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Trastevere medievale, alla scoperta di una Roma insolita.

di Francesca Boccini
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Trastevere medievale a Roma

Quando si parla di Trastevere, il pensiero va subito alla movida, non certo alla Trastevere medievale, uno dei volti più sinceri e poetici di Roma. Per assaporare l’anima del tredicesimo rione, il consiglio è di farci una passeggiata la mattina, magari di sabato quando le botteghe e le chiese sono aperte, ma il popolo della notte è ancora lontano.

Quartiere popolare fin dai tempi antichi, qui – al di là del Tevere (da cui il nome Trans Tiberim) rispetto alla sponda opposta dove sorgeva la Roma di Augusto – vi hanno trovato casa mercanti e pescatori la cui attività era legata al porto di Ripa Grande. Diventa da subito un quartiere multietnico, proprio per la sua vocazione commerciale. Basti pensare che proprio in questo rione si stabilisce la prima comunità ebraica.

Ed oggi vi portiamo nella Trastevere dove ancora si respira forte il suo carattere più antico: quello medievale. Dove le strade sono un groviglio di vicoli stretti. Dove le facciate delle case puntellate di antichi reperti ci raccontano del loro passato.

La nostra passeggiata nella Trastevere medievale si concentra nel quadrante – forse – meno battuto di questo rione. Quello che va da piazza Sidney Sonnino a piazza in Piscinula passando per la Basilica di Santa Cecilia in Trastevere. Un percorso poetico a ritroso nel tempo.

Piazza Sidney Sonnino

In questa piazza su viale Trastevere si trovano, quasi una di fronte all’altra, la Basilica di San Crisogono ed il Palazzo Anguillara con la sua torre.

San Crisogono

La fondazione della basilica – una delle più antiche di Roma –  risale al IV secolo.

Trastevere medievale, San Crisogono
San Crisogono | ©Francesca Boccini

Praticamente accanto, ma 6 metri più in alto, nel XII secolo fu costruita la nuova chiesa. Ancora oggi è possibile visitare i resti della basilica paleocristiana con le sue decorazioni e resti di affreschi.  

A Scipione Borghese dobbiamo la costruzione della nuova facciata nel 1626. Accoglie il visitatore con il suo portico a 4 colonne sormontato dagli elementi araldici del cardinale. Resta, a testimonianza delle sue origine medievali, il bel campanile romanico a 5 ordini.

Trastevere medievale, campanile di San Crisogono
Campanile di San Crisogono | ©Francesca Boccini

Al suo interno è suddivisa in tre navate da 22 colonne di spoglio, secondo alcuni provenienti dalle Terme di Settimio Severo. L’abbiamo trovata chiusa, ma se si ha la fortuna di trovarla aperta, bisogna assolutamente entrare per vedere il pavimento originale cosmatesco e le due colonne di porfido che sorreggono l’arcone. Si dice siano le più grandi di Roma.

Palazzo e Torre degli Anguillara

Sull’altro lato di viale Trastevere si trova il bel complesso di fattezze medievali. La sua costruzione risale alla metà del XV secolo per volontà di Everso II Anguillara ed ingloba la torre del XIII secolo.

Trastevere medievale, palazzo e torre degli Anguillara
Palazzo e Torre degli Anguillara | ©Francesca Boccini

Gli Anguillara erano una potente famiglia, le cui origini sono da ricercare nei dintorni del lago di Bracciano, acerrimi nemici dei prefetti di Vico che – con la cattività avignonese – ripararono a Roma.

La cosa più curiosa che mi viene da notare è che Orso Anguillara, uno degli esponenti più in vista della famiglia e senatore dell’Urbe, nel 1336 ospita Petrarca e nel 1341 sarà lui ad incoronarlo Sommo Poeta.

Trastevere medievale, Casa di Dante.

Considerando che il palazzo su piazza Sonnino, dopo essere stato nei secoli stalla granaio macello e fabbrica di vernici e vetri colorati, è stato acquisito nel 1887 dal Comune di Roma e dal 1921 ospita l’Ente Morale Casa di Dante, la cosa mi fa sorridere.

