Monteriggioni si scorge già dalla superstrada Siena-Firenze, a sorvegliare le dolci colline della Montagnola Senese, dall’alto del Monte Ala.
Siamo a una ventina di km da Siena, al confine tra il Chianti e la Val d’Elsa, dove il panorama è disegnato da vigne e ulivi, puntellato di boschi e piccoli borghi.
È una terra che parla di tempi lontani e di orizzonti disegnati dalle linee di antiche epoche.
Qui dove sono passati cavalieri e monaci, dove le strade sono oggi solcate da turisti e pellegrini, si trova Monteriggioni che, con le sue torri e la cinta muraria perfettamente conservata, è stato menzionato dal Corriere della Sera tra i 15 borghi medievali più belli d’Italia.
Se si è in zona, è un peccato lasciarselo sfuggire!
La via Francigena entra nel borgo | ©Francesca Boccini
Monteriggioni – Un po’ di storia
Monteriggioni nasce come baluardo difensivo di Siena contro l’acerrima nemica Firenze.
La sua costruzione fu ordinata dal podestà Guelfo da Porcari nel 1213 sui dei terreni acquistati da una nobile famiglia di Staggia. Si pensa che il toponimo derivi da Mons Regis, il monte del re, che potrebbe indicare una proprietà reale per queste terre, probabilmente longobarda.
Siamo nell’Italia dei Comuni, afflitta dagli scontri tra guelfi (filo papali) e ghibellini (sostenitori dell’impero).
Firenze era guelfa e Siena ghibellina. È così che tutto il XIII secolo è scandito da continui assedi ed attacchi dei Fiorentini a Monteriggioni, destinati a fallire.
Anche quello del 1269 quando, dopo la battaglia di Colle, i Senesi sconfitti si rifugiano nel borgo fortificato.
Angoli ricchi di bellezza | ©Francesca Boccini
Alla fine del Trecento, Monteriggioni era strategicamente così importante per Siena che i suoi abitanti erano considerati cittadini senesi.
Il baluardo difensivo cade solo nel 1554, in seno alla guerra tra l’imperatore Carlo V e il re di Francia Enrico II che sconvolse l’Europa.
Il 27 aprile il capitano Giovacchino Zeti consegna Monteriggioni, senza alcun combattimento, al Marchese di Marignano, comandante delle truppe imperiali. Pochi mesi dopo, nel 1555, cade anche Siena.
Finisce l’epoca dei Comuni.
Nei secoli successivi Monteriggioni passa di famiglia in famiglia.
Dai Medici ai Visconti fino ai Griccioli che, ancora oggi, detengono dei possedimenti all’interno delle mura e nei dintorni.
Percorso
Non è la prima volta che veniamo a Monteriggioni. Ma ogni volta torniamo per respirare la sua aria incantata.
È un borgo di straordinaria bellezza e, con quel “straordinario“, intendo dire un luogo come non se ne vedono tutti i giorni.
È un esempio magnifico di borgo medievale fortificato conservato in maniera perfetta.
La sua cinta muraria con le 14 torri a base quadrata ci accoglie come accoglieva i viandanti nel lontano Duecento. Così come accoglieva nel Medioevo i pellegrini, lo fa ancora oggi.
Monteriggioni è infatti sulla via Francigena. Costituisce il punto di arrivo della 32° tappa che parte da San Gimignano e l’inizio della 33° tappa che termina a Siena, in piazza del Campo.
Questa volta abbiamo deciso di lasciare l’auto in un parcheggio alle pendici del colle, davanti al Bar dell’Orso, dove approfitteremo – al ritorno – per fare una merenda. Perché Monteriggioni è un luogo per farsi una bella passeggiata, poco impegnativa, immersi nel suo fascino medievale.
L’ultimo tratto della Francigena ©Fabio Magno
Parcheggiando su questo versante possiamo così percorrere gli ultimi metri di Francigena che, insieme ad alcuni pellegrini, ci conducono nel borgo.
Monteriggioni e Abbadia Isola
Su questo versante, agli albori della storia di Monteriggioni, la piana era occupata da una palude. Dall’altra parte, già dall’inizio del Mille, si trovava l’abbazia cistercense con intorno il piccolo borgo di Abbadia Isola. Un percorso CAI oggi le collega con un sentiero attraverso le dolci colline che giunge fino al comune di Chiusdino, dove si trova la spettacolare abbazia di San Galgano (qui trovi la nostra visita all’Abbazia della Spada nella Roccia).
Nel XIII secolo i monaci decisero di bonificare la palude che, invece, agli abitanti e soprattutto alle truppe di Monteriggioni serviva come ulteriore barriera difensiva.
Di giorno i religiosi scavavano una galleria per drenare l’acqua della palude e di notte i Senesi la riempivano.
Andarono avanti per un pezzo, finché nel 1246 non giunsero ad un’intesa. I monaci avrebbero portato a termine la bonifica, ma Monteriggioni avrebbe ottenuto un’area più ampia intorno al castello per la sua difesa.
