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Valle del Treja: nel Parco da Mazzano Romano a Calcata

di Francesca Boccini
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Valle del Treja

Ci siamo fatti nuovamente sedurre da un percorso naturalistico e siamo stati nel Parco Valle del Treja, a pochi chilometri da Roma, aggiungendo una nuova meta ai nostri Fuori Porta.

Il Parco Regionale, istituito nel 1982, comprende un’area di 628 ettari nel territorio tra il comune di Mazzano Romano e quello di Calcata, tra la provincia di Roma e quella di Viterbo.

Il Treja è un fiume curioso. Nasce nella zona dei Monti Sabatini, dalle sorgenti del Monte Lagusiello. Che però non è un monte, ma un lago vulcanico formatosi in un cratere spento e poi prosciugato, nel 1776, da Domenico Grillo di Mondragone – marchese di Trevignano – per ottenere terre da coltivare.

Inoltre il Treja non scorre verso il mare, come sarebbe più naturale. Ma attraversa l’Alto Lazio per 35 km, fino a confluire nel Tevere all’altezza di Civita Castellana.

Il suo corso attraversa il Parco per 14 km.

In quest’area di origine vulcanica, il tufo la fa da padrone. E l’acqua, con la sua forza, lo scava inesorabilmente creando le forre, tipiche pareti verticali. Il Treja scorre bellissimo attraversando il bosco. Nelle vicinanze del fiume sono più frequenti pioppi, ontani e salici che hanno bisogno di maggior acqua; più in là querce, noccioli e lecci.

Valle del Treja, camminando lungo il fiume, sentiero 002
Camminando lungo il fiume | ©Francesca Boccini

Lungo il percorso abbiamo imparato che queste specie di alberi, molto diffuse lungo la riva del Treja, prendono il nome di piante ripariali. Le loro radici, molto sviluppate e ramificate, sono un ottimo aiuto per contenere e consolidare le sponde del fiume.

Il fatto, poi, che abbiano creato una sorta di galleria verde sul letto del Treja, fa sì che la luce del sole non riesca a penetrare facilmente e lo sviluppo delle alghe sia molto limitato nelle acque del fiume. Penseremmo tutti che ciò non sia cosa buona. Ed invece crea l’habitat ideale per il cavedano: un pesce autoctono che predilige acque correnti e fondali ricchi di sassi.

Parco Valle del Treja – Il percorso

Abbiamo scelto di seguire uno dei percorsi suggeriti dall’Ente del Parco.

Un tragitto ad anello che parte dall’antica Mazzano Romano e, seguendo la riva sinistra del Treja, arriva al borgo di Calcata per poi tornare indietro, lungo la sponda opposta del fiume con una deviazione per la vedere i resti di Narce.

Siamo, infatti, nella terra dei Falisci, un’antica popolazione pre-romana. Erano uno dei popoli autoctoni che hanno abitato l’Italia prima dell’espansione romana. La loro città principale era Falerii Veteres, l’attuale Civita Castellana.

Valle del Treja, area archeologica
Area archeologica | ©Fabio Magno

In questa parte dell’Agro Falisco sono tante le testimonianze della presenza di questo popolo che ancora emergono tra il verde del parco.

Mazzano Romano

Parcheggiamo l’auto nella parte antica di Mazzano Romano. È una splendida mattina di febbraio che, però, sa di aprile. Pensavamo fosse più freddo, invece folate di aria calda ci accompagneranno per gran parte del percorso lungo il Treja.

Valle del Treja, Mazzano Romano
L’antica Mazzano Romano | ©Fabio Magno

Mazzano Romano è un incanto. Qui il tempo sembra sospeso, se non fosse per le auto parcheggiate nella piazzetta dove ci fermiamo per capire dove inizi il sentiero.

Le sue origini sono legate ai Falisci prima ed ai Romani poi, quando questa terra – l’Ager Faliscus – divenne in parte colonia penitenziaria ed in parte affidata ai veterani dell’esercito romano. Ma il suo sviluppo urbano avviene solo a partire dall’Alto Medioevo quando, ormai caduto l’Impero, le vie di comunicazione e le campagne diventano oggetto dei predoni. È in questo momento che le persone risalgono sulle alture. Mazzano, così come Calcata e decine di altri borghi, sono edificati su speroni di tufo.

Ne abbiamo visto esempi anche nell’Alta Tuscia quando vi abbiamo raccontato di Vitorchiano, Bomarzo e Bassano in Teverina, così come Celleno.

Mazzano Romano vive la sua fase di sviluppo principale tra il Medioevo ed il Cinquecento quando diventa crocevia di 3 vie di pellegrinaggio.