In realtà la vera contesa si svolse su tutt’altro piano.

Pare infatti che i trasteverini si aspettassero che il palazzetto fosse dedicato al più amato dei poeti romani: ovvero al Belli.

A lui era già stata intitolata la piazza che fa angolo col palazzo, in cui campeggia ancora oggi la sua statua.

Si racconta che fu un fiorire di scritte contro il poeta fiorentino e che, per un periodo, la statua parlasse con istrioniche frasi che esprimevano tutto il suo disappunto.

Lasciandosi alle spalle la confusione del traffico di Roma, si imbocca via della Lungaretta e ci si immerge in atmosfere di una volta.

I vicoli sono stretti e si aprono su piccole piazze caratteristiche tra botteghe ed osterie che da tempo animano questi angoletti di una Roma verace.

Trastevere medievale – Excubitorium

In piazza del Drago si gira in via di Monte Fiore. La sequenza di case sulla sinistra ha un che di poetico.

Ma ancor di più il fatto che di fronte a loro compaiono, all’improvviso, ancora una volta resti dell’Antica Roma.

Trastevere medievale, Excubitorium.

È l’Excubitorium. O almeno la parte più visibile di un complesso di guardia (ex cubare = dormire fuori, per estensione fare la guardia) che si trova circa 8 metri sotto il piano stradale. Era stato ricavato nel II secolo d.C. all’interno di un’abitazione privata. Scoperto nel 1865 proprio a partire dal muro emergente, se ne è identificato l’uso facilmente grazie ai numerosi graffiti sulle pareti.

Qui aveva sede la VII Coorte dei Vigiles, probabilmente in funzione anti incendio. Solitamente è visitabile.

Percorrendo via dei Genovesi, tra gli odori e le voci di una Trastevere bella e pittoresca, si giunge a Santa Maria in Cappella.

Santa Maria in Cappella

La deliziosa chiesetta fondata nel 1090 mantiene ancora inalterato il suo aspetto medievale, grazie soprattutto al piccolo campanile datato a cavallo tra XI e XII secolo.

In realtà la chiesa era intitolata a Santa Maria ad pineam, come riportato in un’epigrafe all’interno. Ma il popolo interpretò fin da subito la scrittaque appella[tur] ad pinea[m]” considerando solo la parola appella, che divenne cappella.

Nel 1391 la chiesa fu restaurata da Andreozzo Ponziani, suocero di tal Francesca Bussa (di cui si parlerà a breve). Fu lei a far costruire qualche anno dopo lì accanto, l’ospedale del Santissimo Salvatore per assistere e curare i bisognosi.

Percorrendo il vicolo omonimo, si giunge in una delle piazze – a mio avviso – più suggestive di questa nostra passeggiata.

Piazza dei Mercanti

Siamo in piazza dei Mercanti, dove ancora sono visibili diverse case di epoca medievale. Se non fosse un parcheggio, sarebbe ancor più bella.

Trastevere medievale, le case di piazza dei Mercanti.
Le case di piazza dei Mercanti | ©Fabio Magno

In passato è stato uno dei fulcri commerciali di Roma. Quando infatti le strade con la costa si fecero impraticabili, il Tevere divenne via di comunicazione e trasporto e sulle sue sponde – a quest’altezza – si sviluppò il porto di Ripa Grande. Le merci arrivavano o su piccole imbarcazioni che riuscivano a navigare lungo il fiume o trainate da buoi lungo le rive. Piazza dei Mercanti era il luogo dove avvenivano le contrattazioni.

Nonostante la trasformazione che ha subito nel Seicento, quando una parte degli edifici medievali viene abbattuta per far spazio alla costruzione del complesso di San Michele, un lato è riuscito a mantenere intatto il suo fascino di un tempo.

Qui si affacciano due osterie storiche della Capitale, i cui menu spesso si trovano appesi nelle cucine delle mamme e nonne: Meo Patacca e l’Osteria dei Mercanti. L’interno della seconda è un qualcosa che lascia a bocca aperta, sembra di essere nel Rugantino.

