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Villa Torlonia, visita al parco più originale di Roma

di Francesca Boccini
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Villa Torlonia

Siamo stati a Villa Torlonia e ci siamo stupiti, come ogni volta.

Già una semplice passeggiata all’interno del parco è un’esperienza emozionante. Si cammina tra le simmetrie del giardino settecentesco all’ombra dei lecci e dei pini per ritrovarsi in scenari che evocano posti e tempi lontani.

Questa volta abbiamo voluto fare di meglio e abbiamo visitato il complesso dei Musei di Villa Torlonia. Fra l’altro se avete la MIC Card, l’ingresso è gratuito!

Con un unico biglietto è possibile visitare uno degli esempi più vividi a Roma dell’Eclettismo.

Un movimento artistico che – tra Settecento e primi del Novecento – riprende forme ed elementi di stili precedenti, mescolandoli insieme per creare qualcosa di nuovo ed originale. Come abbiamo visto bene anche al quartiere Coppedè (qui la nostra passeggiata).

Perché Villa Torlonia – come la famiglia stessa – a differenza di tanti altre residenze gentilizie non affonda le sue radici nella storia antica di Roma.

E forse è d’obbligo spendere due parole su di loro.

I Torlonia

La famiglia nasce da Marin Tourlonais, un francese che giunge a Roma vi rimane come cameriere personale del cardinal Acquaviva. Quando si sposa, italianizza il suo nome in Marino Torlonia. I suoi servigi furono così apprezzati dal cardinale che, alla sua morte, gli lascia una rendita con la quale avvia un negozio di stoffe. Parallelamente Marino concede anche prestiti fino all’apertura di un banco creditizio.

Stemma Torlonia | ©Fabio Magno

La vera fortuna, la famiglia la farà con il figlio di Marino, Giovanni Raimondo, durante l’occupazione di Roma da parte delle truppe napoleoniche. Attraverso il Banco Marino Torlonia offre alla nobiltà romana prestiti garantiti dalle loro proprietà immobiliari e terriere. Così Giovanni Raimondo riesce ad accumulare un enorme patrimonio.

Nonostante la smisurata ricchezza, la famiglia è snobbata dalla nobiltà romana. Doveva essere un cruccio grande per Giovanni Raimondo. Tanto da riuscire ad ottenere un titolo nobiliare dal papa. Appena nominato marchese di Romavecchia, nel 1797, Giovanni Raimondo procede con l’acquisizione di un altro status fondamentale per entrare nella cerchia della nobiltà romana: le residenze.

Ogni famiglia nobile ne possedeva una urbana, una suburbana ed una tenuta.

Giovanni Raimondo acquista vigna Colonna lungo la via Nomentana. Ma è solo la prima acquisizione di un patrimonio immobiliare da far impallidire che culminerà con l’acquisto di villa Albani nel 1866 e di una delle più eccezionali collezioni di opere d’arte della storia.

Nel frattempo papa Pio VII crea per Giovanni Raimondo il titolo di princeps romanus e, nel 1814, lo nomina primo principe di Civitella Cesi. Anche il figlio Alessandro otterrà il titolo di principe nel 1875, a seguito della bonifica del Fucino, impresa già tentata secoli prima dall’imperatore Claudio.

Ancora nel 1933 Silone scrive in Fontamara: “In capo a tutto c’è Dio, padrone del cielo, poi viene il principe Torlonia, padrone della terra […]”.

Tanto per intenderci…

Villa Torlonia – Un po’ di storia

Giovanni Raimondo Torlonia

È il 1797 quando Giovanni Raimondo acquista vigna Colonna per trasformarla in una residenza che fosse dimostrazione tangibile della loro ricchezza e ancora di più del loro potere.

L’obiettivo primario del Torlonia era uno: stupire chiunque.

Campo dei Tornei e Teatro | ©Fabio Magno

E per questo affida i lavori a Giuseppe Valadier, il più illustre architetto dell’epoca.

Tra il 1802 ed il 1806 Valadier sovrintende ai lavori sul Casino Nobile e il Casino dei Principi, realizza un monumentale ingresso su via Nomentana (demolito in seguito ai lavori di ampliamento della strada) e progetta un giardino di piante della flora mediterranea con viali simmetrici, a cui fanno da sfondo scenografico le architetture di gusto neoclassico.

