Una giornata alle Cinque Terre non è abbastanza, diciamolo subito.
In un giorno si riesce a cogliere l’eccezionalità di questi luoghi, ma per assaporarla per bene sarebbe l’ideale fermarsi almeno un fine settimana, meglio se lungo.
Dipende anche da cosa si cerca. Per scattare immagini da cartolina e godersi un pranzo vista mare, un giorno è sufficiente.
Si possono sfruttare benissimo i servizi dei battelli che offrono una giornata alle Cinque Terre. Partenze da La Spezia o Levanto e fermate in tutti i borghi (escluso Corniglia).
Ma per comprendere l’essenza di questa piccola porzione di Levante – secondo me – l’ideale è camminare.
Salire le ripide scalinate, percorrere i sentieri che si snodano fra vitigni, ulivete e limonaie. Visitare le cantine produttrici, le aziende agricole, incontrare chi su queste spettacolari alture a picco sul mare continua nel tempo una produzione in simbiosi con la natura.
Insomma, faticare un po’ per percepire l’anima delle Cinque Terre che, da tempo immemore, è agricola. Solo dopo è arrivato il mare e, secoli dopo, il turismo.
Le Cinque Terre
Con Cinque Terre si intendono i 5 borghi (“terre”) che puntellano i circa dieci chilometri di costa tra Punta Mesco e Capo di Montenero. Da ovest ad est troviamo Monterosso al mare, Vernazza, Corniglia (l’unico privo di accesso diretto al mare), Manarola e Riomaggiore.
Si ipotizza, ma non documentata, la loro esistenza fin dal tempo dei Romani. Quel che è certo è che la zona inizia a popolarsi all’indomani dell’anno Mille quando gli abitanti della Val di Vara migrano verso la costa inseguendo condizioni climatiche migliori per l’agricoltura.
A queste mani dobbiamo l’aspetto così unico delle Cinque Terre. All’immenso lavoro di realizzazione dei terrazzamenti con quei tipici muretti a secco che han permesso all’uomo di coltivare questa parte di costa a strapiombo sul mare.
L’assetto che i borghi mantengono ancora oggi risale all’XI secolo. È il momento in cui gli abitanti iniziano anche a sfruttare l’altra risorsa che offre questa terra: il mare.
Sia come via di comunicazione più comoda che come risorsa economica. E non stiamo parlando solo di pesca. Pare infatti che alcuni abitanti di Vernazza, nel 1182, esercitassero la pirateria sulle navi di passaggio.
La storia delle Cinque Terre è per lo più legata a quella della Repubblica Marinara di Genova che si annette questi territori tra XII e XIII secolo, facendo piazza pulita delle famiglie di feudatari come i Fieschi.
Cinque Terre – Patrimonio dell’Umanità e Parco Nazionale
Il paesaggio di queste terre, costruito pazientemente nei secoli dal lavoro dell’uomo, è talmente eccezionale che nel 1997 l’Unesco inserisce le Cinque Terre insieme a Porto Venere e alle Isole di Palmaria, Tino e Tinetto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Un esempio straordinario di convivenza armoniosa tra uomo e natura che ha disegnato in maniera univoca il volto di queste alture.
Nel 1998 il Ministero dell’Ambiente istituisce l’area marina protetta e, l’anno successivo, il parco nazionale.
Il Parco Nazionale delle Cinque Terre è decisamente atipico. È uno dei più piccoli in Italia con i suoi 3868 mq. ma il più densamente popolato con circa 4000 abitanti. Il fatto che l’impronta dell’uomo abbia definito in maniera così identitaria il volto delle Cinque Terre fa sì che oggi si parli di Parco dell’Uomo.
Cinque Terre – Info pratiche
Il mezzo meno consigliato per raggiungere le Cinque Terre è l’auto: strade tortuose e parcheggi con tariffe da urlo.
Ci sono i collegamenti via mare con i battelli da La Spezia e Levanto, ma anche da Rapallo e Santa Margerita (non tutti i giorni).
Il modo più comodo e semplice per raggiungere le Cinque Terre è il treno.
Dopo aver scelto il mezzo con cui raggiungere le Cinque Terre, scegliete la card più adatta alle vostre esigenze.
L’ente del parco propone la Trekking Card con cui accedere ai sentieri del parco e la Treno MS Card grazie alla quale si ha libero accesso anche ai treni regionali e regionali veloci nella tratta Levanto – La Spezia.
Si può acquistare quella per 1 giorno, 2 o 3. La sua validità va dal momento dell’acquisto alla mezzanotte.