Nella pianura, ancora oggi, una vecchia torre sta a testimoniare questo fatto. Era uno sfiatatoio della galleria di drenaggio e serviva per accedervi per la manutenzione. Ma oggi non è più percorribile perché invasa dai detriti.
La cinta muraria
La cinta muraria è stata costruita seguendo il naturale andamento del terreno. Per questo motivo ha una forma ellittica, più che rotonda, come i castelli della nostra fantasia di bambini.
Tutti i 570 metri della cinta sono in pietra e lo spettacolo del suo grigio che si staglia sull’azzurro del cielo rende ancora di più quanto siano possenti queste mura. Il meteo stavolta non è dalla nostra, ma va bene lo stesso.
La salita sulla Francigena si affronta bene con un cielo variabile!
Le mura sono intervallate da 14 torri a base quadrata, solide e possenti, si innalzano più di 6 metri oltre l’altezza delle mura. Sono da sempre l’elemento caratteristico di Monteriggioni, la turrita. Il suo elemento identificativo e il suo punto di forza.
Tale doveva essere il timore che incutevano che Dante, nella sua Commedia, le descrive come i giganti del Pozzo delle Malebolge “[…] orribili giganti, cui minaccia Giove dal ciel quando tona” (Inferno, XXXI).
I clivi della collina, un tempo, erano disseminati di carbonaie: fossati appositamente scavati e riempiti di carbone che veniva incendiato durante gli assalti, per respingerli.
Le torri sul pendio della Monte Ala | ©Francesca Boccini
Le carbonaie vengono meno a partire dal Rinascimento, quando si iniziano a diffondere le armi da fuoco. È il momento in cui la base della cinta muraria viene rinforzata con una cortina di terra.
Ne è testimone la porta, oggi murata, che si apriva lungo il lato sud-ovest delle mura e di cui oggi si intravede solo la parte superiore.
Porta di Ponente
Accediamo al borgo dalla porta di Ponente, detta anche di San Giovanni. Salendo lo sguardo si perde tra il panorama e le mura con le sue torri che compaiono attraverso il verde.
Il legame tra Monteriggioni ed il poeta fiorentino è stretto. I versi “come in su la cerchia tonda, Monteriggion di torri si corona” (Inferno XXXI) hanno portato il borgo oltre i confini della Toscana e del tempo e sono riportati a destra della porta.
Non solo. Per celebrare i 700 anni della morte del Sommo Poeta, il 12 giugno la piazza principale del borgo – piazza Roma – ha cambiato nome, divenendo piazza Dante Alighieri.
Monteriggioni – Il borgo
Entrare nel borgo fortificato di Monteriggioni significa attraversare un varco temporale e trovarsi trasportati nel Medioevo.
All’interno un piccolo nucleo di case si dipana nel cuore delle mura, lasciando un perimetro di verde che, in passato, era un ulteriore sistema di difesa.
Particolari della porta di Ponente | ©Fabio Magno
Via 1° maggio è l’asse principale che collega le due porte, ma tutti i vicoli riportano alla piazza principale, piazza Roma. È un alternarsi di edifici dalle linee antiche, massimo a due piani, che oggi ospitano botteghe artigiane, di specialità locali e b&b.
Botteghe colorano il borgo | ©Fabio Magno
Deliziosi angoletti si susseguono, con il verde che fa sempre da sfondo tra giardinetti e piccoli ritagli di quella cerchia interna alle mura che un tempo faceva da ulteriore cuscinetto difensivo.
Gli appassionati di videogames – cioè Fabio – troveranno orizzonti familiari e dettagli noti visto che Monteriggioni è stato utilizzato come ambientazione per Assassin’s creed II.
Pare che il team di sviluppatori canadesi del videogioco, partiti da Roma con la pioggia, siano arrivati all’altezza di Monteriggioni sotto un diluvio che rendeva difficile andare avanti, tanto da fermarsi. È stato amore a prima vista fra loro e la città turrita.
Sarebbe così che sarebbe diventata la nuova ambientazione delle missioni di Ezio Auditore.
Scorci del borgo | ©Fabio Magno
Portando con sé turisti nuovi, che avevano conosciuto il luogo attraverso il videogame e che altro non aspettavano che salire sulle torri ad ammirare gli stessi scenari che avevano già visto attraverso gli occhi del protagonista.
Piazza Roma
Piazza Roma è il cuore del borgo fortificato. Lì dove un tempo si mercanteggiava, si raggruppavano le truppe, si svolgeva la vita attiva, oggi appare un salotto all’aperto con i tavoli dei bar e dei ristoranti che accolgono il visitatore per una pausa più o meno lunga.
Fuori dalle grinfie del Covid19, è anche il palcoscenico principale della Festa Medievale che ogni anno – a luglio – si svolge a Monteriggioni. Una rievocazione storica, forse la prima creata in Italia, durante la quale nel borgo non solo si respira aria di Medioevo, ma si torna a viverlo con abiti d’epoca e specialità culinarie del passato.
Arrivando a piazza Roma | ©Fabio Magno
Quest’anno è già stata annunciata la manifestazione che accenderà una luce particolare sulla piazza. È la luce del proiettore della Sagra del Cinema on the Road che farà tappa all’interno del borgo l’1, 2 e 3 luglio.