Alessandro Torlonia

Alla morte del padre, nel 1829, la proprietà passa al figlio Alessandro che continua l’opera di arricchimento della villa. Affida a Giovan Battista Caretti ulteriori lavori di ampliamento degli edifici e la creazione di finti scenari romani.

Ecco comparire nel parco il tempio di Saturno, la tribuna con la fontana, i falsi ruderi romani e l’anfiteatro. Ma anche – come andava di moda all’epoca – la Kaffeehaus e la cappella di Sant’Alessandro (queste ultime tre strutture non esistono più).

Dobbiamo a Giuseppe Jappelli, nel 1839, la sistemazione della parte meridionale della proprietà in un favoloso giardino all’inglese.

Jappelli crea collinette tra cui si districano vialetti tortuosi che conducono il visitatore a scoprire scenari sorprendenti. La sua fantasia concepisce la Serra Moresca con la Torre e la Grotta, la Capanna Svizzera, il Campo dei Tornei ed un laghetto con isolette. Dissemina il giardino di piante esotiche come palme, aloe, cactus e camelie. Mentre immerge la Capanna Svizzera tra lecci e conifere.

Nel 1841 Quintiliano Raimondi edifica l’Aranciera (indicata comunemente come Limonaia) e, in occasione del matrimonio di Alessandro Torlonia con Teresa Colonna, il Teatro. Anche questo splendido esempio di eclettismo in cui le forme neoclassiche del corpo centrale si sommano alle influenze nordiche della serra in ghisa e vetro. All’interno la decorazione delle sale e degli appartamenti spazia dal neogotico al neorinascimentale.

Villa Torlonia il Teatro
Teatro | ©Fabio Magno

L’anno successivo sono innalzati i due obelischi. Due esemplari monolitici in granito rosa dedicati ai genitori, perfette imitazioni di quelli egizi.

Realizzati sul lago Maggiore, il loro trasporto avviene via fiume e poi via mare. Dopo aver risalito l’Aniene, ci vogliono 8 giorni per l’ultimo tratto via terra. Il loro innalzamento fu un vero e proprio evento a cui presero parte anche il papa ed il re di Baviera. Con tanto di gran festa aperta a tutto il popolo.

Giovanni Torlonia Jr.

Gli interventi più di rilievo nel periodo successivo si devono a Giovanni Jr. che, nel 1908, affida ad Enrico Gennari i lavori di trasformazione della Capanna Svizzera in Villaggio Medievale. Nello stesso anno risulta terminato anche il Villino Medievale pensato come residenza di Giulio Borghese Torlonia, padre di Giovanni Jr.

Villa Torlonia il Villino Medievale
Villino Medievale | ©Fabio Magno

Mentre, in onore della bonifica di Alessandro, fa realizzare il laghetto con bambuseto che prende il nome proprio di “lago del Fucino”.

Nel 1920 il complesso di edifici di villa Torlonia appare completo con la costruzione di un nuovo muro di cinta, del Villino Rosso e il Villino di guardiania all’ingresso di via Spallanzani.

Villa Torlonia il lago del Fucino con bambuseto nel parco
“Lago del Fucino” | ©Fabio Magno

È storia del Novecento che Villa Torlonia sia stata dimora di Benito Mussolini e della sua famiglia a partire dal 1925. Giovanni Jr. Torlonia gli concede l’affitto alla cifra simbolica di 1 lira. Questo non implica modifiche rilevanti. Mussolini dorme nel Casino Nobile, gioca a tennis nel Campo da Tornei, la moglie crea nel parco gli orti di guerra, mentre l’Aranciera viene adibita a sala per le feste ed incontri ed il Villino Medievale – che già dal 1928 ospitava l’Istituto Nazionale per la Cinematografia Educativa – a sala proiezioni.

La traccia più marcata di questo periodo, forse, sono il rifugio ed il bunker che Mussolini fa costruire sotto il Casino Nobile.

Ingresso al bunker | ©Fabio Magno

Nel 1944, quando gli Alleati entrano a Roma, occupano Villa Torlonia per i successivi tre anni, non senza procurare danni. Il complesso vive uno stato di decadenza ed abbandono fino al 1977, quando lo acquista il Comune di Roma che, l’anno successivo, lo apre al pubblico come parco comunale.

