Il giardino di Ninfa è un luogo di una bellezza straordinaria. Ti dà la sensazione di essere in un bellissimo quadro.
È avvolgente, inebriante, attraverso gli occhi ti entra diretto nel cuore.
Ti stupisce e sorprende nel percorso che ti conduce attraverso i suoi meandri. È magia pura.
La Regione Lazio nel 2000 lo ha nominato monumento naturale, incoronato giardino più bello d’Italia nel 2015, il New York Times ne ha scritto due volte negli ultimi vent’anni definendolo già nel 1997 Legendary e poi the most beautiful and romantic garden in the world.
Insomma ne tessono le lodi in tanti, ovunque, da tanto tempo.
Ero bambina la prima volta che ho visitato il giardino botanico di Ninfa. Già allora ne avevo percepito la straordinarietà e non era neanche il periodo migliore per visitarlo! Mi era rimasto impresso nella memoria, questo luogo dove la natura cerca continuamente di soverchiare le tracce che ha lasciato l’uomo.
Poi sono cresciuta e ho capito che l’essenza vera del giardino di Ninfa è l’uomo.
E l’acqua, che rende questo luogo particolarmente rigoglioso.
Siamo nel sud del Lazio, nel comune di Cisterna di Latina, ai piedi dei Monti Lepini. Rocce calcaree ricche di sorgenti carsiche. E proprio qui, l’acqua affiora in punti diversi rendendo questo luogo un piccolo Eden.
Giardino di Ninfa – Un po’ di storia
Il giardino di Ninfa in realtà era una città.
Il suo nome, secondo la tesi più diffusa, deriverebbe da un tempio romano di epoca classica dedicato proprio alle ninfe, le divinità legate alla natura. In particolare alle Naiadi, le ninfe delle fonti e delle sorgenti.
In realtà era più che altro un luogo di sosta, di cui Plinio il Vecchio decanta la bellezza e la ricchezza di ruscelli già nel I secolo.
Nell’VIII secolo Ninfa entra a far parte dei possedimenti della Chiesa ed inizia a prosperare grazie alla sua posizione strategica.
Infatti, come in tanti altri casi, le strade consolari nel tardo romano impero diventano impraticabili, perché impaludate o battute dai briganti.
Ninfa, invece, si trova sulla Pedemontana, la strada alternativa alla via Appia per raggiungere il sud e la costa. Grazie ad una dogana sul fiume ed una lungo la via, costruisce la sua ricchezza.
La città medievale
Inizia un periodo di prosperità e di espansione.
Nel IX secolo iniziano ad assecondarsi al suo governo le principali famiglie della zona. Tuscolo e Frangipane, Conti e i Colonna. Proprio sotto i Frangipane, Ninfa vive uno dei suoi momenti di massima popolarità.
Alla morte di papa Adriano IV, il conclave nomina al soglio di Pietro Rolando Bandinelli – Alessandro III; mentre un piccolo gruppo di cardinali nomina Ottavio de Monticelli – Vittore IV, con il sostegno di Federico Barbarossa.
Bandinelli è fatto prigioniero ed immediatamente liberato da Oddone Frangipane che gli offre rifugio a Ninfa, dove nel 1160, è consacrato papa nella chiesa di Santa Maria Maggiore.
Per vendetta, nel 1171, l’imperatore ordina il saccheggio e la distruzione della città, che comunque risorge dalle proprie ceneri.
Benedetto Caetani – ovvero papa Bonifacio VIII, l’inventore del giubileo – nel 1298 la acquista per donarla al nipote Pietro II.
All’apice Ninfa conta quasi 2800 abitanti, una doppia cinta muraria, 7 chiese che riprendono i nomi delle basiliche romane ed una torre di 32 metri che fa parte del sistema difensivo di torri insieme a Torre Astura e quella del Circeo.
Tra XII e XIII secolo gli abitanti di Ninfa costruiscono una diga sul fiume e nasce il lago artificiale. Le attività produttive si arricchiscono di mulini, frantoi, concerie. È una realtà florida, un centro importante.
Il feudo dei Caetani si trova ancora una volta al centro della contesa tra papi ed antipapi e nel 1382, a seguito della scomunica di Onorato Caetani da parte del papa romano, la città è assediata e rasa al suolo.
Gli abitanti abbandonano Ninfa per ritirarsi nei centri sulle alture circostanti e si rinuncia ad una nuova ricostruzione. Le paludi iniziano a invadere la zona e la malaria la rende inabitabile.
Abbandono e rinascita
La natura si riappropria dello spazio e per secoli di Ninfa resta solo labile memoria nel quotidiano officiare delle messe nelle chiese ancora agibili.
È il XVI secolo quando un Caetani rimette mano a Ninfa.
