Il Cimitero Acattolico di Roma è senza dubbio un luogo inconsueto da visitare. Ma sapeste quanta atmosfera vi si cela!
Ci si addentra per curiosità, aspettandosi di assistere ad una carrellata di nomi e fotografie. Si trova invece un piccolo museo a cielo aperto, un giardino amorevolmente curato, un luogo di profonda riflessione.
Percorrere i suoi vialetti significa fermarsi per vedere dove mettere i piedi. Fermarsi vuol dire guardarsi intorno. Intorno a noi tanti nomi di personaggi più o meno noti: tante storie diverse.
Scrittori, poeti, attrici e ballerine, politici e massoni, stilisti e gioiellieri, artisti, liberi pensatori, dissidenti dei regimi e diplomatici. Ma anche tanta gente comune, riposa in questo angolo di Roma.
Tutti accomunati dal fatto di non essere credenti cattolici.
In rispettoso silenzio, lo sguardo corre, indugia su un nome, si chiude in un doveroso ringraziamento.
Cimitero Acattolico – Storia
Siamo ai margini di Testaccio (qui trovi la nostra passeggiata nel Rione XX di Roma), all’ombra della Piramide Cestia. Un tempo quest’area era conosciuta come “i pratoni dei romani” che vi venivano a trascorrere le scampagnate fuoriporta.
Il diritto canonico vietava la sepoltura in terra consacrata di tutti coloro che non erano di fede cattolica. Tra questi: suicidi ed attori, donne e uomini di malaffare.
A parte i membri della comunità ebraica che avevano il loro cimitero dove è oggi il Roseto comunale di Roma (qui per saperne di più), tutti gli altri venivano seppelliti insieme in un luogo lungo il Muro Torto, nei pressi di Porta Pinciana.
Già nel XVII secolo però la comunità straniera presente a Roma chiede alla Santa Sede di ricevere un luogo distinto, per dare dignitosa sepoltura a coloro che terminavano i loro giorni nella Città Eterna.
Ufficialmente, nel 1716, papa Clemente XI concede ai membri della corte in esilio della famiglia Stuart di essere sepolti qui. Il primo pare sia stato William Arthur, un seguace di Giacomo Edoardo Stuart.
Le cerimonie si svolgevano rigorosamente di notte, per evitare proteste e atti di fanatismo religioso e solo dalla seconda metà del secolo le sepolture iniziano ad essere evidenziate da lapidi.
La parte più antica del Cimitero Acattolico si estende praticamente ai piedi della Piramide di Caio Cestio. Ma nel 1821 il cardinal Consalvi, Segretario di Stato del papa, vieta ulteriori inumazioni, concedendo un nuovo appezzamento di terra adiacente, delimitato da mura.
E, a fronte dei tanti casi di razzie e profanazioni, nel 1824 viene anche scavato un fossato.
Il Cimitero Acattolico – Museo all’aperto
Conosciuto anche come Cimitero degli Inglesi, è uno dei luoghi di sepoltura ancora in uso più antichi d’Europa.
Definito nel 1910 dall’allora sindaco di Roma Nathan “culturalmente rilevante”, nel 1918 è stato dichiarato Zona Monumentale di Interesse Nazionale.
Anche se non è il Verano, Staglieno o Père-Lachaise, possiamo definirlo un vero e proprio cimitero monumentale. Ed è uno dei modi per visitarlo: attraverso le tante sculture e monumenti che decorano le sepolture.
Quella più conosciuta è sicuramente l’Angelo del Dolore (Angel of Grief) di William Wetmore Story.
Adagiata in maniera struggente sulla tomba della moglie Emelyn, l’artista statunitense la termina nel 1894. Poco tempo dopo anche lui raggiungerà l’amata moglie ed il figlioletto nello stesso sepolcro.
Un’altra sepoltura che spicca senza dubbio è quella di Elsbeth M. Wegener-Passarge.
“La Sposa” realizzata dallo scultore tedesco Ferdinand Seeboeck per la fidanzata passata a miglior vita 15 giorni prima del matrimonio, è incastonata in una nicchia ricavata nelle Mura Aureliane.
Mi richiama alla memoria il meraviglioso monumento funebre di Ilaria del Carretto di Jacopo Della Quercia, con il ritratto di giovane donna adagiata sul sarcofago.
E poi la stele del figlio di Goethe decorata da un medaglione opera dello scultore danese Bertel Thorvaldsen, oggi conservata nella sede dell’ambasciata tedesca e sostituita da una copia in bronzo).
Scorgo racchiuso in una guglia gotica il busto di un uomo distinto in doppiopetto e il suo fedele compagno a quattro zampe.
Il giovane Georges Volkoff seduto a gambe accavallate con un libro in mano, come un ragazzino qualunque.
Un commovente putto addormentato sulla base di una colonna spezzata veglia la piccolissima Belinda Gale.
E ancora il torso drappeggiato di donna che richiama la scultorea classica per ricordare Belinda Lee, la bellissima attrice inglese degli anni ‘50 che fu diretta in Italia da registi come Cottafava e Francesco Rosi.