Ci sono voluti decenni di attenti e meticolosi restauri per riportare i vari edifici che compongono Villa Torlonia al suo splendore.

Villa Torlonia – Il percorso

Casino Nobile

Iniziamo il percorso dentro Villa Torlonia dall’edificio principale del complesso. Il primo intervento di Valadier aveva trasformato la villa rustica di vigna Colonna in una residenza signorile in stile neoclassico. A questo si aggiungono le modifiche successive di Caretti che gli conferiscono l’aspetto imponente che conserva ancora oggi.

Villa Torlonia il Casino Nobile nel parco
Casino Nobile | ©Fabio Magno

Caretti infatti aggiunge al corpo principale su via Nomentana, progettato da Valadier, un pronao con loggia coronata da un timpano. Al suo interno un altorilievo in terracotta raffigurante Bacco che torna trionfante dalle Indie su un carro trainato da tigri opera di Rinaldo Rinaldi.

L’architetto, inoltre, sostituisce le due ali porticate volute da Valadier con due portici sorretti da colonne doriche e completa il maestoso ingresso con un’ampia scalinata, scandita in passato da colossali statue antiche.  

Villa Torlonia particolare dell'altorilievo di Rinaldo Rinaldi nel timpano del Casino Nobile
Timpano con altorilievo | ©Fabio Magno

Il progetto di rinnovamento di Caretti secondo i gusti dell’epoca riguarda soprattutto gli interni del Casino Nobile di Villa Torlonia. Improntati al gusto della citazione, la decorazione degli interni ci farà vivere nelle stanze che si succedono una dopo l’altra, una sorta di viaggio attraverso gli stili più belli della memoria artistica.

Le sculture che vedremo lungo il percorso provengono in parte da ritrovamenti nelle tante proprietà della famiglia, in parte arredavano il parco e si sono salvate dalle razzie del passato, altre ancora fanno parte della collezione di Bartolomeo Cavaceppi, acquistata da Giovanni Raimondo Torlonia nel 1800.

Piano terra

Il percorso inizia con una piccola gemma: la stanza da bagno ispirata alle stufe rinascimentali. Caretti progetta e realizza una decorazione ad affresco (olio su muro) con delicati motivi a grottesca ad incorniciare scene mitologiche a tema acquatico ed erotico, opera di Pietro Paoletti. Bellissime le 4 colonne antiche in alabastro dietro le quali era collocata la vasca da bagno.

A seguire la Biblioteca con lo splendido soffitto a cassettoni dipinti monocromi e poi la Stanza a “Berceau” che prende il nome dal motivo del finto pergolato che decora il soffitto. Qui troviamo i bassorilievi di Canova rinvenuti casualmente nel 1997 nei sotterranei del Teatro di Villa Torlonia. Erano 10 in origine e si trovavano nella Sala da pranzo, almeno fino al 1829. Poi se ne erano perse le tracce. Sono meravigliosi!

Attraversiamo il portico fortemente caratterizzato dalle possenti colonne tuscaniche in travertino per giungere nella sala video in cui si raccontano i restauri che hanno riportato Villa Torlonia al suo splendore.

Villa Torlonia portico con colonne tuscaniche al piano terra del Casino Nobile
Portico | ©Fabio Magno

Proseguiamo nella Sala di Psiche dove Pietro Paoletti raffigura le storie del mito sulla volta. La decorazione è fortemente ispirata alla loggia di Amore e Psiche, il celebre affresco che Raffaello ed aiuti realizzarono nel 1519 alla Farnesina, la splendida villa a via della Lungara di un altro grande banchiere: Agostino Chigi.

Prospettiva di sale | ©Fabio Magno

A seguire la Stanza dei poeti e degli artisti italiani così chiamata per i ritratti di 32 illustri esponenti delle Arti, inseriti in uno spettacolare impianto architettonico gotico dipinto.

Raggiungiamo infine la Sala da ballo, il vero cuore dell’intera struttura e gioiello. Valadier aveva progettato questo spazio come Sala da pranzo. Caretti la trasforma in salone per le feste aggiungendo due orchestre nelle tribune laterali sostenute da colonne e rivestendo tutto lo spazio di una sfarzosa decorazione fatta di stucchi, dipinti, dorature e marmi.