Qui infatti si incrociano la via Francigena, la via Amerina (oggi conosciuta come Cammino degli Angeli) ed una terza che conduceva i pellegrini da Assisi a Roma.

Nei secoli passa di mano in mano: è feudo degli Anguillara e dei Del Drago, fino alla riforma fondiaria dell’Ente Maremma dei primi anni ’50.

Nei suoi vicoli, nei suoi edifici, nel suo affacciarsi imperterrito sulla Valle del Treja permane un fascino senza tempo difficile da esprimere a parole.   

Parco Valle del Treja – Il sentiero 002

Seguiamo il cartello che indica il sentiero 002 per iniziare il nostro percorso.

Avvicinandoci al bel lavatoio antico, il fiume inizia a farsi sentire in tutto il suo impeto.

Arriva a Mazzano Romano, dopo aver passato le Cascate di Monte Gelato. È un luogo che sta vivendo un forte sviluppo turistico negli ultimi tempi, deve essere molto suggestivo anche se non parliamo di cascate intese come Le Marmore.

È l’unico punto in cui il tufo lascia il posto ad una roccia più dura – il piperno di Monte Gelato. Molto utilizzato nei secoli per la sua resistenza, sono ben evidenti i punti dove venivano tagliati i blocchi. Purtroppo il sentiero verso questo punto (001) è interrotto.

Valle del Treja, le rapide del fiume
Il fiume Treja | ©Francesca Boccini

Il percorso che abbiamo scelto è catalogato come facile, ma consigliamo comunque un abbigliamento comodo ed adeguato, con scarpe dalla buona presa.

L’altro consiglio è di portate una buona quantità di acqua perché lungo il percorso non si trovano fontanelle e abbiamo riempito le bottiglie solo una volta tornati nella piazzetta di Mazzano Romano.

Parco Valle del Treja – Nel bosco lungo fiume

Camminare nel bosco è rilassante come immergersi in una enorme vasca idromassaggio. Forse meglio ancora.

Ci accompagna il suono del Treja. A seconda dei punti scorre più placido o più vivace. Bisbiglia o vocifera. Quando rallenta è possibile vedere la purezza delle sue acque, i colori di questo posto ci avvolgono tra l’azzurro dell’acqua e il verde degli alberi che iniziano a rivestirsi. E si amplificano nei riflessi che si creano nel fiume.

Valle del Treja, il fiume lungo il sentiero 002
Il Treja lungo il sentiero 002 | ©Francesca Boccini

Infonde una profonda sensazione di pace.

A tratti si cammina con il naso all’insù per vedere fin dove gli alberi si arrampicano sulle ripide pareti di tufo. Farfalle gialle ci obbligano a fermarci mentre ci attraversano la strada repentinamente, perché siamo noi gli ospiti.

È facile immergersi nel connubio con la Natura. È obbligatorio non interrompere il loro volo. Lasciare che vadano dove devono, senza disturbarle.

Mentre seguiamo il sentiero troviamo un ponte tibetano. È già un po’ che Fabio vorrebbe fare uno spuntino, ma gli ho detto che è consentito solo nelle aree attrezzate.

Valle del Treja, il ponte tibetano
Ponte tibetano sul Treja | ©Fabio Magno

Sulla sponda opposta del Treja ce n’è una: attraversiamo il fiume e ci godiamo uno spartano picnic – e meno male (dirò a breve perché).

Valle del Treja, l’area pic-nic
Vista da un’area picnic | ©Francesca Boccini

Tornati sul sentiero 002 proseguiamo in direzione di Calcata.

Parco Valle del Treja – Il sentiero 019

Ad un certo punto è necessario risalire sulla strada provinciale ed attraversarla per proseguire il cammino nel Parco, seguendo il sentiero 019.

È un punto meno luminoso, ma è bellissimo quando, in mezzo agli alberi, come se fosse sospesa sulle nostre teste, avvistiamo l’antico borgo di Calcata.

Valle del Treja, Calcata dal sentiero 009
Calcata vista dalla valle | ©Fabio Magno

Diciamo che nella versione ideale di questa nostra passeggiata, avremmo raggiunto il borgo con il sentiero 009, mangiato in un posticino che avevamo scelto e proseguito lungo il sentiero 014 per tornare a Mazzano. Invece il sentiero che sale a Calcata è interrotto da una frana (l’ordinanza del Sindaco è del 22 febbraio).

