Marta è l’incantevole borgo di pescatori che si affaccia sulle sponde meridionali del lago di Bolsena (qui trovi l’articolo sul borgo di Bolsena).
Siamo stati a Marta per salutare l’inizio dell’autunno, ma abbiamo trovato uno splendido pomeriggio di fine estate.
Ritmi lenti ed atmosfere vivaci: pescatori indaffarati, bambini che giocano nei giardini del lungolago e persone sedute a pranzare ancora alle 4 del pomeriggio.
Marta mostra immediatamente la sua anima accogliente, si apre al nostro gironzolare, si fa scoprire senza titubanze.
Di fronte a lei, ovunque si guardi, l’isola Martana: custode gelosa di un prezioso tesoro del lago di Bolsena e teatro della tragica vicenda della regina Amalasunta.
Più a sinistra si può scorgere Capodimonte e, in lontananza, l’isola Bisentina.
Nel cuore dell’Etruria, in un territorio compreso tra due delle più importanti città – Tarquinia e Orvieto – sembra strano non si possa ipotizzare un’origine etrusca per questo borgo. Anche se c’è qualcuno che sostiene che il nome Marta derivi dal fenicio marath.
I primi documenti ufficiali in cui compare Marta risalgono al 726. Il suo nome è nell’atto di donazione con cui Ludovico il Pio cede al papa alcuni territori per la creazione del Patrimonio di San Pietro.
Il borgo sul lago di Bolsena entra a far parte dei territori della Chiesa che, nell’XIII secolo, li concede ai Prefetti di Vico.
La famiglia di origine tedesca aveva fatto fortuna amministrando dalle sponde del lago di Vico (qui puoi leggere della nostra passeggiata nella Riserva Naturale del lago di Vico) il transito tra Roma e Viterbo, diventando una delle più potenti della Tuscia.
Marta è a lungo contesa fra le nobili famiglie della zona, passando di dominazione in dominazione finché, nel 1537 viene annessa da papa Paolo III al Ducato di Castro, governato dai Farnese. Dopo il 1649 torna a far parte dei territori della Chiesa, sotto il cui controllo rimarrà fino all’Unità d’Italia.
Palazzo del Comune e le acque del lago di Bolsena | ©Fabio Magno
L’Isola Martana e la regina Amalasunta.
L’isola fa parte del comune di Marta, anche se oggi è di proprietà privata e quindi non visitabile.
Entrambe le isole del lago di Bolsena si sono create dall’esplosione dei coni eruttivi con cui termina la grande attività vulcanica che ha dato vita al territorio e al lago. Dal lungolago di Marta possiamo ammirare le sue sponde alte e rocciose, ricche di folta vegetazione.
Abitata fino al Cinquecento, ha accolto anche diversi ordini monastici. Si racconta che, durante le incursioni dei barbari, gli abitanti di Bolsena, vi avessero nascosto le spoglie di Santa Cristina per salvarle dai saccheggi.
La Storia invece consegna a queste sponde il triste epilogo di una sovrana.
Nell’epoca dell’Impero ormai diviso tra Impero d’Oriente e Impero d’Occidente, Amalasunta – figlia di Teodorico – e grande estimatrice della tradizione romana, diventa regina dei Goti. Il suo regno impostato sulla ripresa di questa tradizione, pone nei ruoli chiave di potere romani goticizzati.
La sua politica genera un grande scontento tra i nobili Goti. Nel tentativo di stemperare gli animi, Amalasunta unisce al suo trono il cugino Teodato, influente esponente della nobiltà Gota e duca di Tuscia.
Nel Borgo dei Pescatori ©Francesca Boccini
Le sue manovre politiche però non la mettono al sicuro. Nel 535 Teodato imprigiona Amalasunta sull’Isola Martana dove viene uccisa mentre sta facendo il bagno. La nobiltà gota si è tolta un peso.
Ma nelle intricate vicende politiche dell’epoca questo sarà il fatto che scatena la guerra gotica con cui Giustiniano, imperatore d’Oriente, cercherà di riconquistare i territori della penisola.
Racconta la leggenda che, ancora oggi, avvicinandosi all’isola nei giorni di forte tramontana si possano udire le urla della regina tradita. Nelle notti di luna piena qualcuno giura di aver visto il suo fantasma vagare tra le rocce lungo le sponde della Martana.
Il borgo di pescatori
Il borgo dei pescatori è la parte più variopinta di Marta. La sua sfilza di casette colorate affaccia sul lago, lungo via Amalasunta. Le barche sono tutte in acqua, pronte ad uscire per la pesca. Anche loro colorate e decorate.