Villa Torlonia particolare della meravigliosa decorazione della Sala da ballo al piano terra del Casino Nobile
Sala da Ballo | ©Fabio Magno

Piano nobile

Attraverso la scala in marmo progettata da Caretti, arricchita da una splendida balaustra in bronzo cesellato, accediamo al piano nobile.

Scala | ©Fabio Magno

Il percorso ci conduce in primis nella stupenda Sala di Bacco. La sua originale pianta ellittica a polilobata è arricchita da un’articolata decorazione di Caretti a grottesche, finti marmi, paesaggi monocromi e testine. Francesco Podesti, invece, affresca i medaglioni e le nicchie con le Storie di Bacco ed i riquadri con le personificazioni dei Continenti e delle Stagioni. Il pavimento è a mosaico e raffigura Ercole bambino che strozza i serpenti.  

Villa Torlonia la Sala di Bacco al piano nobile del Casino Nobile
Sala di Bacco

Nella successiva Camera Gotica sembra quasi di trovarsi in un palazzo veneziano grazie alla spettacolare finta loggia dipinta con vetrate in stile gotico. Attraverso il Gabinetto di Venere si giunge a una delle due camere da letto con cui terminano, simmetricamente, le due ali del palazzo.

Villa Torlonia la Camera Gotica al piano nobile del Casino Nobile
Camera Gotica | ©Fabio Magno

L’arredo, in stile barocco genovese di fine XIX secolo, rinvenuto in un deposito ministeriale nel 1997 apparteneva alla camera da letto di Giovanni Torlonia Jr.

Villa Torlonia particolare del mobilio di una camera da letto al piano nobile del Casino Nobile
Particolare di arredo d’epoca | ©Fabio Magno

L’altra ala del piano nobile del Casino di Villa Torlonia si apre con l’elegantissima Sala di Alessandro, utilizzata come sala da pranzo. Omaggio palese ad Alessandro Torlonia attraverso l’elogio di Alessandro il Macedone di cui si raccontano le gesta nella decorazione fatta di affreschi, fregi a stucco e statue.

Una delle Muse nella Sala di Alessandro | ©Fabio Magno

Proseguiamo il percorso nella Camera Egizia in cui Caretti realizza la finta architettura in basalto decorata a geroglifici che incornicia le Storie di Cleopatra di Luigi Fioroni. Cattura la nostra attenzione il pavimento in marmo bianco e bardiglio con intarsi a geroglifico in giallo antico dove trovano posto due mosaici ispirati ancora una volta ad Antonio e Cleopatra.

Museo della Scuola Romana

Villa Torlonia è una matrioska di musei.

Entri per visitare il Casino Nobile e ci trovi dentro anche un piano interamente dedicato alla Scuola Romana. Un gruppo eterogeneo di artisti che, nel periodo tra le due guerre, dà vita ad una corrente artistica il cui filo conduttore sta nel profondo legame con la Città Eterna, nel mito dell’antico, nell’insofferenza verso l’arte di regime ed in una forte attitudine alla sperimentazione continua.

L’esposizione permanente apre nel 2006, grazie all’impegno e coinvolgimento di Netta Vespignani, Miriam Mafai, Enzo Siciliano e Claudia Terenzi.

Vi ritroviamo i diversi filoni espressivi che compongono la Scuola. Il Realismo magico di Antonio Donghi, Francesco Trombadori, Riccardo Francalancia, Ferruccio Ferrazzi. La Scuola di via Cavour di Mafai e Raphaël. I Pittori Tonali degli anni ’30 Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi, Emanuele Cavalli, Roberto Melli e Guglielmo Janni e quelli che, a ridosso della Seconda Guerra Mondiale, elaborano un linguaggio realista come Alberto Ziveri, Fausto Pirandello, Renato Guttuso e il giovane Renzo Vespignani.

Il percorso si chiude con la collezione Ingrao Guina, donata dalla sorella di Ksenija Guina alla sua morte nel 2010 di cui fanno parte opere di Basaldella, Matta, Burri, Guttuso, Mafai, Cagli e numerosi altri.