Il cardinal Nicolò III vi realizza un giardino recitato riprendendo l’ideale medievale di hortus conclusus, in cui mette a dimora piante di agrumi, anche particolarmente pregiati. Se ne continua a prendere cura il duca Francesco IV nel secolo successivo, prima di dover definitivamente abbandonare la zona a causa, ancora una volta, della malaria.
Torneranno nuovamente alla fine dell’Ottocento per riscoprire la città fantasma ingoiata inevitabilmente dalla natura.
La moglie di Onoraro Caetani, Ada Bootle Wilbraham insieme a due dei suoi figli Gelasio e Roffredo, inizia a progettare il recupero di questi terreni e la loro trasformazione in giardino all’inglese.
È il 1920 quando iniziano a bonificare terreni, piantare i primi alberi ad alto fusto e le prime rose, liberare i ruderi dalle piante infestanti e segnalarne la presenza con cipressi e pini. Il palazzo del municipio risalente al XII secolo è ristrutturato e diventa villa di campagna di famiglia.
La moglie di Roffredo, l’americana Marguerite Chapin, nel decennio successivo arri a Ninfa arricchisce nuove rose ed arbusti, ma soprattutto apre il giardino di Ninfa ai tanti poeti ed autori che la circondavano. Marguerite infatti era la fondatrice della rivista letteraria Botteghe Oscure – con ovvio riferimento all’omonima via romana dove i Caetani avevano la residenza di famiglia.
Il giardino di Ninfa diventa luogo di incontro, contemplazione e di ispirazione.
Calcano i suoi verdi prati Tennessee Williams e Italo Calvino, Truman Capote e Alberto Moravia, T.S. Elliot. Pare che Bassani (già redattore capo della rivista di Marguerite), nel silenzio alimentato dal gorgogliare dell’acqua nella piccola dogana sul fiume, abbia steso gli appunti per il suo Giardino dei Finzi-Contini.
Giardino di Ninfa
Probabilmente dobbiamo a Leila, figlia di Roffredo e Marguerite, l’aspetto del giardino che conosciamo oggi.
Da esperta pittrice lo concepisce come una serie di quadri: abbina colori, accosta scorci e fioriture, introduce 60 tipi diversi di prunus da fiore (genere che comprende ciliegi, peschi, albicocchi, prugni e mandorli), anche orientali, magnolie orientali e nordamericane, fra cui esemplari molto rari.
Tutte piante che, nel periodo della fioritura, compongono con le loro chiome potenti macchie di colore.
Ma Leila guarda lontano. È l’ultima erede di una dinastia secolare ed istituisce, nel 1972, la Fondazione Caetani che continua a tutelare la memoria della famiglia e a curare e preservare il giradino di Ninfa ed il castello di Sermoneta.
Dandoci la possibilità di poter godere di tanta straordinaria bellezza.
Oggi il giardino di Ninfa conta circa 1300 varietà diverse di piante che fioriscono in periodi diversi.
Lungo il percorso di visita (rigorosamente guidata) ci immergiamo totalmente in un’oasi di bellezza e di biodiversità dove convivono piante di ogni continente, ma che qui hanno trovato le condizioni migliori per adattarsi e prosperare.
L’occhio non ci inganni. Il giardino di Ninfa è uno straordinario quadro dipinto dall’uomo, dove le quinte sono i resti della florida città medievale e le piante sono amorevolmente e costantemente curate dalla mano dell’uomo.
Da qualche parte ho letto che si tratta di un favoloso caos controllato. L’essenza vera del giardino all’inglese, dove la natura sembra prevalere.
Sembra.
Giardino di Ninfa – I sapori nei dintorni
La splendida passeggiata nello straordinario giardino di Ninfa è stata l’occasione per tornare a trovare un amico sincero, un conoscitore straordinario della sua terra ed un eccellente chef, a circa 30 km da qui.
Qui trovate la nostra passeggiata nei boschi intorno all’Eremo di sant’Erasmo che si è concluso con un pranzo, un tripudio di sapori del territorio dei Monti Lepini.
Giardino di Ninfa – Info utili
Ecco quanto ti serve per programmare la tua passeggiata nel giardino di Ninfa. Desideri saperne di più? Commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso.
Il giardino di Ninfa è visitabile durante la bella stagione. Aperto: il sabato, la domenica e nei giorni festivi. Consultate il calendario delle aperture ufficiali. Orario: dalle 9 alle 18.
Consigliamo vivamente di acquistare il biglietto online; presentandosi direttamente in biglietteria potrebbero non esserci posti disponibili.
La visita al giardino di Ninfa è rigorosamente guidata.
Il tour ha la durata di circa un’ora.
Volendo è possibile acquistare separatamente il biglietto per visitare il Castello Caetani a Sermoneta, a circa 7 km dal giardino.
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