Per lungo tempo la pesca è stata una colonna portante dell’economia martana. Ed è ancora oggi un’attività importante.
Tanto che nel 1996 la Cooperativa Pescatori Martana ha inaugurato uno dei più grandi incubatoi ittici d’Europa.
Il porticciolo e la spiaggetta del Borgo dei Pescatori |©Fabio Magno
Qui, utilizzando l’acqua del lago di Bolsena, vengono portate alla schiusa milioni di uova. I “neonati” vengono poi liberati nel lago per assicurarne il ripopolamento e garantire una buona pesca.
Camminando lungo il borgo dei pescatori si giunge al Parco del Pontone dove il porticciolo e la cornice verde assicurano la vista più bella su tutta Marta.
Da qui, grazie a una scalinata raggiungiamo la spiaggia La Cava, un’oasi tranquilla. Una coppia di signori ci racconta che nelle grotte sfiorate dall’acqua, ci si rifugiava durante la guerra.
È un luogo bello, dove regnano solo i suoni della natura e si può percorrerla tutta fino a raggiungere il vicino borgo di Capodimonte.
Per raggiungere la spiaggia | ©Fabio Magno
Marta – Il borgo
Nel borgo di Marta, dove si respira ancora un’atmosfera medievale, si possono ancora vedere tracce dell’antica fortificazione.
Resti dell’antica fortificazione del borgo | ©Fabio Magno
Giriamo tra i vicoli per raggiungere la torre dell’orologio che si vede un po’ da ogni punto di Marta.
Nel mentre passiamo davanti a un luogo che ci incuriosisce. Un piccolo giardino molto curato con un vialetto che porta ad un ingresso: c’è una scala in discesa.
È la Grotta delle Apparizioni, un luogo di devozione popolare che, dal 19 maggio 1948, ha reso Marta famosa nel mondo.
Quel giorno infatti 3 bambine di 9 anni raccontano che è apparsa loro la Madonna. In tanti raccontano di essere caduti in estasi, di aver avuto la visione e ricevuto miracoli.
Nel borgo di Marta ©Fabio Magno
Ai piedi della Torre dell’Orologio si vede quel che resta della fortificazione medievale. La stessa torre del XII secolo ne faceva parte. A forma ottagonale, è alta 21 metri e da qui si gode un bellissimo panorama sul borgo e sul lago. Ci regaliamo un istante di contemplazione prima di immergerci nuovamente nel cuore del borgo.
Qui troviamo la collegiata dei Santi Marta e Biagio, riedificata sui resti della chiesa di Santa Marta nel Seicento. I lavori di ricostruzione, fortemente voluti da tutta la popolazione, si protrassero per lungo tempo e portati a termine alla fine del Settecento.
Collegiata dei Santi Marta e Biagio ©Fabio Magno
Marta – La Festa della Madonna del Monte
Il modo migliore per capire e vedere l’anima di Marta è visitarla il 14 maggio quando la cittadina si ferma per la Festa della Madonna del Monte, più conosciuta come la Barabbata.
Fin qui abbiamo parlato di pesca, ma Marta si trova in una campagna ricca e florida. E l’altro lato del suo volto è agricolo. Durante questa festa, con la quale i martani ringraziano la Madonna del Monte per i frutti della terra che ha loro donato, si portano in processione le cosiddette Fontane.
Sono dei carri di forme e dimensioni diverse arricchiti di fiori e, spesso, zampilli d’acqua.
Raffigurano scene della vita contadina, del lavoro nei campi e i cicli dei principali prodotti che questa terra dona all’uomo.
Il trasporto avviene verso il Santuario della Madonna del Monte il cui portale viene è rigogliosamente abbellito da una sorta di mosaico floreale.
Marta – I sapori nei dintorni
I sapori da provare a Marta sono ovviamente quelli della cucina di pesce di lago. Otello, sul Lungolago, dove si può mangiare anche all’esterno, in una splendida cornice fronte lago.
La loro cucina propone i piatti della tradizione martana: da non perdere l’anguilla alla cacciatora. A disposizione anche due menù degustazione. Per chi non ama il pesce di lago, tra le proposte anche piatti di mare e di terra.
Marta – Info utili
Ecco quanto ti serve per programmare la tua visita a Marta. Se desideri saperne più, commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso.
- Marta non è molto grande e ci sono diverse aree parcheggio a pagamento. Molto comoda quella via Guglielmo Marconi, praticamente all’inizio del Lungolago.
- Collegiata dei Santi Marta e Biagio. Aperto: tutti i giorni.
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