18. Festivo dalle 7:30 alle 18. (Con l’ora legale chiude alle 19). Ingresso gratuito.
- Cattedrale di san Rufino. Aperto tutti i giorni. Orario. Giorni feriali dalle 7 alle 12:30 e dalle 14:30 alle 18 (ora legale chiude alle 19). Prefestivi, festivi e agosto dalle 7 alle 19. Ingresso gratuito. Per le info del Museo Diocesano leggi qui.
- Basilica di santa Chiara. Aperti tutti i giorni. Orario. Dalle 6:30 alle 12 e dalle 14 alle 18. Ingresso gratuito.
- Basilica di san Francesco d’Assisi. Aperto tutti i giorni. Orario. Basilica Inferiore dalle 6 alle 18:30 (il mercoledì chiude alle 18 e il sabato alle 19). Basilica Superiore dalle 8:30 alle 17:45. Tomba di san Francesco dalle 6 alle 18. Ingresso gratuito.
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