Finalmente siamo stati alla mostra Back to Nature a Villa Borghese. Ve ne avevamo già parlato qui, negli appuntamenti da non perdere a Roma ad ottobre.
Mascherina indossata, come sempre, ci siamo addentrati in una parte del parco che non conoscevamo.
Back to Nature è la prima di una serie di iniziative volte alla valorizzazione dei parchi storici della Capitale. In questo caso è stata scelta un’area di villa Borghese meno conosciuta: il Parco dei Daini.
Per capirci, l’area che si trova alle spalle di Galleria Borghese, vi potete accedere da via Pietro Raimondi.
Back to Nature è una vera e propria mostra a cielo aperto gratuita.
Si compone di una serie di installazioni riadattate o site specific (ovvero create appositamente per questo luogo) collocate nel parco a dialogare con la natura che le circonda ed interagire con il fare umano. È un modo per spingerci a riflettere sul rapporto Uomo-Natura in quest’epoca di grandi cambiamenti e discussioni sulla crisi climatica.
La meraviglia che suscitano queste grandi opere fa sì che guardiamo ciò che ci circonda con occhi diversi. Il singolo albero, il parco, tornano ad essere protagonisti. Ti siedi su una panchina e respiri quella sensazione vitale di pace che l’unione con il verde ci infonde. Sempre.
Back to Nature – Edoardo Tresoldi, Etherea (2018)
Erano anni che volevo vedere Tresoldi, almeno da quando aveva creato la Basilica di Siponto nel 2016. Edoardo Tresoldi è un artista che viene dal mondo della scenografia cinematografica ed indaga il rapporto tra uomo e paesaggio attraverso l’elemento architettonico. Crea grandi strutture con rete metallica che diventano il tramite attraverso il quale vediamo e ci misuriamo con il paesaggio che ci circonda.
Qui a villa Borghese viene riproposta una parte dell’installazione creata per il Coachella del 2018 – Etherea. Una struttura architettonica dalle forme neoclassiche e barocche abitabile.
Ci potete entrare e guardare attraverso. Il cielo, gli alberi e la stessa Galleria Borghese sullo sfondo vi appariranno da una prospettiva completamente nuova e diversa. La visione attraverso la rete metallica sembra dilatare e frazionare il cielo, i rami, lo spazio.
Girategli intorno: a seconda dell’inclinazione della luce l’effetto cambia completamente. È leggera e possente al tempo stesso, dipende da come la materia incontra la luce.
A cura di Andrea Mauti, Wing Project (2020)
Proseguendo lungo il viale vedete alla vostra destra un enorme pannello bianco con due coppie di ali giganti.
Si tratta di Wing Project dipinte dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma su un’idea di Andrea Mauti, che strizza un po’ l’occhiolino alle ali di Colette Miller.
Ognuno di noi è invitato a farsi fotografare vestito di piume e sentirsi pronto a spiccare il volo.
Accademia di Aracne, Yarn Bombing (2020)
Proseguite lungo il viale per trovare i divertenti alberi dell’Accademia di Aracne, un’associazione di artiste fondata da Shirley Rowlands ad Ortona nel 2019.
Siamo davanti ad un linguaggio nuovo nato in seno alla street art: lo Yarn Bombing. Si tratta di rivestire elementi naturali e d’arredo urbano con tessuti lavorati a maglia o all’uncinetto per trasformarli in sculture dall’aspetto variopinto ed instillare colore negli spazi urbani dove spesso regna il grigiore.
Gli Alberi di Accademia di Aracne ©Francesca Boccini
Nell’intervento a villa Borghese sono stati rivestiti quattro alberi creando un piccolo angolo che ha un che di magico e favoloso.
Mario Merz, Senza titolo (doppio igloo di Porto) (1998)
Ero venuta prevalentemente per Tresoldi, non pensavo che un’altra installazione mi avrebbe attratto come una calamita. Eppure davanti al Doppio Igloo di Mario Merz ho provato tutta la potenza di una visione primordiale.
Senza titolo di M. Merz ©Francesca Boccini
L’igloo: l’abitazione primigenia dell’umanità, soprastata da un cervo che ti ipnotizza, mi ha astratto dal tempo corrente per qualche minuto. Mi sono sentita trasportata in un passato ancestrale. Sul fianco del cervo 10946 scritto con il neon – un estratto dalla serie di Fibonacci – il matematico del Duecento che ha identificato la legge matematica attraverso cui la natura si riproduce.