Casa di Ettore Fieramosca

Tra piazza dei Mercanti e piazza di Santa Cecilia, fa angolo la cosiddetta Casa di Ettore Fieramosca, il famoso condottiero del Cinquecento.

Trastevere medievale, casa di Ettore Fieramosca su piazza dei Mercanti.
Casa di Ettore Fieramosca su piazza dei Mercanti | ©Francesca Boccini

Secondo la tradizione, il capitano di ventura vi soggiornò di ritorno dalla disfida di Barletta. Gli storici ne hanno smentito la veridicità, ma la casa ha mantenuto il suo nome.

Trastevere medievale, Casa di Ettore Fieramosca.

L’edificio risalente alla seconda metà del XIII secolo, è stato recentemente ristrutturato, mantenendo il suo aspetto originario con i muri in laterizio e le colonne a sorreggere gli archi tamponati sul prospetto principale e sul lato corto.

Caratteristica anche la merlatura che segna quella che, probabilmente, era una torretta oggi ribassata.  

Nel corso dei secoli ha avuti diversi proprietari.

Per un periodo è stata dell’Ordine degli Umiliati, un ordine religioso dedito alla lavorazione della lana.

Nato in Lombardia nel XII secolo, si diffonde in tutto il nord Italia con la “regola” di proibire spese di lusso e non necessarie, soprattutto per l’abbigliamento. Diverse città-stato, nel Trecento, le adottano nei regolamenti comunali.

Basilica di Santa Cecilia in Trastevere

Siamo giunti di fronte ad uno dei punti forti della Trastevere medievale, una delle chiese più belle ed importanti di Roma, scrigno di capolavori artistici e devozione: la Basilica di Santa Cecilia.

Trastevere medievale, Basilica di Santa Cecilia in Trastevere.
Basilica di Santa Cecilia in Trastevere | ©Francesca Boccini

Durante alcuni scavi nel 1889 sono stati rinvenuti i resti di ambienti di epoca repubblicana. Probabilmente si tratta della casa di Cecilia e Valeriano – martiri – su cui San Gregorio Magno nel VI secolo decise l’edificazione della basilica primitiva.

La storia della conversione e del martirio della santa è particolarmente toccante. I fedeli, dopo la morte (230 d.C.), cercarono a lungo il suo corpo, finché non lo rinvennero nelle catacombe di San Callisto nell’820. Secondo la Leggenda Aurea era stato papa Urbano I a concederle lì la sepoltura, in mezzo ai vescovi.

L’anno dopo Pasquale II ordina il trasferimento delle spoglie nella basilica primitiva e la sua ricostruzione. Tra il XII ed il XIII secolo altri lavori interessarono il portico, il chiostro ed il campanile a 5 ordini. Quest’ultimo custodisce ancora oggi una campana del XIII secolo e due del 1344.

L’interno

L’interno è suddiviso in tre navate da pilastri che hanno inglobato le colonne originali.

Sull’altare campeggia il meraviglioso ciborio di Arnolfo di Cambio (1293).

Trastevere medievale, ciborio di Arnolfo di Cambio.
Ciborio di Arnolfo di Cambio | ©Fabio Magno

Il catino absidale è decorato con un mosaico commissionato da Pasquale I nell’820 e raffigurante il Cristo Redentore tra santi ed il committente (Pasquale I è riconoscibile dall’aureola quadrata: significa che era ancora in vita quando l’opera fu realizzata).

Trastevere medievale, mosaico absidale di Santa Cecilia.
Mosaico absidale | ©Fabio Magno

Nel 1540 viene aggiunto il coro delle monache, apportando non pochi danni ad uno dei capolavori non solo di questa chiesa, ma della nostra storia dell’arte.

Il Giudizio Universale di Pietro Cavallini, realizzato negli stessi anni del ciborio di Arnolfo di Cambio, è una pietra miliare perché preannuncia il grande salto che la pittura occidentale stava per compiere dalla bidimensionalità fissa e ieratica, ossia composta, alla tridimensionalità. Giotto ne sarà il Maestro indiscusso, ma è già annunciata nella resa chiaroscurale con cui Cavallini induce volume ai volti e ai corpi dei suoi personaggi.