Nota a margine, prima di lasciare il Casino Nobile. Abbiamo già detto che nel seminterrato si trova uno dei due rifugi antiaerei che volle Mussolini quando abitò a Villa Torlonia. Pochi invece sanno dell’esistenza di una finta tomba etrusca che Caretti realizza per Alessandro, ma che oggi non è ancora accessibile al pubblico.

Villa Torlonia – Casina delle Civette

Villa Torlonia Casina delle Civette
Casina delle Civette | ©Fabio Magno

La Casina delle Civette è una vera e propria bomboniera. Un idillio per gli amanti delle arti applicate o più semplicemente delle vetrate artistiche.

La Casina nasce come Capanna Svizzera, rifugio per Alessandro Torlonia nelle amate atmosfere alpine. Quando l’Eclettismo, però, vira verso la ripresa delle forme dell’età di mezzo, Giovanni Torlonia Jr. affida all’architetto Enrico Gennari la sua trasformazione in Villaggio Medievale.

Compaiono nell’edificio i porticati, le grandi finestre, le loggette, le piccole torri e le decorazioni in maiolica e le vetrate colorate che sono la sua cifra distintiva.

Dal 1908 la civetta inizia a comparire ripetutamente negli elementi decorativi dell’edificio tanto che si diffonde sempre più la denominazione di Casina delle Civette.

Il principe, infatti, era una persona schiva e riflessiva che nutriva un profondo interesse per l’alchimia e l’esoterismo. E la civetta, animale che accompagna da sempre la dea Atena, simboleggia la sapienza e la saggezza.

La ritroviamo nelle vetrate, nelle lunette, nelle colonnine.

L’anno successivo l’architetto Vincenzo Fasolo realizza un’aggiunta sul versante sud movimentando i volumi ed elaborandone l’apparato decorativo in Stile Liberty, in quel momento tanto in voga.

Anche la Casina delle Civette, come il resto degli edifici di Villa Torlonia, subisce gravi danni durante l’occupazione delle truppe Alleate.

Ancora più disastroso è l’incendio che nel 1991 rischia di cancellarla definitivamente. Tra il 1992 ed il 1997 un lungo e sapiente lavoro di restauro, aiutato dalle ricche fonti documentarie, riporta la Casina al suo splendore quasi originale.

Gli interni

L’elemento più caratteristico della Casina delle Civette sono le splendide vetrate policrome.

I disegni preparatori sono di Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi, Vittorio Grassi e Paolo Paschetto. Tutte vengono realizzate dal laboratorio di Cesare Picchiarini tra il 1908 ed il 1930.

Ma tutti gli ambienti interni sono piccole pillole di gioia per un osservatore attento. I pavimenti – parquet o piastrellati – creano fantastici disegni e favolosi intrecci. Ed ancora le volte dipinte, gli stucchi, i dettagli di alcuni mobili sopravvissuti nel tempo.

Piano terra

Il percorso inizia attraverso il Fumoir con una spettacolare bow window, per proseguire nel divino Salottino delle 24 Ore affrescato da Giovanni Capranesi. Qui è raffigurato un elegante pergolato animato dal ballo di giovani donne (le Ore) tra rose e comete, simboli araldici dei Torlonia. Si passa poi nella Stanza dei Trifogli con un fantastico pavimento a motivo vegetale.

Elegantissime le boiseries della Sala da pranzo con le pareti rivestite in legno con delicati intarsi in ottone ed una decorazione a foglie e bacche di lauro. La protagonista della Stanza del Chiodo (studio del principe) è la vetrata policroma con tralci d’uva, la cui forma ne ha ispirato il nome.

Villa Torlonia le vetrate policrome nella Stanza del Chiodo nella Casina delle Civette
Vetrate della Stanza del Chiodo | ©Fabio Magno

Giungiamo infine nella Stanza delle Civette. Per alcuni il nome della Casina deriva da questa vetrata, realizzata su disegno di Cambellotti e raffigurante l’animale simbolo di sapienza tanto amato da Giovanni Jr. Qui sono conservate anche alcune prove per le vetrate della stanza da letto del principe: civette in notturna.