Entrambe le card consentono l’accesso all’uso gratuito dei bus ATC all’interno dei borghi, dei servizi igienici pubblici (altrimenti hanno un costo di € 1), al Wi-Fi gratuito negli hot spot del parco, a visite ed escursioni guidate secondo il programma del parco oltre che ai laboratori CEA (Centro Educazione Ambientale) anche questi secondo programma.
È possibile acquistarla online o presso gli Info Point. Ce n’è uno in ogni stazione delle Cinque Terre più quelli presso le stazioni di Levanto e di La Spezia.
Quando si scende dal treno è consigliabile per prima cosa recarsi all’Info Point. Si forma subito la fila!
Cosa importante per chi ha intenzione di percorrere i sentieri! Sappiate che le calzature aperte o con la suola liscia sono vietate e portate con voi la giusta quantità d’acqua.
Lungo il sentiero tra Monterosso e Vernazza, ad esempio, non c’era neanche una fontanella dove riempire le nostre borracce. Consigliamo sempre di verificare qui la situazione dei sentieri.
Cinque Terre – Il Percorso
Quando abbiamo deciso di trascorrere una giornata alle Cinque Terre, le informazioni online non erano chiarissime.
Facevamo base a Rapallo (a proposito, qui trovate il nostro articolo sulle spiagge libere nei dintorni!) e ci siamo rivolti all’ufficio turistico che ci è stato di grande aiuto. Lo consigliamo vivamente a tutti!
L’operatrice ci ha chiesto cosa ci interessava in particolare e, grazie alle sue indicazioni, abbiamo definito il nostro itinerario.
Dal momento che volevamo assolutamente percorrere uno dei sentieri del parco, ci è stato consigliato il Sentiero Azzurro da Monterosso a Vernazza.
Un percorso di circa 3 km e mezzo per un tempo stimato di 2 ore.
Nel momento in cui sto scrivendo questo articolo, risulta chiuso per il ripristino di un muretto a secco sul versante di Vernazza. Ma è prevista la riapertura per l’inizio di marzo 2022.
Da Rapallo con il regionale veloce in 56 minuti eravamo a Monterosso (con l’Intercity addirittura in 36 minuti). Che meraviglia uscire dalla stazione e respirare a pieni polmoni l’aria fresca del mare al mattino.
Dal momento che il nostro itinerario prevede il sentiero 592-4 (SVA2) per raggiungere a piedi Vernazza e poi proseguire in treno fino a Riomaggiore, abbiamo acquistato la Trekking Card.
La passeggiata dalla stazione, in località Fegina, a Monterosso è un bel modo per cominciare ad assaporare le Cinque Terre.
Monterosso
È il borgo più popoloso delle Cinque Terre e quello dove si trovano le uniche spiagge sabbiose della zona (e i lidi attrezzati).
Nel borgo di origine medievale dalle facciate variopinte dei palazzi girovaghiamo con il naso all’insù tra le voci ed i rumori di una mattinata pigramente iniziata. È settembre, ma qui è come se fosse ancora piena estate.
I panni stesi e le persiane rigorosamente verdi, le botteghe di abbigliamento ed i tavolini già apparecchiati. Il dedalo di caruggi regala angoli fioriti e torri medievali.
Le prime notizie di una comunità a Monterosso risalgono al XIII secolo, quando nel 1214 vengono costruite le prime fortificazioni contro le incursioni dei Saraceni che faranno di questo borgo il sistema difensivo più grande delle Cinque Terre.
Bellissima la chiesa di San Giovanni Battista del 1220, uno splendido esempio di gotico genovese con la sua facciata a bandoni bicromi ripresi dalle colonne e dagli archi che scandiscono l’interno in tre navate.
Accanto all’ingresso laterale, due targhe ci mostrano il livello che l’acqua ha raggiunto durante le più recenti alluvioni.
Quella del 1966 e quella che il 25 ottobre 2011 ha colpito lo Spezino e la Lunigiana. Nelle Cinque Terre, Monterosso e Vernazza hanno pagato il prezzo più alto e ancora tutti ne abbiamo le devastanti immagini negli occhi.
Una chicca. Se siete dei lettori appassionati non potete perdervi il Parco Letterario Eugenio Montale, in località Fegina a Monterosso.
Il grande autore italiano, premio Nobel per la letteratura nel 1975, ha vissuto ed amato profondamente le Cinque Terre e questi luoghi hanno molto ispirato la sua produzione. Un percorso (ma anche tante iniziative) per scoprire un territorio attraverso una chiave di lettura nuova e un po’ diversa.