Giudizio universale di Pietro Cavallini
Giudizio Universale di Pietro Cavallini

Di questo ciclo resta visibile il Cristo fra gli Apostoli, ma è meglio non ridursi all’ultimo minuto per non rischiare di rimanere fuori, come è successo a noi. Le sorelle sono molto fiscali sugli orari di chiusura!

La statua di Santa Cecilia

Nel 1599 il cardinal Sfondrati ordina la riesumazione del corpo di Santa Cecilia.

È in perfetto stato di conservazione, avvolto in una delicata veste trapunta di fili d’oro. La Santa viene esposta per un mese alla venerazione dei fedeli, prima di essere ricollocata nel suo sepolcro, nella cripta sotto l’altare maggiore, in una cassa – si racconta – insieme a 254 libbre d’argento.

Trastevere medievale, altare maggiore di Santa Cecilia.
Altare maggiore | ©Fabio Magno

È in questa occasione che il cardinale commissiona a Stefano Maderno la bellissima statua della Santa che campeggia ai piedi dell’altare. Si tratta di un capolavoro di tatto e delicatezza, verosimiglianza straordinaria e resa estrema dei materiali.

Trastevere medievale, Statua di Santa Cecilia di Maderno.
Santa Cecilia di Maderno | ©Francesca Boccini

Secondo la tradizione, il martirio di Santa Cecilia avrebbe dovuto avvenire per asfissia. Ma dopo tre giorni rinchiusa nel suo stesso bagno, esposta a vapori caldissimi, la giovane donna era ancora viva. Allora il prefetto ne ordinò la decapitazione. Il boia la colpì tre volte, senza riuscire a mozzarle la testa. Durante la sua agonia – che si protrasse per tre giorni – convertì al cristianesimo tutti i suoi familiari, quindi morì.

Maderno la raffigura nella posizione straziante in cui fu ritrovata, con il segno della decapitazione e le dita che indicano. Le dita della mano destra formano un 3, la Trinità. L’indice della mano sinistra indicano qui, il luogo.

I lavori di età barocca

Ulteriori lavori, voluti dal cardinal Acquaviva, interessano la basilica nel Settecento. Dobbiamo a Ferdinando Fuga lo scenografico ingresso sulla piazza ed il rifacimento della facciata.

Per quest’ultima realizza un portico retto da 4 colonne, sormontato da una trabeazione con scritta dedicatoria e mosaico decorativo del XII secolo, ed il timpano con stemma del cardinale.

Al centro del cortile colloca una fontana costituita da una vasca di forma quadrata, sormontata da un’anfora di epoca paleocristiana.

Trastevere medievale, fontana e chiostro di Santa Cecilia.
Fontana del chiostro e ingresso | ©Fabio Magno

Tornando indietro verso via dei Genovesi attraverso via di Santa Cecilia, si prosegue dritti per via dei Vascellari.

Trastevere medievale – via dei Vascellari

Secondo alcuni il nome deriverebbe dal fatto che, in passato, qui si concentrassero i vasellari, fabbricanti di vasi di terracotta. Secondo altri, data la vicinanza con il porto di Ripa Grande, si trattasse di fabbricanti di vascelli, ma sembra più improbabile. Anche perché nella Trastevere medievale si chiamava via dei Baccalari ovvero i produttori di boccali. Sicuramente più affine ai vaselli che ai vascelli.

Qui si concentra l’esistenza di un’importante romana. Francesca Bussa detta Ceccolella. Ovvero Santa Francesca Romana.

Trastevere medievale, via dei Vascellari.

Andata sposa adolescente a Renzo Ponziani, visse nel palazzo omonimo al civico 61, insieme ai suoceri e ai cognati, a cavallo tra Tre e Quattrocento.

Già da sposa novella decise di dedicare la sua vita a opere di bene, tanto che il palazzo divenne presto punto di ritrovo per poveri ed affamati.

Nel frattempo era diventata madre tre volte, ma dei figli – nel tempo – ne sopravvisse solo uno.