Villa Torlonia la vetrata policroma della Stanza delle Civette nella Casina delle Civette
Vetrata della Stanza delle Civette | ©Fabio Magno

Piano superiore

Il primo ambiente che si incontra era la stanza da bagno del principe, di cui oggi restano le poche maioliche originali di Villeroy & Boch e le due credenze pensili con vetrine raffiguranti nudi di Duilio Cambellotti.  

Passiamo poi nella Stanza da letto del principe che ancora conserva alcuni arredi originali. Colpisce sicuramente il soffitto. Una volta stellata da cui pende un lampadario in ferro battuto con motivi a foglia di edera, incorniciato da un cerchio perfetto di pipistrelli in volo.

Al centro della stanza campeggia una vetrata di Bottazzi per Casa Zingone, mentre laterali il bellissimo Cigno sempre di Bottazzi e Idolo di Grassi.

Dalla stanza si accedeva al Balcone delle Rose così chiamato per le vetrate in cui si ripete il tema floreale che, insieme alle comete del pavimento, ancora una volta richiamano lo stemma della famiglia Torlonia.

Villa Torlonia il Balcone delle Rose nella Casina delle Civette
Balcone delle Rose | ©Fabio Magno

Dalla camera da letto, la nostra attenzione è catturata dalla vetrata I Pavoni, collocata nella Stanza dei Ciclamini che prende il nome dal pavimento riccamente decorato. La realizza Bottazzi nel 1912 per la Prima Mostra della Vetrata Artistica.

Elegantissimo il bagno degli ospiti con una parete rivestita completamente di mattonelle decò ed un secondo ambiente in cui è protagonista la splendida vetrata a tema lacustre.

Dal corridoio raggiungiamo la Stanza della Torretta dove possiamo ammirare bozzetti, cartone preparatorio e la vetrata La Fata di Cambellotti del 1917.

Tornando sui nostri passi, proseguiamo il percorso con la camera degli ospiti e la Stanza delle Rondini dove vetrate e stucchi sono un omaggio al simbolo della primavera.

Villa Torlonia la Stanza degli Ospiti nella Casina delle Civette
Stanza degli ospiti | ©Fabio Magno
Villa Torlonia particolare della vetrata nella Stanza delle Rondini nella Casina delle Civette
Vetrata della Stanza delle Rondini | ©Fabio Magno

Da non perdere

Prima di uscire attraverso la Scala delle Quattro Stagioni, non perdetevi il Salottino dei Satiri con la copertura a cupoletta in cui si apre una lanterna. Tutt’intorno un delizioso motivo a stucco in cui sono raffigurati i satiri. Mentre sulle vetrate e nel mosaico del pavimento ritorna ancora una volta il motivo dell’edera, simbolo della duplice natura di Dioniso, ma anche di immortalità.

La Scala delle Quattro Stagioni, infine, regala giochi di colore poetici con le sue vetrate laterali a raffigurare i periodi dell’anno.

La vetrata dell’inverno è andata perduta, mentre quella della primavera è stata rifatta sul disegno originale dalla Vetreria Giuliani. Sopra le nostre teste invece le piccole vetrate romboidali di Duilio Cambellotti con specie di uccelli migratori.

Villa Torlonia particolare delle Rondini di Cambellotti nella Scala della Quattro Stagioni nella Casina delle Civette
©Fabio Magno

Villa Torlonia – Serra Moresca

È uno dei luoghi – secondo noi – da vedere a Roma nel 2022, lo avevamo anticipato in questo nostro articolo.

La Serra Moresca ha riaperto al pubblico il 7 dicembre 2021 dopo un attento e premuroso restauro basato su fonti documentarie.

Villa Torlonia facciata della Serra Moresca
Serra Moresca | ©Fabio Magno

Il complesso della Serra Moresca fa parte del progetto di giardino all’inglese che Jappelli realizza tra il 1839 ed il ’40 per Alessandro Torlonia.

Gli studiosi ci dicono di più. Jappelli, riconosciuto ed apprezzato progettista di giardini romantici nel nord Italia, proveniva dalla sistemazione delle padovane villa Saonara e Treves. Qui aveva già cercato di realizzare il suo giardino ideale: quello ariostesco, ma senza riuscirvi.

Un locus amoenus ispirato ai giardini immaginari dell’Orlando Furioso.