Passeggiare nel parco letterario è conoscere il territorio interpretato attraverso lo sguardo e la sensibilità dell’autore.
Sentiero 592-4 (SVA2) ovvero il Sentiero Azzurro da Monterosso a Vernazza
Ci avviamo verso la meravigliosa scogliera di Punta Corone da cui si gode un panorama fantastico sul golfo dominato dal Convento dei Frati Cappuccini ed iniziamo il nostro percorso alla volta di Vernazza.
Il sentiero mette subito in chiaro un paio di cose: c’è da faticare e da pazientare. Un po’ lo spirito che anima questi luoghi.
Da pazientare perché sarà largo si e no un metro e si percorre in entrambe le direzioni. Di volta in volta si cede il passo o viceversa. Da faticare perché si inizia quasi subito a salire.
Ma è un’immersione completa nell’essenza delle Cinque Terre. Percorriamo gradini tra muretti a secco e ci fermiamo a guardare quasi increduli i filari di uva ed i limoni coltivati sulle terrazze (i ciàn).
E sorge spontaneo chiedersi come sia possibile fare agricoltura quassù, portare gli attrezzi, trasportare i prodotti. Un lavoro faticoso a dir poco, aiutato solo dalle monorotaie – i cosiddetti trenini – introdotte negli anni ’80 dalla Svizzera.
Intorno a noi, ovunque, filari di uva che sembrano sfiorare il mare e toccare il cielo.
È questo il prodotto da sempre più coltivato di queste terre fin dai tempi più antichi. In un passato remoto era quasi l’unico.
Le aziende vitivinicole delle Cinque Terre, con queste uve, producono il Cinque Terre DOC tra cui spicca lo Sciacchetrà, un passito che commuove.
L’estensione dei vigneti oggi è molto ridimensionata rispetto al passato. Basti pensare che oggi sono 100 gli ettari destinati a vigna, mentre un secolo fa erano 1400. Molto ha fatto l’abbandono progressivo della vita agricola che ha caratterizzato il Novecento. La fatica eccezionale che si fa quassù ha fatto il resto. Vera a propria viticultura eroica.
Ormai siamo a mezzacosta immersi nella macchia mediterranea ed il panorama è bellissimo. Il sole ha iniziato a scaldare per bene ed il mare a promettere ristoro.
Curioso incontrare quassù una sorta di gattile, rifugio per mici che però, se ci sono, restano ben nascosti.
Comincia la nostra discesa verso Vernazza che regala una vista da cartolina sul borgo. Siamo accaldati come non mai e l’unico vero desiderio è quello di gettarsi in acqua.
Vernazza
Arroccata in maniera scenografica sulla possente scogliera, Vernazza è uno dei Borghi più belli d’Italia. Le prime notizie risalgono al 1080 e il suo volto medievale è ancora impresso nella chiesa di Santa Margherita d’Antiochia e nel Castello Doria.
Saremo sinceri con voi. A settembre l’affluenza turistica è ancora massiccia.
Ci siamo buttati sulla spiaggetta nel porticciolo e abbiamo steso un telo per farci un bagno ristoratore e mangiare un po’ di focaccia.
Da qui vediamo un brulicare continuo di gente. Turisti che sbarcano dal battello, che arrivano dalla stazione. Vicoli troppo affollati per restare e farsi un giro, per cui abbiamo optato per raggiungere la stazione e proseguire verso Riomaggiore.
Mentre camminiamo, Fabio si ferma di colpo ed inizia a fotografare. Tra tante cose, ha riconosciuto la grotta di Luca.
Non sapete cos’è Luca? È il film d’animazione prodotto da Disney-Pixar e che l’anno scorso è stato il film più visto in streaming. Un cartone bellissimo sull’amicizia e l’inclusione ed una dichiarazione d’amore del regista alle sue origini genovesi e ai luoghi dove trascorreva le vacanze estive.
Luca infatti è ambientato in un’immaginaria Portorosso, sintesi di tanti angoli suggestivi e pittoreschi delle Cinque Terre. Ecco! Fra tanti angoletti, Fabio ha riconosciuto la grotta!
Riomaggiore
La meta finale della nostra giornata alle Cinque Terre è un dolce approdo che ci accoglie e si svela fra i suoi vicoli a picco sul mare.
Fondata intorno al 1251 quando le popolazioni che abitavano sulle alture decidono di stabilirsi alla foce del rio, oggi Riomaggiore colpisce il visitatore con la vivacità cromatica delle case torri che avvolgono il porticciolo.