Alla morte del marito si allontanò da palazzo Ponziani per continuare la sua opera di carità ed assistenza, fondando l’Ordine delle Oblate (ancora oggi attivo, si trova in via del Teatro di Marcello).

Solo la malattia dell’unico figlio sopravvissuto la ricondusse al palazzo di famiglia.

Ceccolella si occupò di lui e lo guarì dalla peste, ammalandosi però a sua volta e morendo tra queste mura il 9 marzo 1440.

Certo, qui a via dei Vascellari, quello che colpisce più l’attenzione è il palazzetto al civico 44, a forma di torre con un microscopico balconcino d’angolo sorretto da una colonnina. La muratura disseminata di segni della storia: una Madonna dell’Immacolata, un pezzo di trabeazione e vari inserti in marmo. È la casa natale di Omero Ciai, partigiano con il nome di battaglia Maitardi che Trastevere ha onorato con una targa in facciata.

Vicolo dell’Atleta

Si va un po’ a zonzo, girovagando, ma è il modo migliore per apprezzare la Trastevere medievale con i suoi vicoli stretti ed i crocicchi che si trasformano in salotti all’aperto.

All’angolo tra via dei Vascellari e via dei Salumi si gira a sinistra. La prima via che si incontra sulla sinistra merita una deviazione.

Siamo in vicolo dell’Atleta, una stradina incantevole e ricca di storia.

Prende il nome da uno dei ritrovamenti archeologici più eclatanti dell’Ottocento.

Trastevere medievale, Apoxyómenos dei Musei Vaticani.

Durante degli scavi nel 1849 vi fu rinvenuta la statua dell’Apoxyómenos, colui che si deterge.

Eclatante perché si tratta di una copia in marmo perfettamente conservata di un originale bronzeo dello scultore greco Lisippo, andata perduta.

Fin da subito la statua è andata ad arricchire la collezione di statuaria antica dei Musei Vaticani.

In realtà questa strada in origine si chiamava via delle Palme. La presenza di questi alberi si doveva al fatto che qui si era insediata – nel II a.C. – la prima comunità ebraica, prima di spostarsi nel Rione Sant’Angelo (qui trovate la nostra passeggiata al ghetto di Roma).

Trastevere medievale, vicolo dell’Atleta.
Palazzetto medievale in vicolo dell’Atleta | ©Fabio Magno

In vicolo dell’Atleta si trovava anche la prima sinagoga, fondata da Nathan ben Jechiel vissuto tra 1035 ed il 1106. Un incendio la distrusse il 28 agosto del 1268.

Secondo le fonti più attendibili si pensa si trovasse dove oggi vediamo il bel palazzetto medievale con loggia ad archi su colonne. Su quella centrale sono scolpiti dei caratteri in ebraico.

Arco e Torre dei Tolomei

Riprendendo via dei Salumi, giungiamo all’Arco dei Tolomei.

Lo useremo come fanno i trasteverini da secoli: per raggiungere piazza in Piscinula. Ma merita di essere guardato con calma.

La forma ribassata pare derivi dal fatto che nel 1200 vi fosse scarsità di mattoni. Infatti, nel 1250, una disposizione comunale fissava l’altezza degli archi ad una dimensione che permettesse il passaggio di una donna con “un recipiente grande e uno piccolo in capo”.

Trastevere medievale, arco dei Tolomei e la torre.

L’arco fa parte di un complesso che include, sulla destra, anche la torre omonima.

In origine, secondo alcuni, era proprietà della famiglia romana dei Bondii, per poi passare ai Tolomei.

I Tolomei erano una potente famiglia di mercanti di origine senese, obbligati a riparare a Roma quando alcuni esponenti vennero esiliati a seguito delle convulse vicende della Repubblica di Siena.

Nel 1358 la famiglia è perfettamente integrata nel tessuto romano, dal momento che Raimondo Tolomei risulta nominato a capo del Senato dell’Urbe.

Oggi la torre è mutila dell’altezza originaria, il complesso mantiene il ricordo del suo aspetto antico e sulla facciata campeggia ancora lo stemma della famiglia.

Certo però l’intonacatura ha modificato un po’ l’immagine complessiva.