Abbiamo quindi fatto ritorno da dove eravamo venuti e cercato un’alternativa per raggiungere l’altra sponda del Treja. Tornati sulla provinciale, abbiamo proseguito a sinistra per un centinaio di metri sull’asfalto e abbiamo incrociato, sul lato opposto della strada, il sentiero che stavamo cercando.

Camminando lungo lo sterrato abbiamo raggiunto il Santuario Monte li Santi.

Santuario di Monte li Santi

Questi possenti resti sono stati rinvenuti nel 1985 nel corso di lavori agricoli. Tutta l’area intorno a questi resti era sacra ed ha vissuto diverse articolazioni nel tempo, a partire dal VI secolo a.C.

Probabilmente, infatti, era composta da edifici e zone per il culto all’aperto.

Valle del Treja, santuario Monte li Santi
Santuario Monte li Santi | ©Francesca Boccini

Quel che vediamo oggi sono i resti di un edificio sacro: era il principale, nel V secolo a.C. È quel che resta di un imponente tempio probabilmente dedicato a Demetra.

Tutta l’area sacra era dedicata al culto di divinità femminili, protettrici del matrimonio e della maternità. C’è quindi anche un forte legame con culto della fertilità. Secondo una tesi credibile, data la vicinanza con il fiume, anche con il culto delle acque.

Il sole inizia ad abbassarsi, ma la temperatura nella Valle del Treja non ci mette fretta. Anzi, prima di giungere nuovamente al ponte tibetano che ci consente di abbreviare il ritorno imboccando nuovamente il sentiero 002, facciamo una deviazione seguendo il cartello Cavone Monte li Santi alla ricerca della necropoli.

Ma la segnaletica non è chiara, non riusciamo a renderci conto di quanto possa mancare per raggiungerla ed il sole inizia a calare dietro le alture.

Torniamo al parcheggio di Mazzano Romano, ma non abbiamo digerito il fatto che non abbiamo visto Calcata. Per cui ci andiamo in auto.  

Calcata

Calcata è la vera protagonista dell’Alta Valle del Treja. La domina dall’alto del suo sperone di tufo, circondata dalle alture della gola completamente avvolte di boschi.

È un panorama antico che ci racconta come l’uomo una volta si inserisse nella natura con armonia.

La cittadina pare sorgere dallo sperone, con le case in tufo costruite a picco sulle pareti verticali, quasi ne fossero un’estensione.

Si racconta che nei momenti particolarmente ventosi, i vicoli “cantino”: sarebbero le voci delle streghe.

Come per Mazzano Romano, anche la sua storia si interseca con quella dei Falisci, degli Etruschi e dei Romani.

Una delle prime notizie documentate risale all’Alto Medioevo, quando il castello viene donato all’abate di San Gregorio di Roma (qui vi parliamo del suo potente monastero alle pendici del Celio). Compare in un documento datato 8 marzo 974.

Ce ne sono di cose da raccontare di questo incantevole borgo dove il tempo s’è fermato, ma le lasciamo per un’altra uscita a cui stiamo lavorando.

Lasciamo intanto parlare le fotografie dei suoi vicoli ed angoletti poetici.

Valle del Treja – I sapori nei dintorni

Abbiamo già detto che non siamo riusciti a salire a Calcata per il pranzo, dove avevamo scelto un bel posticino da provare. Sicuramente da queste parti non mancano ristoranti, agriturismi e locande dove mangiare bene.

Ma il nostro consiglio spassionato è godere appieno lo stacco dalla città e l’immersione nella natura con i suoi meravigliosi suoni, la sua spettacolare luce e l’aria che espande i polmoni, regalandosi un picnic in una delle tante aree attrezzate del Parco Valle del Treja.


Valle del Treja – Info utili

Ecco quanto ti serve per programmare la tua passeggiata attraverso la Valle del Treja, da Mazzano Romano a Calcata. Se desideri saperne più, commenta qui sotto o contattaci sui social! Apri la mappa e ottieni il percorso. Ti indichiamo come imboccare l’itinerario dal parcheggio auto di Mazzano Romano al Sentiero 002. Poi continua la segnaletica del Parco.

Valle del Treja, mappa del percorso

Il Parco Regionale Valle del Treja è accessibile tutto l’anno.

Prima della visita, consigliamo di consultare il sito – il link qui sopra è sempre aggiornato – per comunicazioni su chiusure o momentanee variazioni di percorsi e sentieri.

L’Ente del Parco organizza, su richiesta, visite guidate per gruppi (almeno 15 persone). Costo € 5 a partecipante.

Ti è piaciuta la nostra passeggiata per la Valle del Treja?

Ecco le nostre tips local in giro per Roma, o per un Fuori Porta da provare!

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