Ci addentriamo nel borgo lungo la strada principale, via Colombo, per poi perderci nei vicoli nel vano tentativo di raggiungere il Castello.
Se la stagione lo permette, perché non concedersi un po’ di mare? Oltre l’imbarco dei traghetti, c’è la spiaggia di Riomaggiore. Non è attrezzata, il fondo è a ciottoloni, ma c’è una doccia free e il mare è bellissimo!
Siamo tornati nel borgo in tempo per assistere ad una scena bellissima.
Si avvicinava il tramonto ed al porticciolo continuavano ad arrivare coppie o piccoli gruppi. Chi portava da bere, chi portava qualcosa da mangiare e si sistemavano sugli scogli. Erano tutti lì per godersi il tramonto sul mare!
Le Cinque Terre sono veramente un luogo unico. Una giornata è troppo poco per assaporarle per bene, ma quel che abbiamo visto ti spinge a tornare.
Perché c’è da vedere ancora Manarola e Corniglia. E poi Vernazza l’abbiamo intravista. Perché di notte devono essere ricche di fascino e lo sapete che a Manarola, nel periodo natalizio, c’è il presepe luminoso più grande del mondo con 300 personaggi illuminati da 15000 lampadine allestito su un’area di 4000 mq?
E poi bisogna visitare le cantine, assaggiare la limonata fatta coi limoni di Monterosso, andare a vedere Podere Case Lovara dove il FAI ha avviato un progetto di recupero della produzione agricola secondo antiche tradizioni e minimo impatto ambientale.
In poche parole, ci sono mille motivi per tornare alle Cinque Terre.
Cinque Terre – I sapori nei dintorni
A Monterosso l’istinto ci ha fatto fermare in un piccolo bar per una colazione di rinforzo prima di avviarci verso il nostro sentiero.
Se potete fermatevi al Bar Laura ad assaggiare la loro pasticceria. Cavallo di battaglia del laboratorio della signora Laura è la Monterossina, una torta che in un guscio di frolla racchiude un cuore di pan di spagna marmellata, crema e cioccolata. Ormai entrata di diritto nelle specialità del borgo.
A Riomaggiore consigliatissimo la frittura di pesce al cartoccio de Il pescato cucinato. Se un fritto è buono alle 4 del pomeriggio, vuol dire che è fatto di continuo ed è fatto bene.
Cinque Terre – Info utili
Ecco quanto ti serve per programmare la tua passeggiata alle Cinque Terre. Se desideri saperne più, commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso.
Ci sono diverse alternative per raggiungere le Cinque Terre.
- In auto. Il consiglio è quello di lasciarla in un parcheggio a La Spezia o a Levanto e proseguire in treno. Se proprio non volete rinunciarci, qui trovate i parcheggi – tutti a pagamento – disponibili nei borghi.
- In treno. Fermate in ognuno dei 5 borghi. Frequenza: ogni circa 20 minuti. Le tratte fra i borghi hanno tutte la stessa tariffa: € 5 (a partire dal 26 marzo 2022).
- In battello (servizio attivo a partire dalla primavera). Partenza da La Spezia o da Levanto: escursione giornaliera. Tariffe non ancora disponibili. Partenza da Rapallo o Santa Margherita: escursione giornaliera. Maggio-giugno: mercoledì. Luglio-agosto-settembre: lunedì, mercoledì e venerdì. Biglietto: intero € 40, ridotto (6-12 anni) € 25, gratuito 0-5 anni. Possibilità di imbarco anche a Chiavari, Lavagna e Sestri Levante.
- Cinque Terre Card. Acquistabile online o negli Info Point presso le stazioni di La Spezia, Levanto e dei 5 borghi. Trekking Card. Adulti 1 giorno € 7,50, 2 giorni 14,50. Ragazzi (4-11 anni) € 4,50 e € 7,20. Argento (over 70) € 6 e € 10. Famiglia (2 adulti+2 ragazzi 4-11 anni) € 19,60 e € 31,50. Carta Treno MS. Tariffe in vigore da marzo a novembre 2022). Adulti (12-69 anni) 1 giorno € 18,20, 2 giorni € 33, 3 giorni € 47. Ragazzi (4-11 anni) € 11,40. Argento (da 70 anni) 1 giorno € 14,80. Famiglia (2 adulti+2 ragazzi 4-11 anni) 1 giorno € 48.
- Parco Letterario Eugenio Montale. Da aprile ad ottobre, una volta al mese, sono organizzati i percorsi naturalistici letterari. Partecipazione gratuita per tutti i possessori della Cinque Terre Card.
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