Trastevere medievale – piazza in Piscinula

Attraversiamo l’arco e giungiamo in piazza in Piscinula, uno dei cuori di Trastevere medievale. Qui il grande protagonista è il complesso di Case dei Mattei (e purtroppo anche il parcheggio che mortifica la vista d’insieme).

La piazza prende il nome dalla presenza, in epoca antica, di uno stabilimento termale con vasche e piscine.  

Trastevere medievale – Case dei Mattei

Trastevere medievale, case dei Mattei
Case dei Mattei in piazza in Piscinula | ©Fabio Magno

Le Case dei Mattei sono un nucleo di abitazioni quattrocentesche che hanno inglobato le preesistenti, datate al XIV secolo di proprietà di quel ramo della famiglia che si trasferì in piazza Mattei, dove si trova la fontana delle Tartarughe.

La famiglia Mattei è stata una delle più potenti della storia di Roma. La stirpe nasce da un Matteo de’ Papareschi che aveva ottenuto, nel 1271, la carica ereditaria di “guardiano de’ ponti e ripe”. Così filopontificia da guadagnarsi il ruolo, nei periodi di sede vacante, di guardiana dell’ordine pubblico.

È quindi abbastanza ovvio che il loro primo nucleo abitativo sorgesse lungo le sponde del Tevere, probabilmente dopo il 1282.

Qui, nel ‘500, si consumarono fatti di sangue e faide familiari che portarono all’uccisione di 5 membri della famiglia.

È un angolo di città che sembra fuori dal tempo, ma perfettamente integrato.

Ci sono decine di particolari da notare. Le colonne incassate in alcuni angoli, le finestre a bifora con deliziose colonnine anche tortili, le logge dell’ultimo piano, lo stemma dei Mattei sull’architrave del portone d’ingresso, l’antica muratura riportata in luce in alcuni punti della facciata, le tante inclusioni di reperti antichi.

Su piazza della Gensola, al civico 11, si affaccia un palazzetto bellissimo. Sulla cornice del portone è il 1246. Secondo alcuni 1926. I più sono concordi nel dire, però, che non si tratti di una data.

Nel tempo le Case dei Mattei hanno subito vari passaggi di proprietà. Nel 1870 vi si era aperta, secondo fonti dell’epoca, la Locanda della Sciacquetta. Un luogo, diciamo, di vario intrattenimento.

Una delle fonti più utili per ricostruire la città, prima dei grandi lavori urbanistici del Novecento, è Roma sparita di Ettore Roesler Franz. Una raccolta di acquarelli in cui questo pittore ha fissato i rioni romani verso la fine dell’Ottocento.

Nel 1890 subentrano nuovi proprietari che, attraverso attenti restauri, riportano le case al loro aspetto quattrocentesco. Infine, negli anni ’60, sono suddivise in appartamenti e venduti separatamente.

San Benedetto in Piscinula

Sulla piazza affaccia anche un edificio che ha del meraviglioso, davvero.

Si tratta della piccola chiesa di San Benedetto in Piscinula. È veramente un gioiello sorprendente incastonato fra un palazzo seicentesco ed un palazzetto ben più antico.

Trastevere medievale, San Benedetto in Piscinula
San Benedetto in Piscinula | ©Fabio Magno

Secondo la tradizione, il nucleo originario della chiesa sarebbe stato edificato nel 543 sulla casa degli Anicii, l’antica e nobile famiglia romana cui apparteneva Benedetto da Norcia.

Ad oggi sussistono ancora alcuni elementi architettonici e decorativi risalenti alla chiesa del VII secolo, quando su quest’area esisteva un oratorio.

Trastevere medievale, San Benedetto in Piscinula e il campanile

La chiesa vera e propria dovrebbe risalire al periodo posteriore al saccheggio di Roma perpetuato da Roberto il Guiscardo nel 1084. Le prime notizie documentate che menzionano San Benedetto de piscina sono del 1192.

In quell’anno fu rifatta la facciata e le notizie riportano di una parrocchia attiva dal 1386 al 1824.