Cimitero Acattolico – Antologia letteraria
C’è un altro modo per visitare il Cimitero Acattolico ed è lasciare che la memoria di chi riposa qui ci parli. Come in una Spoon River, epitaffi nomi e poesie raccontano al visitatore.
Ed il Cimitero Acattolico è un piccolo compendio di letteratura e poesia.
Parte antica
Nella parte antica c’è John Keats, “un giovane poeta inglese”, la cui lapide recita “qui giace colui il cui nome fu scritto nell’acqua”.
Il grande esponente del Romanticismo inglese, il poeta del “Bellezza è verità, verità bellezza,” – questo solo/Sulla terra sapete, ed è quanto basta.”, colui che cercava la verità attraverso la bellezza e quindi l’arte, ci lascia un writ in water che al contrario nulla ha a che fare con la gloria, la grandezza, l’eternità.
Voi sarete più fortunati di noi, non troverete un set cinematografico in allestimento e riuscirete a visitarla.
Zona vecchia
Varcando la soglia verso la zona vecchia, ci dirigiamo verso la tomba del poeta Percy Bysshe Shelley, marito della nota Mary Shelley.
Un sodalizio il loro, amoroso ed artistico, in puro stile romantico.
Entrambi affascinati dal mito greco di Prometeo: lei autrice di Frankenstein o Moderno Prometeo, pubblicato nel 1818 con prefazione del marito. Lui autore nel 1820 di un dramma lirico in versi ispirato alla tragedia di Eschilo: Prometeo liberato.
“Diede all’uomo il linguaggio, e il linguaggio creò il pensiero | Che è il metro dell’universo.”
Una storia d’amore movimentata da alti e bassi, spostamenti continui, amore libero e fitti scambi culturali.
E qui, le incisioni volute da Mary, dopo la morte del marito durante una traversata in mare, testimoniano un amore profondo.
Dal Cor Cordium (cuore dei cuori), riferimento all’espressione inglese heart of hearts (dal profondo del cuore) e la citazione Nothing of him that doth fade, but doth suffer a sea change, into something rich and strange (Niente di lui si dissolve ma subisce una metamorfosi marina per divenire qualcosa di ricco e strano) dalla Tempesta di Shakespeare.
Vicino a Shelley ha voluto essere sepolto il poeta della Beat Generation Gregory Corso.
Spirito/è vita/Scorre attraverso/la mia morte/incessantemente/come un fiume/che non ha paura/di diventare/mare.
E Carlo Emilio Gadda autore indimenticato di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana.
Zona Seconda
E poi ci sono Gianni Borgna ed il poeta Dario Bellezza
Ora alla fine della tregua/tutto s’è adempiuto; vecchiaia/chiama morte e so che gioventù/
è un lontano ricordo. Così/senza speranza di sapere mai/cosa stato sarei più che poeta/
se non m’avesse tanta morte/dentro occluso e divorato, da me/prendo infernale commiato.
Luce d’Eramo e Amelia Rosselli
L’alba si presentò sbracciata e impudica; io/la cinsi di alloro da poeta: ella si risvegliò/lattante, latitante./L’amore era un gioco instabile; un gioco di/fonosillabe.
Zona Terza
Non possiamo non concludere questa visita al Cimitero Acattolico andando ad omaggiare Andrea Camilleri, sepolto a poche decine di metri da Antonio Gramsci.
Nel luogo in cui riposa il creatore del Commissario Montalbano, un grande vaso pieno di mozziconi di sigaretta che traboccano anche da un posacenere a forma della sua amata Sicilia.
Visitare il Cimitero Acattolico vuol dire prendersi una pausa dal caos della città e dedicare a se stessi un momento di riflessione. Si, ovviamente, sulla caducità dell’essere umano e sull’inarrestabile tempo che scorre. Ma soprattutto sull’importanza del lascito delle personalità che abbiamo qui ritrovato.
Ogni grande opera d’arte ha due facce, una per il proprio tempo e una per il futuro, per l’eternità (Daniel Barenboim).
Cimitero Acattolico – I sapori nei dintorni
Dopo la visita del Cimitero Acattolico, ci siamo diretti nel cuore di Testaccio.
Lì, ci sono tanti posticini dove mangiare la cucina romana più verace. Noi abbiamo scelto di andare al Mercato Rionale: qui vi raccontiamo cosa abbiamo assaggiato e tutta la nostra passeggiata a Testaccio.
Cimitero Acattolico – Info Utili
Ecco quanto ti serve per esplorare il Cimitero Acattolico a Roma. Se desideri saperne più, commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa qui sotto e ottieni il percorso.
Cimitero Acattolico di Roma. Aperto tutti i giorni. Orario. Dal lunedì al sabato dalle 9 alle 17 (ultimo ingresso alle 16:30). Domenica e festivi dalle 9 alle 13 (ultimo ingresso alle 12:30).
Ingresso in via Caio Cestio 6
Biglietto. Gratuito, ma ci teniamo a sottolineare che il Cimitero si sostiene grazie alle donazioni di privati.
Per i gruppi è necessaria la prenotazione anticipata almeno 10 giorni prima scrivendo a ornella.forte@cemeteryrome.it.
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