Sulla piazza, leggermente decentrato, c’è un pozzo.
Si racconta che dal suo fondo si dipanino una serie di cunicoli che condurrebbero a Siena.
Qui sarebbe relegato fino alla fine dei tempi lo spirito traditore del capitano Zeti che consegnò Monteriggioni alle truppe dell’imperatore.
Pare che nelle notti di luna piena, dalle sue profondità si sparga per tutte le mura ed i vicoli lo scalpitio di cavalli al galoppo ed il suo lamento.
Chiesa di Santa Maria Assunta
Sulla piazza si affaccia la deliziosa chiesetta di Santa Maria Assunta dai tratti romanici e da alcuni particolari gotici. La sua storia è strettamente legata allo sviluppo del borgo fortificato, infatti la sua fondazione risale proprio al 1213.
Nel XIII secolo è elevata a pieve e dotata di fonte battesimale e di canonica. Al suo interno, fino all’inizio del XIV, si svolgevano sia funzioni religiose che civili.
Interno ©Fabio Magno
La semplice facciata a capanna ci introduce a un ambiente unico, dai tratti semplici e lineari tipici delle pievi toscane.
L’interno, senza fronzoli decorativi, custodisce 2 bei tabernacoli quattrocenteschi e una Madonna con Bambino tra i Santi Caterina e Domenico di Lippo Vanni. Sull’altare rialzato, un crocefisso ligneo donato dalla Repubblica di Siena nel 1298 insieme ad una campana.
L’antica campana uno dei tabernacoli altare con crocefisso ligneo | ©Fabio Magno
Sulla piazza affaccia anche il Museo Monteriggioni in Arme. Con il biglietto è compreso anche l’accesso ai camminamenti sulla cinta muraria.
Porta Franca
Concludiamo il nostro percorso fuoriuscendo da Porta Franca detta anche Romea. È il punto d’accesso principale al borgo e secondo alcuni, in passato, era dotata di fossato e ponte levatoio, anche se non tutti gli storici sono s’accordo.
Sicuramente entrambe le porte erano chiuse da saracinesche ovvero possenti portali in legno ricoperti di ferro, azionate da carrucole.
Esterno ed interno della porta | ©Fabio Magno
A sinistra dell’ingresso ancora oggi si vede l’iscrizione che ricorda la fondazione del borgo fortificato, mentre una targa sulla destra celebra l’Unità d’Italia raggiunta nel 1860.
Iscrizione di fondazione e targa Unità d’Italia | ©Francesca Boccini
La nostra passeggiata nelle atmosfere cavalleresche di un Medioevo fatto di battaglie, assedi e tradimenti, ma anche di senso di appartenenza e fiera resistenza termina qui.
Rimaniamo estasiati a contemplare, tra gli ulivi, le dolci linee delle verdi colline di questo punto di confine tra Chianti e Val d’Elsa. Testimoni silenziosi dello scontro tra le due grandi potenze di un passato remoto che furono Siena e Firenze.
Monteriggioni – I sapori nei dintorni
Come avevamo detto, la nostra idea era di fare una passeggiata nel pomeriggio per terminare con una merenda al Bar dell’Orso.
Ci ha portato qua, la prima volta, un amico del posto e noi ci continuiamo a tornarci.
Rustico e spartano, ma si mangia a tutte le ore. Il tagliere dell’Orso (affettati e formaggi toscani) è un loro must, ma anche i pici al ragù di cinghiale non scherzano. La mia degna conclusione di una giratina a Monteriggioni non potrebbe che essere della schiacciata con la finocchiona accompagnata da un bel bicchiere di sincero Chianti!
Monteriggioni – Info utili
Ecco quanto ti serve per programmare la tua passeggiata a Monteriggioni. Desideri saperne più? Commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa qui sotto e ottieni il percorso per il parcheggio.
- Due aree parcheggio a pagamento dalle 8 alle 20: Castello (tariffe 1/04-31/10: € 3 per 1 ora, € 5 per 24 ore. Tariffe 1/11-31/03: € 2,50 per 1 ora, € 4 per 24 ore). Cipressino (tariffe 1/04-31/10: € 2,50 per 1 ora, € 3,50 per 24 ore. Tariffe 1/11-31/03: € 2 per 1 ora, € 3 per 24 ore).
- Area Camper La Posta. Via Cassia Nord 142, a circa 400 metri dalle mura di Monteriggioni. H 24 con accesso tramite barre automatiche.
- Museo Monteriggioni in Arme. Aperto tutti i giorni. Orario: dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 14 alle 19:30. Biglietto: intero € 4, ridotto € 2,50, famiglia (2 adulti +1 tra 8 e 17 anni) € 11, famiglia (2 adulti + 2/3 tra 8 e 17 anni) €12,50. Gratuito under 8 anni, residenti del Comune di Monteriggioni, guide/accompagnatori di gruppi e disabili. Il biglietto consente l’accesso anche ai camminamenti sulle mura.
- Chiesa di Santa Maria Assunta. Aperto: tutti i giorni. Orario: dalle 9 alle 19.
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