Fu progressivamente abbandonata fino a due importanti restauri, nel 1835 e nel 1844, il secondo dei quali interessa il rifacimento della facciata che presenta un aspetto, oggi, tutt’altro che medievale.

Rimasto pressoché inalterato è il campanile. A due ordini, in laterizio nella migliore tradizione medievale, presenta aperture a bifora con colonnine. Annoverato dalle fonti come il più piccolo di Roma, al suo interno conserva la campana più piccola e più antica della città, datata 1069.

Eppure quando si varca il portale d’ingresso è come essere trasportati indietro nel tempo.  

L’interno

L’interno è suddiviso in tre navate da colonne di spolio risalenti ai primi secoli dell’Impero ed uno splendido pavimento cosmatesco del XII secolo.

Trastevere medievale, San Benedetto in Piscinula. Interno.
L’interno | ©Fabio Magno

La copertura è lignea a capriate. Certo sono visibili gli interventi più recenti, ma sono evidenti le testimonianze dell’apparato decorativo originale.

Nel catino absidale e lungo le pareti laterali si possono vedere resti di affreschi, facenti parte della decorazione del XIII secolo. Sull’altare una Vergine con Bambino del XIV secolo.

Trastevere medievale, San Benedetto in Piscinula. Altare.
Altare | ©Fabio Magno

Ancor più sorprendente la piccola cappella, a sinistra dell’ingresso.

È la cappella della Vergine che probabilmente faceva parte dell’antico oratorio, oggi scomparso. Un piccolo ambiente a pianta trapezoidale coperto da una volta a crociera che poggia su colonne con capitelli dell’VIII secolo.

Sull’altare: la trecentesca Madonna della Misericordia. È particolarmente venerata perché la tradizione vuole che in questa cappella venisse a pregare San Benedetto e che su questo altare abbia ricevuto il messaggio divino di fondare il suo ordine. Sulle pareti sono ancora visibili, seppur a fatica, i resti della decorazione ad affresco del XIII secolo.

Con una grande emozione e soddisfazione nel cuore termina qui la nostra passeggiata nella Trastevere medievale.

Il consiglio più spassionato è di continuare a girare questa parte di Roma, aguzzando tutti i sensi.

Ad ogni angolo c’è qualcosa da notare: potrebbe non essere un qualcosa di antico, magari un albero che nasce là dove meno te lo aspetti o un murale pittoresco e giocoso.

Sentire i profumi, ascoltare i suoni, le voci – anche i rumori. Vagare come si fa tra i vicoli, per perdersi e ritrovarsi e mescolarsi con persone e personaggi. Da queste parti – spesso – sono la stessa cosa. Qui trovi tutte le nostre passeggiate in giro per la città.


Trastevere medievale – I sapori nei dintorni

Aspettiamo di tornare almeno in zona gialla per aggiornare la questa sezione.


Trastevere medievale – Info utili

Trastevere medievale mappa

Basilica di San Crisogono. Aperto dal lunedì al sabato. Orario: dalle 7 alle 12 e dalle 15:30 alle 19. Domenica dalle 8 alle 13 e dalle 15:30 alle 19. Biglietto: Accesso alla basilica paleocristiana, € 3.

Excubitorium. Temporaneamente chiuso per lavori. Info e prenotazioni allo 060608 tutti i giorni dalle 9 alle 19. Biglietto: intero € 4, ridotto € 3, gratuito per i possessori della MIC card.

Basilica di Santa Cecilia in Trastevere. Aperto dal lunedì al sabato. Orario: dalle 10 alle 12:30 e dalle 16 alle 18. Domenica e festivi orario: dalle 11:30 alle 12:30 e dalle 16 alle 18.

Il Giudizio Universale di Pietro Cavallini è visitabile solo nei giorni feriali. Orario: dalle 10 alle 12:30. Biglietto: € 2,50.

San Benedetto in Piscinula. Aperto dal martedì alla domenica. Orario: dalle 10:30 alle 12:30 e dalle 16:30 alle 19:45.

Ti è piaciuta la nostra visita alla scoperta di Trastevere medievale a Roma?

Ecco le nostre tips local in giro per Roma, o per un Fuori Porta da provare!

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