Probabilmente cerca di farlo ancora una volta a Villa Torlonia, inserendo nel progetto dei “quadri” che oggi possiamo leggere in chiave ariostesca, ma senza riuscire a giungere ad una sintesi totale.

Secondo questa lettura, la Torre e la Serra Moresca sarebbero la grotta di Merlino ed il campo dei Mori, la Capanna Svizzera quale l’abitazione dell’Eremita, il Bosco d’Elci come il boschetto in cui Angelica incontra Sacripante, il Lago (di cui oggi non vi è più traccia) in veste del lago con l’isola di Alcina ed il Campo da Tornei come il campo cristiano.

Il complesso

Compare timidamente dietro la collinetta, la coloratissima struttura della Serra realizzata in ferro, ghisa e peperino, ispirata alle sinuose forme dell’Alhambra.

Ancora una volta, protagonista sono le vetrate policrome che creano fantastici giochi di colore all’interno.

Villa Torlonia un particolare delle vetrate policrome all'interno della Serra Moresca
Una delle splendide vetrate policrome | ©Fabio Magno

Il soffitto con semplice copertura a vetri trasparenti rende ancora più luminoso l’interno arricchito dalla parete di fondo a specchi che amplifica lo spazio e moltiplica i giochi di colore.

All’interno della Serra, secondo la sua destinazione d’uso, troviamo palme, aloe e anche le divertenti piantine di ananas, sistemate in grandi vasche in ferro battuto.  

Da qui si prosegue verso la Grotta, il fantastico antro della Ninfa.

Ci muoviamo fra la torre moresca e le finte rovine accompagnati dal gorgoglio dell’acqua che si raccoglie in due laghetti artificiali.

Non cercate la grotta vera e propria perché risultava già in parte demolita nel 1908, ma godetevi l’incanto, l’intimità e la meraviglia di questo idillio creato dalla fantasia dell’uomo.

Villa Torlonia finti ruderi nella grotta del complesso della Serra Moresca
finte rovine | ©Fabio Magno

Villa Torlonia – I sapori nei dintorni

Villa Torlonia è fra via Nomentana e piazza Bologna, in un quadrante di Roma decisamente ricco di proposte gastronomiche per tutti i gusti.

Noi siamo rimasti all’interno del parco e abbiamo mangiato al La Limonaia.

L’Aranciera, realizzata da Raimondi intorno al ’40 dell’Ottocento, ospita oggi nel suo ambiente ampio e luminoso, un ristorante-bar.

Aperto tutti i giorni (tranne il lunedì) offre un servizio continuo dalla colazione al dopo-cena. Un menu giornaliero con antipasti, primi e secondi, oltre alla pizza anche a pranzo. Noi abbiamo accompagnato una fragrante focaccia ad un’ottima insalatona con pollo così da proseguire la nostra visita rifocillati, ma leggeri.


Villa Torlonia – Info Utili

Ecco quanto ti serve per programmare la tua visita presso Villa Torlonia ed i suoi musei. Se desideri saperne più, commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso.

Il parco di Villa Torlonia è aperto ed accessibile tutti i giorni. Orari: dal 1 Ottobre al 31 Marzo dalle 7 alle 19. Dal 1 Aprile al 30 Settembre dalle 7 alle 20:30.

I Musei di Villa Torlonia sono aperti tutti i giorni tranne il lunedì. Orari: dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso un’ora prima della chiusura).

Serra Moresca. Orari: fino al 31 Marzo 2022 dalle 10 alle 16 (ultimo ingresso alle 15:20). Dal 1 Aprile al 30 Settembre 2022 dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18:20). Nei mesi di Luglio ed Agosto la Serra resterà chiusa.

Biglietto: ci sono diverse combinazioni che permettono la visita di più edifici del complesso. Qui tutte le info sul biglietto integrato.

L’accesso ai siti è gratuito per i possessori di MIC Card.

Per visite – soprattutto alla Serra Moresca che alla Casina delle Civette – nel fine settimana consigliamo vivamente la prenotazione.

Ti è piaciuta la nostra visita a Villa Torlonia a Roma?

Ecco tutte le nostre tips local in giro in città, o per un Fuori Porta da provare!

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