L’opera ti conquista e dialoga con lo spazio intorno, inclusi i due antichi sarcofagi che la inquadrano alle spalle. Con loro instaura un confronto fra passato e presente che appare ciclico data la sua doppia valenza. L’installazione è, infatti, opera d’arte contemporanea (presente) e riproduzione della prima abitazione dell’umanità (un passato ben più antico di quello dei sarcofagi).
Back to Nature – Andreco, Drops (2020)
Oltrepassando i reperti si prosegue verso la Prospettiva del Teatro, realizzata intorno al 1615 e riccamente decorata da rilievi antichi. Probabilmente è quel che rimane del teatro costruito proprio negli stessi anni da Girolamo Rainaldi per la famiglia Borghese.
Il Parco dei Daini era la riserva privata del principe Borghese, il “secondo recinto” perché all’epoca della creazione tutta la proprietà era suddivisa da mura e chiusa da cancelli in tre recinti, appunto.
È questa quinta “nobile” a fare da sfondo a Drops, l’installazione di Andreco.
Artista proveniente dall’ingegneria ambientale, la sua produzione artistica si concentra sul rapporto tra l’uomo contemporaneo e la natura in contesto urbano, con un focus particolare sulla presenza dell’acqua nella città.
La sua opera qui riflette sul rapporto fra le forme geometriche della natura e quelle della villa. Nelle sculture, infatti, riecheggiano le forme delle gocce d’acqua fuse con quelle dei Giardini Segreti di Galleria Borghese.
Davide Rivalta, Bufala (2019)
Adesso iniziamo a scendere.
Oltre il cancello che divideva “secondo e primo recinto”, nel punto che oggi si chiama La Meridiana, troviamo Bufala di Davide Rivalta.
L’artista ha realizzato questa meravigliosa scultura animale con l’antica tecnica della fusione a cera persa. Sembra di essere di fronte ad un esemplare in carne ed ossa tanto minuziosa e realistica è la riproduzione.
Ma questa è la peculiarità delle opere di Rivalta: mettere in evidenza i caratteri specifici dell’essere animale, messi in ombra dal protagonismo accentratore dell’uomo. L’uso della fusione a cera persa, poi, sottolinea come l’essere umano continui ad utilizzare tecniche millenarie.
Ci inoltriamo ora nel parco, immergendoci nei suoi colori sempre più autunnali. Costeggiando la valle dei Platani ci dirigiamo verso piazza di Siena ed il museo Pietro Canonica.
Mimmo Paladino, Senza titolo (bandiere) (2020)
Insieme al museo Carlo Bilotti ospitano alcune opere della mostra. Se visitate Back to Nature durante la settimana ricordatevi che entrambi chiudono alle 16 con ultimo ingresso mezz’ora prima. Ve lo dico perché è capitato a noi.
È comunque visibile l’installazione creata appositamente per la mostra da Mimmo Paladino. Senza Titolo (bandiere) è un’opera composta da bandiere su cui l’artista ha raffigurato le linee di villa Borghese, da quelle delle piante a quelle delle antiche statue di villa Borghese, dalle geometrie delle architetture alle forme degli alberi.
Se avrete fortuna potreste beccare uno dei giorni in cui gli sbandieratori di Cori si esibiscono utilizzandole nelle loro evoluzioni.
Back to Nature – Per concludere
Per concludere vi segnaliamo: al museo Canonica la videoinstallazione di Nico Vascellari, Vitriol (fino al 31 ottobre). Al museo Bilotti la personale Radici di Benedetto Pietromarchi dove la natura diventa vera e propria opera d’arte. Scoprirete perché.
Un ringraziamento va al curatore della mostra Back to Nature: Costantino D’Orazio che ha ideato ed organizzato con grande passione ed entusiasmo questo percorso attraverso villa Borghese. L’incontro e l’interazione con le installazioni è emozionante e coinvolgente.
Back to Nature – Info utili
Ecco quanto ti serve per programmare la tua visita alla mostra Back to Nature. Se desideri saperne più, commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso
- Mostra Back to Nature. Arte Contemporanea a villa Borghese. Dal 15 settembre al 13 dicembre 2020. Tutti i giorni anche la sera: è prevista l’accensione delle installazioni luminose dalle ore 18:30 alle 24 (dal 26/10 a partire dalle ore 17). Ingresso gratuito.
- Museo Pietro Canonica. Dal martedì alla domenica. Orario dalle 10 alle 16. Lunedì chiuso. Ingresso gratuito.
- Museo Carlo Bilotti. Dal martedì al venerdì e festivi orario dalle ore 10 alle 16 (ultimo ingresso alle 15:30). Sabato e domenica orario dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18:30). Lunedì chiuso. Ingresso gratuito.
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